Palagiustizia, smantellata la tendopoli. Bonafede: «Daremo a Bari una sede sicura»
Il guardasugilli interviene su Facebook: «Posto fine a una situazione insostenibile. Polemiche non mi interessano»
lunedì 2 luglio 2018
17.16
La tendopoli giudiziaria allestita ai piedi del tribunale penale di Bari in via Nazariantz non c'è più. Ieri, di domenica, i volontari della Protezione Civile hanno provveduto a smantellare le tre tensostrutture.
La decisione di "levare le tende" origina dal decreto ministeriale che blocca le udienze penali a Bari fino al 30 settembre, in attesa che si conosca la collocazione del nuovo tribunale. «Un provvedimento - scrive su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - la cui urgenza era dettata proprio dalla inaccettabile situazione in cui si amministrava la giustizia a Bari: dentro delle tende, fra caldo tropicale, zanzare, allagamenti. Un luogo in cui era possibile solo fare delle udienze di rinvio, non celebrare i processi, in cui la scritta "La legge è uguale per tutti" era stampata su un foglio volante attaccato a un banco con del nastro adesivo. Giusto a rappresentare quanto fosse precaria l'amministrazione della giustizia in quel luogo».
Il guardasigilli garantisce che, una volta "salvata la faccia" con l'eliminazione di una tendopoli indecorosa, il ministero è «Al lavoro per dare agli uffici giudiziari di Bari una sede sicura e capace di ospitare tutte le sezioni e i tecnici del Ministero stanno già facendo i sopralluoghi».
«Non lasceremo soli i cancellieri alle prese con migliaia di notifiche, stiamo pensando a una task force che renda più agevole e veloce questo compito. E, al contrario di quanto qualcuno sostiene, la Giustizia non si ferma a Bari: tutti i provvedimenti urgenti – i processi con detenuti, quelli per mafia e terrorismo, la convalida degli arresti – saranno comunque portati avanti. L'ho già detto in precedenza e lo ribadisco: le polemiche non mi interessano, c'è tanto da lavorare e sono concentrato solo su questo», conclude Bonafede.
La decisione di "levare le tende" origina dal decreto ministeriale che blocca le udienze penali a Bari fino al 30 settembre, in attesa che si conosca la collocazione del nuovo tribunale. «Un provvedimento - scrive su Facebook il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede - la cui urgenza era dettata proprio dalla inaccettabile situazione in cui si amministrava la giustizia a Bari: dentro delle tende, fra caldo tropicale, zanzare, allagamenti. Un luogo in cui era possibile solo fare delle udienze di rinvio, non celebrare i processi, in cui la scritta "La legge è uguale per tutti" era stampata su un foglio volante attaccato a un banco con del nastro adesivo. Giusto a rappresentare quanto fosse precaria l'amministrazione della giustizia in quel luogo».
Il guardasigilli garantisce che, una volta "salvata la faccia" con l'eliminazione di una tendopoli indecorosa, il ministero è «Al lavoro per dare agli uffici giudiziari di Bari una sede sicura e capace di ospitare tutte le sezioni e i tecnici del Ministero stanno già facendo i sopralluoghi».
«Non lasceremo soli i cancellieri alle prese con migliaia di notifiche, stiamo pensando a una task force che renda più agevole e veloce questo compito. E, al contrario di quanto qualcuno sostiene, la Giustizia non si ferma a Bari: tutti i provvedimenti urgenti – i processi con detenuti, quelli per mafia e terrorismo, la convalida degli arresti – saranno comunque portati avanti. L'ho già detto in precedenza e lo ribadisco: le polemiche non mi interessano, c'è tanto da lavorare e sono concentrato solo su questo», conclude Bonafede.