Presidi a oltranza e sciopero della fame, i ristoratori in piazza a Bari
Stamattina hanno apparecchiato davanti al Comune: «Se falliamo noi fallite voi. La ristorazione va tutelata»
lunedì 11 gennaio 2021
12.13
Un gruppo di imprenditori del mondo Ho.Re.Ca. in maniera spontanea questa mattina ha manifestato in Piazza Prefettura a Bari, apparecchiando la tavola davanti al Comune. Previsti presidi a oltranza e minacciano anche uno sciopero della fame.
«Questa è la conseguenza di quasi un anno di emergenza sanitaria - sottolineano da Passione Ho.Re.Ca. - che ha visto la ristorazione fatta a pezzi, soggetta a provvedimenti illogici, additata come luogo di contagio (nonostante in pratica sia tutto fermo da Marzo 2020), liquidata con misure di ristoro assolutamente insufficienti mentre nel frattempo tasse, utenze e affitti continuavano a richiedere pagamenti da imprenditori che non percepiscono stipendi da mesi».
«In quasi un anno - aggiungono - abbiamo assistito ad una totale mancanza di programmazione del Governo, impreparato in occasione della prima ondata ma colpevolmente in ritardo e privo di idee sul medio e lungo periodo, che si è sempre nascosto dietro una finta compassione nei confronti delle nostre attività. Ma di compassione non si vive. E mentre si litiga su chi dovrà decidere dei Recovery Funds, in Italia continuano a fallire migliaia di aziende».
«Questa è la conseguenza di quasi un anno di emergenza sanitaria - sottolineano da Passione Ho.Re.Ca. - che ha visto la ristorazione fatta a pezzi, soggetta a provvedimenti illogici, additata come luogo di contagio (nonostante in pratica sia tutto fermo da Marzo 2020), liquidata con misure di ristoro assolutamente insufficienti mentre nel frattempo tasse, utenze e affitti continuavano a richiedere pagamenti da imprenditori che non percepiscono stipendi da mesi».
«In quasi un anno - aggiungono - abbiamo assistito ad una totale mancanza di programmazione del Governo, impreparato in occasione della prima ondata ma colpevolmente in ritardo e privo di idee sul medio e lungo periodo, che si è sempre nascosto dietro una finta compassione nei confronti delle nostre attività. Ma di compassione non si vive. E mentre si litiga su chi dovrà decidere dei Recovery Funds, in Italia continuano a fallire migliaia di aziende».