Popolare di Bari, Savona (Consob): «Presumibilmente perso il capitale di 442 milioni di euro»
Audizione questa mattina in Commissione Finanze, presente anche Decaro: «Necessario che rimanga una banca al sud, tutelare azionisti e dipendenti»
giovedì 9 gennaio 2020
17.07
Un capitale di 442 milioni di euro stimato in base agli ultimi dati in possesso di Consob relativi a fine giugno 2019 che si può «Presumere sia perso».
Sono le parole di Paolo Savona presidente Consob durante l'audizione alla Commissione Finanze delle Camera in relazione al caso Banca Popolare di Bari.
«L'intervento previsto - sottolinea Savona - comprende un piano di rilancio che abbraccia le esigenze bancarie del Mezzogiorno. Il patrimonio netto di cui abbiamo informazioni si deve presumere che a seguito delle perdite sia perso. Stiamo parlando di circa 70 mila piccoli azionisti».
«Non si tratta di un problema solo di salvataggio, ma di rilancio. Necessità di tutti ora è conoscere tale piano di rilancio, per poterlo giudicare e valutare se rientri nella normativa italiana ed europea. Come Consob siamo disponibili anche a collaborare alla stesura del piano. Possiamo auspicare, e su questo punto ci tengo particolarmente, che Governo e Parlamento decidano di avviare, in seguito a questa esperienza, un esperimento di trasparenza e di rendicontazione della futura attività della Popolare di Bari o della banca in cui essa confluirà, utilizzando per ogni atto una contabilità criptata e decentrata ricorrendo ad algoritmi basati sui metodi di intelligenza artificiale per valutare il metodo di credito, garantendo così una valutazione oggettiva della concessione del credito. In questo modo si eviterebbero le concessioni anomale emerse nelle ultime crisi bancarie».
Durante l'audizione è stato anche sentito il sindaco di Bari, Antonio Decaro che ha sottolineato il forte radicamento sul territorio dell'istituto di credito barese che conta oltre 600 mila clienti di cui 100 mila aziende, oltre a circa 77 mila soci. Un radicamento che si è visto anche nel momento della crisi, quando i clienti hanno continuato a dare fiducia alla banca e solo un 5% di loro ha deciso di spostarsi.
«La comunità barese accolto positivamente il decreto per salvataggio della Banca Popolare di Bari. Questa può essere l'occasione per utilizzare BpB come perno di aggregazione di altre banche del sud per giungere ad una "banca del Mezzogiorno". Ci sono state delle distorsioni, la magistratura sta indagando e dirà quali, ma ora c'è la possibilità anche da parte della politica di controllare chi doveva e deve farlo. L'auspicio è che ci sia una normale operatività della banca in questo periodo».
«Le problematiche da affrontare riguardano gli azionisti e i dipendenti - conclude Decaro - Gli azionisti oggi hanno in mano azioni con un valore di mercato molto più basso del valore nominale. Nel caso in cui una banca fallisca ci sono norme a tutela degli azionisti, ma se non fallisce non c'è nessuna norma e non so se c'è la possibilità di inserirne una simile nel decreto. Per i dipendenti invece sappiamo che c'è un esubero, ma auspichiamo che ci sia una gestione socialmente responsabile delle eventuali eccedenze di personale».
Sono le parole di Paolo Savona presidente Consob durante l'audizione alla Commissione Finanze delle Camera in relazione al caso Banca Popolare di Bari.
«L'intervento previsto - sottolinea Savona - comprende un piano di rilancio che abbraccia le esigenze bancarie del Mezzogiorno. Il patrimonio netto di cui abbiamo informazioni si deve presumere che a seguito delle perdite sia perso. Stiamo parlando di circa 70 mila piccoli azionisti».
«Non si tratta di un problema solo di salvataggio, ma di rilancio. Necessità di tutti ora è conoscere tale piano di rilancio, per poterlo giudicare e valutare se rientri nella normativa italiana ed europea. Come Consob siamo disponibili anche a collaborare alla stesura del piano. Possiamo auspicare, e su questo punto ci tengo particolarmente, che Governo e Parlamento decidano di avviare, in seguito a questa esperienza, un esperimento di trasparenza e di rendicontazione della futura attività della Popolare di Bari o della banca in cui essa confluirà, utilizzando per ogni atto una contabilità criptata e decentrata ricorrendo ad algoritmi basati sui metodi di intelligenza artificiale per valutare il metodo di credito, garantendo così una valutazione oggettiva della concessione del credito. In questo modo si eviterebbero le concessioni anomale emerse nelle ultime crisi bancarie».
Durante l'audizione è stato anche sentito il sindaco di Bari, Antonio Decaro che ha sottolineato il forte radicamento sul territorio dell'istituto di credito barese che conta oltre 600 mila clienti di cui 100 mila aziende, oltre a circa 77 mila soci. Un radicamento che si è visto anche nel momento della crisi, quando i clienti hanno continuato a dare fiducia alla banca e solo un 5% di loro ha deciso di spostarsi.
«La comunità barese accolto positivamente il decreto per salvataggio della Banca Popolare di Bari. Questa può essere l'occasione per utilizzare BpB come perno di aggregazione di altre banche del sud per giungere ad una "banca del Mezzogiorno". Ci sono state delle distorsioni, la magistratura sta indagando e dirà quali, ma ora c'è la possibilità anche da parte della politica di controllare chi doveva e deve farlo. L'auspicio è che ci sia una normale operatività della banca in questo periodo».
«Le problematiche da affrontare riguardano gli azionisti e i dipendenti - conclude Decaro - Gli azionisti oggi hanno in mano azioni con un valore di mercato molto più basso del valore nominale. Nel caso in cui una banca fallisca ci sono norme a tutela degli azionisti, ma se non fallisce non c'è nessuna norma e non so se c'è la possibilità di inserirne una simile nel decreto. Per i dipendenti invece sappiamo che c'è un esubero, ma auspichiamo che ci sia una gestione socialmente responsabile delle eventuali eccedenze di personale».