Piano della mobilità, BariEcoCity: «È una vergogna e vi diciamo perché»
Sotto accusa non solo l'abbonamento annuale a 20 euro ma anche altre iniziative
venerdì 3 febbraio 2023
10.06
L'abbonamento annuale Amtab a 20 euro è piaciuto a molti, pur destando qualche perplessità, e lo stesso si può dire dell'aggiornamento del "Piano straordinario della mobilità sostenibile" approvato dalla giunta comunale. Critiche a quanto contenuto nel piano arrivano dall'associazione BariEcoCity, che sottolinea che, dopo aver letto, valutato ed esaminato la delibera, ritiene che quanto contenuto in essa sia «una vergogna assoluta». Diverse le criticità sottolineate.
Si parte dal fatto che «su 8,5 milioni di euro di spese, quelle destinate propriamente e precipuamente alla mobilità sostenibile sono pari appena a 700-800mila euro», necessari ad acquisto bici/rastrelliere. I restanti 8 milioni sono investiti dal Comune di Bari in quelle che vengono definite «attività molto collaterali» che, secondo l'associazione non incrementano strutturalmente la mobilità sostenibile cittadina. Una delle critiche, in questo caso proprio alla misura che prevede un abbonamento annuale a 20 euro, già fatta ad onor del vero nei giorni scorsi dall'ex consigliere regionale Mario Conca, è quella di utilizzare fondi per la sola città di Bari «sottraendoli indebitamente a programmi europei espressamente destinati a realizzare sistemi di mobilità sostenibile delle Città Metropolitane».
Il problema sarebbe anche legato al fatto che tali fondi vengono destinati ad un'unica società, ovvero Amtab, mettendo a sua disposizione «600mila euro per l'attivazione di un sistema di puro monitoraggio degli utenti, che nulla quindi ha a che fare con lo sviluppo e l'incremento della mobilità sostenibile nella Città di Bari, risultando pertanto assegnata illegittimamente; e 5 milioni di euro per l'emissione di 20mila abbonamenti annuali, con rimborso ad Amtab degli importi differenziali».
Una misura che, inoltre, viene definita «un vero e proprio aiuto di Stato, e come tale del tutto illegittimo». Non va giù nemmeno che, come previsto sempre all'interno del piano, Amtab riceverà 60 euro ad abbonamento, anche nel caso di totale e assoluto non utilizzo dei 20mila abbonamenti emessi. «La città di Bari – sottolineano dal direttivo di BariEcoCity - merita di avere un effettivo e reale "Piano straordinario della mobilità sostenibile" e non già le misure proposte dall'amministrazione Decaro, che con la misura Muvt a piedi addirittura arriva a utilizzare 60mila euro per i passi percorsi durante una passeggiata».
«I baresi devono essere informati – aggiungono - dei danni permanenti che subiscono dalla mancata utile spesa in investimenti infrastrutturali di rilevanti risorse economiche destinate alla mobilità sostenibile, in una città che (secondo i recentissimi dati di Legambiente) registra nel 2022 alti tassi di inquinamento atmosferico da PM10 e biossido di azoto, gravemente nocivi per la salute dei cittadini». Faremo di tutto – concludono - per ottenere dagli uffici governativi dell'autorità di gestione del PON Città Metropolitane 2014-2020 il più rigoroso controllo della correttezza delle spese deliberate dall'amministrazione Decaro, per consentire che i finanziamenti europei destinati alla città di Bari siano realmente utilizzati per il miglioramento della mobilità sostenibile urbana e del benessere dei baresi».
Si parte dal fatto che «su 8,5 milioni di euro di spese, quelle destinate propriamente e precipuamente alla mobilità sostenibile sono pari appena a 700-800mila euro», necessari ad acquisto bici/rastrelliere. I restanti 8 milioni sono investiti dal Comune di Bari in quelle che vengono definite «attività molto collaterali» che, secondo l'associazione non incrementano strutturalmente la mobilità sostenibile cittadina. Una delle critiche, in questo caso proprio alla misura che prevede un abbonamento annuale a 20 euro, già fatta ad onor del vero nei giorni scorsi dall'ex consigliere regionale Mario Conca, è quella di utilizzare fondi per la sola città di Bari «sottraendoli indebitamente a programmi europei espressamente destinati a realizzare sistemi di mobilità sostenibile delle Città Metropolitane».
Il problema sarebbe anche legato al fatto che tali fondi vengono destinati ad un'unica società, ovvero Amtab, mettendo a sua disposizione «600mila euro per l'attivazione di un sistema di puro monitoraggio degli utenti, che nulla quindi ha a che fare con lo sviluppo e l'incremento della mobilità sostenibile nella Città di Bari, risultando pertanto assegnata illegittimamente; e 5 milioni di euro per l'emissione di 20mila abbonamenti annuali, con rimborso ad Amtab degli importi differenziali».
Una misura che, inoltre, viene definita «un vero e proprio aiuto di Stato, e come tale del tutto illegittimo». Non va giù nemmeno che, come previsto sempre all'interno del piano, Amtab riceverà 60 euro ad abbonamento, anche nel caso di totale e assoluto non utilizzo dei 20mila abbonamenti emessi. «La città di Bari – sottolineano dal direttivo di BariEcoCity - merita di avere un effettivo e reale "Piano straordinario della mobilità sostenibile" e non già le misure proposte dall'amministrazione Decaro, che con la misura Muvt a piedi addirittura arriva a utilizzare 60mila euro per i passi percorsi durante una passeggiata».
«I baresi devono essere informati – aggiungono - dei danni permanenti che subiscono dalla mancata utile spesa in investimenti infrastrutturali di rilevanti risorse economiche destinate alla mobilità sostenibile, in una città che (secondo i recentissimi dati di Legambiente) registra nel 2022 alti tassi di inquinamento atmosferico da PM10 e biossido di azoto, gravemente nocivi per la salute dei cittadini». Faremo di tutto – concludono - per ottenere dagli uffici governativi dell'autorità di gestione del PON Città Metropolitane 2014-2020 il più rigoroso controllo della correttezza delle spese deliberate dall'amministrazione Decaro, per consentire che i finanziamenti europei destinati alla città di Bari siano realmente utilizzati per il miglioramento della mobilità sostenibile urbana e del benessere dei baresi».