Popolare di Bari, arrestato Gianluca Jacobini per il crac dell'imprenditore Fusillo
Il padre Marco è stato interdetto. L'indagine ha scoperto un buco finanziario da 400 milioni di euro
martedì 29 settembre 2020
10.09
Finisce di nuovo ai domiciliari, accusato di concorso in bancarotta fraudolenta, Gianluca Jacobini, ex co-direttore della Banca Popolare di Bari e figlio del proprietario, Marco, che è stato raggiunto da un provvedimento d'interdizione.
I due Jacobini sono indagati, con altre persone, nell'inchiesta sul fallimento delle società riconducibili all'imprenditore Vito Fusillo, che avrebbe lasciato un buco di circa 400 milioni di euro. L'indagine, condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Bari, è coordinata dal procuratore aggiunto, Roberto Rossi, che insieme ad altri pm ha condotto l'inchiesta che il 30 gennaio scorso portò all'arresto dei due Jacobini, finiti in manette con le accuse di ostacolo alla vigilanza, falso in bilancio e altro.
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I due Jacobini erano tornati il libertà lo scorso luglio su disposizione del tribunale del Riesame che - dopo aver respinto all'inizio la richiesta - aveva disposto per Marco Jacobini il divieto di dimora a Bari, mentre per il figlio Gianluca l'obbligo di dimora nel comune di Polignano a Mare.
I destinatari della misura degli arresti domiciliari sono Giacomo Fusillo (figlio di Vito Fusillo, imprenditore barese attivo nel settore delle costruzioni immobiliari nonché già amministratore delle fallite FIMCO S.p.A. e MAIORA GROUP S.p.A.), Gianluca Jacobini (già Condirettore Generale della Banca Popolare di Bari), Nicola Loperfido (già responsabile della Funzione Crediti del medesimo istituto), Salvatore Leggiero (imprenditore dominus dell'omonimo gruppo immobiliare fiorentino), Girolamo Stabile (rappresentante legale del Fondo di investimento estero KANT CAPITAL con sede in Gibilterra), Vincenzo Elio Giacovelli (commercialista e legale rappresentante pro-tempore della società IL MELOGRANO EVENTI S.r.l., riconducibile a Giacomo Fusillo). È stata, invece, disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale per 12 mesi nei confronti del citato Vito Fusillo e di Marco Jacobini (già Presidente del C.d.A. della Banca Popolare di Bari).
Nello specifico, sono state contestate agli indagati plurime operazioni societarie "straordinarie" poste in essere in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di insolvenza al fine di "distrarre" o "dissipare" beni immobili e compendi aziendali di rilevante pregio facenti parte del patrimonio delle imprese FIMCO S.p.A. e MAIORA GROUP S.p.A., il cui valore economico è stato stimato in 93 milioni di euro. Tali condotte sono state poste in essere con il coinvolgimento di compiacenti imprenditori e professionisti e con il determinante concorso degli ex vertici della Banca Popolare di Bari (attualmente commissariata), nelle persone di Marco Jacobini, Gianluca Jacobini e di Nicola Loperfido i quali hanno:
L'analisi condotta sulla documentazione acquisita presso le sedi delle imprese coinvolte in tali operazioni, nonché le attività tecniche di captazione di comunicazioni telefoniche e di analisi forense sui computer e server aziendali ha condotto alla individuazione delle seguenti operazioni societarie aventi finalità distrattive o dissipative:
Il trasferimento delle quote della SOIGET S.r.l. alla SESTO ELEMENTO S.r.l. - in quanto posto in essere al fine di ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa del cespite ceduto, profitto del reato di bancarotta fallimentare - ha integrato una tipica ipotesi di autoriciclaggio, avendo Giacomo Fusillo concorso nella condotta distrattiva.
Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari personali, le Fiamme Gialle baresi stanno effettuando - su delega di questa Procura - perquisizioni presso abitazioni ed uffici ubicati in Bari, Roma e Milano nella disponibilità di alcuni indagati.
