''Priscilla la Regina del deserto". Tappa barese per il Musical da tutto esaurito
Manuel Frattini: «Diversità, tema sempre attualissimo a tutte le età»
giovedì 17 gennaio 2019
9.28
Una storia che racconta la bellezza dell'inclusione e la difficoltà dell'integrazione. Tre amici a bordo di un vecchio bus rosa soprannominato Priscilla, partono per un viaggio attraverso il deserto australiano, alla ricerca di amore, di amicizia e di se stessi. Un Musical per i giovani e per le famiglie che fa riflettere sul tema della "Diversità" da tutti i punti di vista immaginabili. Tratto dal film ''Le Avventure di Priscilla La Regina del Deserto'', il Musical, detto dei record, è nei migliori teatri d'Italia dallo scorso dicembre 2018. A Bari lo scorso week end ha avuto successo in tutte e due le date confermando il tutto esaurito. Tra i protagonisti del Musical, Manuel Frattini in questa nuova sfida interpreta Bernadette, una donna vedova in viaggio con Mirko Ranù che interpreta Felicia la proprietaria del bus e Cristian Ruiz che interpreta Mitzi alla ricerca di suo figlio. Uno spettacolo straordinario che porta in scena con la Compagnia della Rancia un cast formato da 20 persone tra attori ballerini e cantanti e altri 20 dietro le quinte. 500 costumi e più di 60 parrucche. La musica, tra i più famosi brani degli anni '70 è suonata live.
Manuel Frattini danzatore, cantante e attore. È la formula perfetta per i Musical?
«Sono indispensabili. Io preferisco chiamarle arti, quindi danza recitazione e canto applicate in questa bellissima storia che per me diventa una sfida artistica pazzesca, perché arrivo da un percorso con ruoli completamente diversi. Si rispolverano quei valori semplici ma molte volte trascurati, amore, fedeltà e amicizia. Amore in tutte le sue forme che può avere tanti colori e quindi niente discriminazioni. Non si dovrebbe neanche più sottolineare questo aspetto».
Cosa ne pensi della diversità?
«È un tema sempre attualissimo, purtroppo. Quindi noi vogliamo che questa parola sia bandita. Vorrei che questo spettacolo sia per famiglie, perché questo tipo di informazione deve arrivare subito a un giovane proprio per capire certe dinamiche».
Perché famiglie con i loro figli dovrebbero vedere questo spettacolo?
«Intanto i bambini sono neutri e puliti da ogni tipo di influenza che può essere esterna, quindi già il loro cuore sarebbe aperto. Sarebbe semplicemente raccontare una storia nuova, vederla con occhi semplici e accettarla così come è. Ma sono sicuro che un bambino questo problema non se lo farebbe assolutamente».
Un tuo desiderio adesso?
È quello che sto vivendo. In questo momento la voglia di un cambio e di sdoganare in qualcosa di diverso era un desiderio che si sta avverando».
Ti piace il jazz e la danza jazz. Hai usato in alcuni dei tuoi spettacoli teatrali la musica di Gershwin ed il tuo prossimo personaggio potrebbe essere Charlie Chaplin
«Beh, Charlie Chaplin è un sogno nel cassetto che sta lì da tanto tempo. Un artista di cui si può dire così tanto. Sarebbe bello raccontare la sua storia su un palcoscenico. E poi lo swing, il jazz e autori come Gershwin sono immortali, per cui qualche titolo legato a questi grandi musicisti sarebbe bellissimo portarlo in scena e chissà che non succeda, ma non dico niente».
Manuel Frattini danzatore, cantante e attore. È la formula perfetta per i Musical?
«Sono indispensabili. Io preferisco chiamarle arti, quindi danza recitazione e canto applicate in questa bellissima storia che per me diventa una sfida artistica pazzesca, perché arrivo da un percorso con ruoli completamente diversi. Si rispolverano quei valori semplici ma molte volte trascurati, amore, fedeltà e amicizia. Amore in tutte le sue forme che può avere tanti colori e quindi niente discriminazioni. Non si dovrebbe neanche più sottolineare questo aspetto».
Cosa ne pensi della diversità?
«È un tema sempre attualissimo, purtroppo. Quindi noi vogliamo che questa parola sia bandita. Vorrei che questo spettacolo sia per famiglie, perché questo tipo di informazione deve arrivare subito a un giovane proprio per capire certe dinamiche».
Perché famiglie con i loro figli dovrebbero vedere questo spettacolo?
«Intanto i bambini sono neutri e puliti da ogni tipo di influenza che può essere esterna, quindi già il loro cuore sarebbe aperto. Sarebbe semplicemente raccontare una storia nuova, vederla con occhi semplici e accettarla così come è. Ma sono sicuro che un bambino questo problema non se lo farebbe assolutamente».
Un tuo desiderio adesso?
È quello che sto vivendo. In questo momento la voglia di un cambio e di sdoganare in qualcosa di diverso era un desiderio che si sta avverando».
Ti piace il jazz e la danza jazz. Hai usato in alcuni dei tuoi spettacoli teatrali la musica di Gershwin ed il tuo prossimo personaggio potrebbe essere Charlie Chaplin
«Beh, Charlie Chaplin è un sogno nel cassetto che sta lì da tanto tempo. Un artista di cui si può dire così tanto. Sarebbe bello raccontare la sua storia su un palcoscenico. E poi lo swing, il jazz e autori come Gershwin sono immortali, per cui qualche titolo legato a questi grandi musicisti sarebbe bellissimo portarlo in scena e chissà che non succeda, ma non dico niente».