Bari, la denuncia: «Richiesta di asilo negata a 6 stranieri al porto»
Asgi: «Hanno riferito di essere stati costretti con la forza a salire sul traghetto che li avrebbe portati in Grecia»
sabato 5 giugno 2021
18.24
«Domenica 23 maggio, a sei cittadini stranieri di nazionalità turca tra cui una donna, è stata negata la possibilità di accedere alla richiesta di protezione in Italia, nonostante avessero immediatamente manifestato la volontà di chiedere asilo. I cittadini stranieri erano arrivati in mattinata al porto di Bari, nascosti all'interno di un camion giunto con un traghetto».
La denuncia arriva da Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione e dal Network Porti Adriatici. «Al gruppo di cittadini stranieri, di cui faceva parte una settima persona, subito dopo il loro rintraccio, sono stati sequestrati i telefoni cellulari, i documenti e alcuni farmaci essenziali - prosegue la nota - È stato loro impedito qualunque contatto con avvocati, associazioni e familiari e non gli è stata garantita alcuna informativa legale e l'assistenza di un mediatore. Non risulta altresì essere stata contattata l'organizzazione che, in convenzione con la Prefettura, è incaricata del servizio di informazione ed accoglienza presso il valico di frontiera. I sette cittadini stranieri hanno riferito di essere stati costretti con la forza a salire sul traghetto che li avrebbe portati in Grecia e di aver subìto abusi e violenze da parte della polizia italiana nel corso della procedura di riammissione. Nei momenti che hanno preceduto la chiusura del suddetto vano, uno di loro è stato colto da una crisi epilettica ed è stato portato fuori dal traghetto solo dopo insistenze e proteste da parte dei suoi compagni di viaggio che gli hanno prestato un primo soccorso, prevenendone il soffocamento. Successivamente soccorso da un'ambulanza, è stato trasferito in ospedale dove è stato ricoverato. I sei richiedenti asilo sono stati trattenuti per tutta la durata del viaggio, circa 12 ore, in condizioni inumane e degradanti, al freddo, senza ricevere né cibo né acqua. Come si è appreso successivamente, dopo essere arrivati nel porto di Igoumenitsa in Grecia, sono stati ulteriormente trattenuti per 24 ore in un luogo fatiscente e dallo spazio ristretto nonché privo di qualunque misura che garantisse un adeguato distanziamento, insieme ad altri cittadini stranieri, senza che potessero comunicare ai familiari e alle associazioni dove si trovassero e senza che l'UNHCR – cui la situazione era stata segnalata – ricevesse informazioni dalle autorità italiane. La riammissione in Grecia è avvenuta in modo completamente informale senza la consegna di un provvedimento».
«Come Cobas- Camera del Lavoro Bari sottoscriviamo la denuncia dell' Asgi sulla gravissima circostanza che ha visto 6 richiedenti asilo respinti dalle autorità al porto di Bari - fanno eco dal sindacato cittadino - Quello che accade al porto di Bari è una pratica consolidata: respingimenti illegali in Grecia contro ogni convenzione internazionale, arresti arbitrai, violenze da parte della polizia, detenzioni illegali in luoghi angusti dove viene ammassata gente per ore».
La denuncia arriva da Asgi - Associazione per gli Studi Giuridici sull'immigrazione e dal Network Porti Adriatici. «Al gruppo di cittadini stranieri, di cui faceva parte una settima persona, subito dopo il loro rintraccio, sono stati sequestrati i telefoni cellulari, i documenti e alcuni farmaci essenziali - prosegue la nota - È stato loro impedito qualunque contatto con avvocati, associazioni e familiari e non gli è stata garantita alcuna informativa legale e l'assistenza di un mediatore. Non risulta altresì essere stata contattata l'organizzazione che, in convenzione con la Prefettura, è incaricata del servizio di informazione ed accoglienza presso il valico di frontiera. I sette cittadini stranieri hanno riferito di essere stati costretti con la forza a salire sul traghetto che li avrebbe portati in Grecia e di aver subìto abusi e violenze da parte della polizia italiana nel corso della procedura di riammissione. Nei momenti che hanno preceduto la chiusura del suddetto vano, uno di loro è stato colto da una crisi epilettica ed è stato portato fuori dal traghetto solo dopo insistenze e proteste da parte dei suoi compagni di viaggio che gli hanno prestato un primo soccorso, prevenendone il soffocamento. Successivamente soccorso da un'ambulanza, è stato trasferito in ospedale dove è stato ricoverato. I sei richiedenti asilo sono stati trattenuti per tutta la durata del viaggio, circa 12 ore, in condizioni inumane e degradanti, al freddo, senza ricevere né cibo né acqua. Come si è appreso successivamente, dopo essere arrivati nel porto di Igoumenitsa in Grecia, sono stati ulteriormente trattenuti per 24 ore in un luogo fatiscente e dallo spazio ristretto nonché privo di qualunque misura che garantisse un adeguato distanziamento, insieme ad altri cittadini stranieri, senza che potessero comunicare ai familiari e alle associazioni dove si trovassero e senza che l'UNHCR – cui la situazione era stata segnalata – ricevesse informazioni dalle autorità italiane. La riammissione in Grecia è avvenuta in modo completamente informale senza la consegna di un provvedimento».
«Come Cobas- Camera del Lavoro Bari sottoscriviamo la denuncia dell' Asgi sulla gravissima circostanza che ha visto 6 richiedenti asilo respinti dalle autorità al porto di Bari - fanno eco dal sindacato cittadino - Quello che accade al porto di Bari è una pratica consolidata: respingimenti illegali in Grecia contro ogni convenzione internazionale, arresti arbitrai, violenze da parte della polizia, detenzioni illegali in luoghi angusti dove viene ammassata gente per ore».