I due Jacobini sono indagati, con altre persone, nell'inchiesta sul fallimento delle società riconducibili all'imprenditore Vito Fusillo, che avrebbe lasciato un buco di circa 400 milioni di euro. L'indagine, condotta dal nucleo di polizia economico finanziaria della Guardia di finanza di Bari, è coordinata dal procuratore aggiunto, Roberto Rossi, che insieme ad altri pm ha condotto l'inchiesta che il 30 gennaio scorso portò all'arresto dei due Jacobini, finiti in manette con le accuse di ostacolo alla vigilanza, falso in bilancio e altro.
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I due Jacobini erano tornati il libertà lo scorso luglio su disposizione del tribunale del Riesame che - dopo aver respinto all'inizio la richiesta - aveva disposto per Marco Jacobini il divieto di dimora a Bari, mentre per il figlio Gianluca l'obbligo di dimora nel comune di Polignano a Mare.
I destinatari della misura degli arresti domiciliari sono Giacomo Fusillo (figlio di Vito Fusillo, imprenditore barese attivo nel settore delle costruzioni immobiliari nonché già amministratore delle fallite FIMCO S.p.A. e MAIORA GROUP S.p.A.), Gianluca Jacobini (già Condirettore Generale della Banca Popolare di Bari), Nicola Loperfido (già responsabile della Funzione Crediti del medesimo istituto), Salvatore Leggiero (imprenditore dominus dell'omonimo gruppo immobiliare fiorentino), Girolamo Stabile (rappresentante legale del Fondo di investimento estero KANT CAPITAL con sede in Gibilterra), Vincenzo Elio Giacovelli (commercialista e legale rappresentante pro-tempore della società IL MELOGRANO EVENTI S.r.l., riconducibile a Giacomo Fusillo). È stata, invece, disposta la misura interdittiva del divieto temporaneo di esercitare l'attività imprenditoriale e professionale per 12 mesi nei confronti del citato Vito Fusillo e di Marco Jacobini (già Presidente del C.d.A. della Banca Popolare di Bari).
Nello specifico, sono state contestate agli indagati plurime operazioni societarie "straordinarie" poste in essere in epoca antecedente e prossima al verificarsi dello stato di insolvenza al fine di "distrarre" o "dissipare" beni immobili e compendi aziendali di rilevante pregio facenti parte del patrimonio delle imprese FIMCO S.p.A. e MAIORA GROUP S.p.A., il cui valore economico è stato stimato in 93 milioni di euro. Tali condotte sono state poste in essere con il coinvolgimento di compiacenti imprenditori e professionisti e con il determinante concorso degli ex vertici della Banca Popolare di Bari (attualmente commissariata), nelle persone di Marco Jacobini, Gianluca Jacobini e di Nicola Loperfido i quali hanno:
- reiterato nel tempo la concessione di linee di credito, finanziamenti e sconfinamenti di conto corrente in favore delle società facenti parte del gruppo FIMCO/MAIORA, pur nella consapevolezza del loro stato di dissesto finanziario e della loro incapacità di adempiere alle obbligazioni assunte;
- agevolato ed incentivato la distrazione di importanti asset dal patrimonio del gruppo FIMCO/MAIORA verso società terze, concedendo a queste ultime i finanziamenti necessari al perfezionamento delle relative compravendite.
