Pentito conferma incontro Decaro-fratello boss, l'ex sindaco: «Penso di tornare a fare l'ingegnere»

Durante un'udienza Nicola De Santis ha richiamato in causa l'europarlamentare, che si è detto amareggiato e ha respinto le accuse

giovedì 5 dicembre 2024 13.06
A cura di Elga Montani
«Un signore che non conosco dice che in un'epoca imprecisata, 14 o 16 anni fa incontrai il fratello del boss della famiglia Parisi. Nella mia città, davanti a tutti. La cosa è così assurda che dovrebbe lasciarmi tranquillo. Invece no. Non sono tranquillo. Non sono tranquillo per niente. questo è un incubo. Sì, un incubo che sto vivendo di nuovo. Non sono e non sarò tranquillo finché queste accuse mi continueranno a sporcare come persona e come uomo politico. La politica, ecco. In certi momenti mi viene voglia di abbandonarla. Per tornare a fare l'ingegnere dell'Anas. Forse è l'unico modo per far sì che smettano di calunniarmi». Con queste parole, Antonio Decaro, ex sindaco di Bari e attuale parlamentare, ha risposto a quanto dichiarato ieri pomeriggio in aula da Nicola De Santis, durante un'udienza riguardante l'operazione "Codice Interno".

L'incontro era già emerso nelle carte, ma la posizione dell'ex sindaco era stata già archiviata dalla procura, che aveva anche inviato gli atti secretati alla commissione parlamentare antimafia.

«Massimo Parisi è entrato (nell'Azienda del trasporto pubblico ndr) per politica, prima del concorso era già dentro. Prima della campagna elettorale abbiamo avuto un incontro elettorale in cui c'era l'ex sindaco Decaro. Il clan Parisi ha procurato voti alla politica, sia per il presidente della circoscrizione che per la campagna elettorale al Comune». Queste le dichiarazioni in aula del collaboratore di giustizia Nicola De Santis, per il quale quindi Antonio Decaro avrebbe avuto in passato con Massimo Parisi, fratello del boss di Japigia Savino, un incontro elettorale.

Al riguardo Decaro, in una nota, aveva anche scritto: «Sono costretto a ripetere che gli esponenti del clan Parisi li ho incontrati soltanto nelle aule di tribunale, dove io rappresentavo con orgoglio la mia città, da sindaco, e loro erano imputati, grazie anche alle denunce che io stesso avevo fatto. Trovo assurdo dover tornare per l'ennesima volta su una vicenda peraltro già archiviata dalla procura di Bari, ma io non mi stancherò mai di combattere. La verità è la mia forza e continuerò a ripeterla a testa alta e senza paura».