Porto di Bari, sequestrate 196 carte d'identità rubate in bianco. Erano dirette in Albania
Denunciati dalla polizia di frontiera due "insospettabili" ritenuti responsabili del traffico illecito dei documenti, trafugati nel 2015 a Piacenza
lunedì 11 novembre 2019
10.39
Erano pronti a salpare dal porto di Bari verso l'Albania con un ingente carico di documenti rubati in Italia. Durante i controlli serali sugli imbarchi nello scalo barese, ufficiali e agenti della polizia di frontiera marittima di Bari, in sinergia con i finanzieri del II gruppo Bari, hanno sequestrato ben 196 carte di identità italiane rubate "in bianco", trafugate da ignoti, nel dicembre del 2015, dagli uffici del Comune di Piacenza e destinate in Albania, dove sarebbero state immesse in un circuito illegale e destinate alla criminalità organizzata.
Tali documenti infatti, se immessi sul mercato nero, specie se extracomunitario, avrebbero fruttato un ingente introito alle associazioni criminali, oltre a consentire agli utilizzatori finali di assumere qualsivoglia identità, agevolandoli nella commissione di reati di varia ed imprevedibile natura. In passato diversi cittadini stranieri, in possesso di analoghi documenti italiani rubati in bianco e compilati con la loro foto e con generalità fittizie, sono stati scoperti alla frontiera, dichiarando, nella circostanza, di essersi procurati i documenti di identità per il tramite di organizzazioni criminali cui avevano corrisposto ingenti somme di denaro, anche 5mila euro, per ogni documento italiano autentico e quindi potenzialmente utile a conseguire il loro fine.
Durante i rituali controlli di frontiera e doganali cui vengono sottoposti, quotidianamente, i passeggeri e i mezzi in arrivo ed in partenza per Albania, nel caso specifico in procinto di imbarcarsi su una motonave diretta a Durazzo, i poliziotti hanno controllato un autobus con targhe albanesi, condotto da M. E. (in qualità di primo autista) e dal suo connazionale J. I. (con mansioni di secondo autista); entrambi sono stati denunciati a piede libero.
I due albanese, apparentemente "insospettabili" perché autisti di pullman turistici già in passato transitati da Bari, sono stati sottoposti a controlli doganali. Nonostante il "nulla da dichiarare" dei due stranieri, gli agenti hanno effettuavato un controllo del pullman, che al momento era privo dei passeggeri, impegnati nei controlli di frontiera e doganali al terminal passeggeri.
Nella circostanza è stato rinvenuto nella disponibilità dei due autisti, custodito nella cappelliera del conducente, un plico chiuso e sigillato con nastro adesivo, in merito al quale i due non sono stati in grado di fornire alcuna indicazione. Di conseguenza è scattata la verifica doganale del contenuto del pacco, all'interno del quale sono state rinvenute le carte d'identità italiane, tutte autentiche e "in bianco", che da accertamenti successivi sono risultate rubate negli uffici comunali piacentini.
Davanti alla specifica richiesta da parte degli inquirenti, i due autisti hanno dichiarato elusivamente di aver ricevuto il pacco da un non meglio identificato cittadino italiano, del quale non sono stati in grado di fornire le generalità; quest'ultimo, avrebbe consegnato loro il plico con l'incarico, dietro compenso della somma di soli 20 euro, di consegnarlo a un terzo soggetto che lo avrebbe prelevato una volta giunti al porto di Durazzo; versione apparsa, da subito, poco realistica.
Pertanto, alla luce di quanto accertato, i documenti sono stati sequestrati e i due stranieri deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Bari, per rispondere del delitto preveduto e punito dagli artt. artt. 110 e 648 del codice penale (ricettazione in concorso).
Tali documenti infatti, se immessi sul mercato nero, specie se extracomunitario, avrebbero fruttato un ingente introito alle associazioni criminali, oltre a consentire agli utilizzatori finali di assumere qualsivoglia identità, agevolandoli nella commissione di reati di varia ed imprevedibile natura. In passato diversi cittadini stranieri, in possesso di analoghi documenti italiani rubati in bianco e compilati con la loro foto e con generalità fittizie, sono stati scoperti alla frontiera, dichiarando, nella circostanza, di essersi procurati i documenti di identità per il tramite di organizzazioni criminali cui avevano corrisposto ingenti somme di denaro, anche 5mila euro, per ogni documento italiano autentico e quindi potenzialmente utile a conseguire il loro fine.
Durante i rituali controlli di frontiera e doganali cui vengono sottoposti, quotidianamente, i passeggeri e i mezzi in arrivo ed in partenza per Albania, nel caso specifico in procinto di imbarcarsi su una motonave diretta a Durazzo, i poliziotti hanno controllato un autobus con targhe albanesi, condotto da M. E. (in qualità di primo autista) e dal suo connazionale J. I. (con mansioni di secondo autista); entrambi sono stati denunciati a piede libero.
I due albanese, apparentemente "insospettabili" perché autisti di pullman turistici già in passato transitati da Bari, sono stati sottoposti a controlli doganali. Nonostante il "nulla da dichiarare" dei due stranieri, gli agenti hanno effettuavato un controllo del pullman, che al momento era privo dei passeggeri, impegnati nei controlli di frontiera e doganali al terminal passeggeri.
Nella circostanza è stato rinvenuto nella disponibilità dei due autisti, custodito nella cappelliera del conducente, un plico chiuso e sigillato con nastro adesivo, in merito al quale i due non sono stati in grado di fornire alcuna indicazione. Di conseguenza è scattata la verifica doganale del contenuto del pacco, all'interno del quale sono state rinvenute le carte d'identità italiane, tutte autentiche e "in bianco", che da accertamenti successivi sono risultate rubate negli uffici comunali piacentini.
Davanti alla specifica richiesta da parte degli inquirenti, i due autisti hanno dichiarato elusivamente di aver ricevuto il pacco da un non meglio identificato cittadino italiano, del quale non sono stati in grado di fornire le generalità; quest'ultimo, avrebbe consegnato loro il plico con l'incarico, dietro compenso della somma di soli 20 euro, di consegnarlo a un terzo soggetto che lo avrebbe prelevato una volta giunti al porto di Durazzo; versione apparsa, da subito, poco realistica.
Pertanto, alla luce di quanto accertato, i documenti sono stati sequestrati e i due stranieri deferiti in stato di libertà alla Procura della Repubblica presso il Tribunale ordinario di Bari, per rispondere del delitto preveduto e punito dagli artt. artt. 110 e 648 del codice penale (ricettazione in concorso).