L'analisi condotta sulla documentazione acquisita presso le sedi delle imprese coinvolte in tali operazioni, nonché le attività tecniche di captazione di comunicazioni telefoniche e di analisi forense sui computer e server aziendali ha condotto alla individuazione delle seguenti operazioni societarie aventi finalità distrattive o dissipative:
- Operazione "KANT", posta in essere dalla MAIORA GROUP S.p.A. al fine di occultare il proprio stato di insolvenza mediante il simulato conferimento delle quote del capitale sociale delle controllate LOGISTICA SUD S.r.l. (anch'essa fallita in data 11/11/2019) e AMBASCIATORI IMMOBILIARE S.r.l. (per la quale pende istanza di fallimento) - entrambe fortemente indebitate verso la Banca Popolare di Bari - nel fondo di investimento estero "KANT CAPITAL FUND STRATEGIC BUSINESS PCC LIMITED", con sede in Gibilterra, di fatto riconducibile all'indagato Girolamo Stabile, a fronte della ricezione di quote dello stesso fondo del valore nominale di 20 milioni di euro. In tale contesto, MAIORA GROUP S.p.A. ha anche dismesso alcuni immobili di rilevante valore, quali l'ex Hotel Ambasciatori di Bari ed il Polo Logistico di Rutigliano, ceduti a società terze per 22 milioni di euro il primo e, per 4.7 milioni di euro, il secondo;
- Operazione "ROMA TREVI", avente ad oggetto la dismissione, da parte della FIMCO S.p.A., del "Palazzo Trevi" - prestigioso palazzo storico sito in Roma - in favore della ROMA TREVI S.r.l., società controllata dalla LEGGIERO REAL ESTATE S.p.A., facente parte del gruppo societario fiorentino dell'imprenditore Salvatore Leggiero, al prezzo di 40 milioni di euro. Dalle indagini è emerso che tale cessione era stata promossa dalla stessa Banca Popolare di Bari (nei cui confronti il gruppo FIMCO/MAIORA aveva un'esposizione debitoria di oltre 160 milioni di euro), che, in accordo con le parti, ha incassato parte del prezzo corrisposto dalla società venditrice al fine di ridurre il debito che la FIMCO S.p.A. aveva nei confronti della medesima Banca. Inoltre, al fine di incentivare tale operazione, la Banca Popolare di Bari ha finanziato la società acquirente per un importo pari all'intero prezzo di cessione. Le attività investigative hanno, inoltre, disvelato l'esistenza di un accordo occulto finalizzato a consentire a Vito FUSILLO di ottenere un surplus del prezzo della cessione sotto forma di "partecipazione" al capitale sociale della LEGGIERO REAL ESTATE S.p.A. del valore di 2 milioni di euro, acquisita dalla società IL MELOGRANO EVENTI S.r.l., di proprietà del figlio Giacomo ed amministrata da Vincenzo Elio Giacovelli, uomo di fiducia dei Fusillo;
- Operazione "CNI-MCG", avente ad oggetto la dismissione della partecipazione posseduta dalla MAIORA GROUP S.p.A. nella CNI S.p.A. (società attiva nel settore dei servizi alle imprese), in favore della MCG INVESTIMENTI S.r.l., società di cui Giacomo FUSILLO deteneva il 50% delle quote, al prezzo sottostimato di 4,5 milioni di euro e con una vantaggiosa dilazione trentennale del pagamento del prezzo senza interessi. Nel corso del 2019, Giacomo Fusillo riciclava la propria quota del capitale sociale di MCG INVESTIMENTI S.r.l., nel cui patrimonio era confluita CNI S.p.A., oggetto delle descritte condotte distrattive, cedendola ad un soggetto terzo al prezzo di 1,2 milioni di euro;
- Operazione "SOIGET", afferente alla dismissione dal patrimonio della FIMCO S.p.A. del capitale sociale della SOIGET S.r.l, società titolare di prestigiosi alberghi quali "La Peschiera" e "Il Melograno", nonché affittuaria di un rilevante ramo d'azienda di FIMCO S.p.A. concernente la gestione del complesso turistico "Cala Ponte" di Polignano a Mare (BA). Tale distrazione è avvenuta mediante la cessione del 100% delle quote di SOIGET S.r.l. a Giacomo Fusillo ed il successivo conferimento di tale partecipazione nella SESTO ELEMENTO S.r.l. (società sempre riconducibile a Giacomo FUSILLO) al prezzo sottostimato di 2 milioni di euro da corrispondersi, anche in questo caso, con una dilazione decennale e senza interessi. Il citato prezzo di vendita è stato determinato sulla base di una perizia redatta da Vincenzo Elio Giacovelli riportante un valore inferiore al reale.
Il trasferimento delle quote della SOIGET S.r.l. alla SESTO ELEMENTO S.r.l. - in quanto posto in essere al fine di ostacolare l'identificazione della provenienza delittuosa del cespite ceduto, profitto del reato di bancarotta fallimentare - ha integrato una tipica ipotesi di autoriciclaggio, avendo Giacomo Fusillo concorso nella condotta distrattiva.
Contestualmente all'esecuzione delle misure cautelari personali, le Fiamme Gialle baresi stanno effettuando - su delega di questa Procura - perquisizioni presso abitazioni ed uffici ubicati in Bari, Roma e Milano nella disponibilità di alcuni indagati.