Problema rifiuti in provincia di Bari, Legambiente: «Situazione inaccettabile»
L’associazione torna a chiedere l’Osservatorio Regionale che verifichi l’attuazione del piano
venerdì 13 gennaio 2023
10.20
«È inaccettabile che il 2023 inizi con l'ennesimo rischio emergenza rifiuti in Puglia».
Inizia così una lunga nota di commenta Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia, con la quale esprime il rammarico per la situazione emergenziale in cui rischiano di cadere i 39 Comuni della Provincia di Bari in seguito al blocco del conferimento dei rifiuti da parte della discarica di Conversano dal 9 gennaio scorso.
«Puntualmente ci si ritrova a parlare delle stesse emergenze, come quella di Conversano, che ormai è ben nota a tutti e che invano si cerca di procrastinare alla prossima emergenza, piuttosto che procedere alla sua chiusura e dismissione - prosegue -. Proprio nel novembre scorso, in occasione della XIV edizione di Comuni Ricicloni Puglia, svolta ad un anno dall'approvazione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, abbiamo sottolineato come l'impiantistica regionale è il vero elemento cruciale per uscire dal modello di economia lineare che ha tenuto e continua a tenere in ostaggio la Regione Puglia per ormai troppi anni».
L'emergenza rifiuti in Puglia è data da due elementi fondamentali: l'ancora elevata produzione di secco residuo che tocca anche i Comuni che superano il 65% di Raccolta Differenziata e il grande punto debole dei grandi centri come Bari, Foggia, Brindisi e Taranto. Questi rappresentano ben il 20% della popolazione dell'intera Regione Puglia e sono lontani dal raggiungere la soglia minima prevista dalla legge, continuando ad alimentare le discariche.
Il nuovo Piano Rifiuti Regionale è vero che ha alla base i concetti e le linee d'azione della tariffazione puntuale, in nome del principio "chi inquina paga", ma è anche vero che servono interventi più incisivi di premialità per quei Comuni che sono veramente virtuosi e che riducono il secco residuo, così portando il meno possibile in discarica. Oggi più che mai in Puglia è fondamentale realizzare impianti seri e pubblici per il trattamento dell'organico, delle frazioni secche, dei RAEE, dei pannolini, del fine vite delle rinnovabili.
«La realizzazione degli impianti deve essere rapida e veloce con la collaborazione dei territori, perché se vogliamo subito chiudere le discariche dobbiamo avere ora i nuovi impianti necessari all'Economia Circolare pugliese. – continua Ronzulli - Torniamo nuovamente a chiedere all'assessora regionale all'Ambiente, Anna Grazia Maraschio, l'istituzione dell'Osservatorio Regionale che possa realmente verificare l'attuazione del piano stesso con il supporto e contributo prezioso anche delle associazioni ambientaliste che da anni seguono e apportano il proprio contributo per la vera realizzazione dell'Economia Circolare in Puglia».
Inizia così una lunga nota di commenta Ruggero Ronzulli, presidente di Legambiente Puglia, con la quale esprime il rammarico per la situazione emergenziale in cui rischiano di cadere i 39 Comuni della Provincia di Bari in seguito al blocco del conferimento dei rifiuti da parte della discarica di Conversano dal 9 gennaio scorso.
«Puntualmente ci si ritrova a parlare delle stesse emergenze, come quella di Conversano, che ormai è ben nota a tutti e che invano si cerca di procrastinare alla prossima emergenza, piuttosto che procedere alla sua chiusura e dismissione - prosegue -. Proprio nel novembre scorso, in occasione della XIV edizione di Comuni Ricicloni Puglia, svolta ad un anno dall'approvazione del nuovo Piano Regionale dei Rifiuti, abbiamo sottolineato come l'impiantistica regionale è il vero elemento cruciale per uscire dal modello di economia lineare che ha tenuto e continua a tenere in ostaggio la Regione Puglia per ormai troppi anni».
L'emergenza rifiuti in Puglia è data da due elementi fondamentali: l'ancora elevata produzione di secco residuo che tocca anche i Comuni che superano il 65% di Raccolta Differenziata e il grande punto debole dei grandi centri come Bari, Foggia, Brindisi e Taranto. Questi rappresentano ben il 20% della popolazione dell'intera Regione Puglia e sono lontani dal raggiungere la soglia minima prevista dalla legge, continuando ad alimentare le discariche.
Il nuovo Piano Rifiuti Regionale è vero che ha alla base i concetti e le linee d'azione della tariffazione puntuale, in nome del principio "chi inquina paga", ma è anche vero che servono interventi più incisivi di premialità per quei Comuni che sono veramente virtuosi e che riducono il secco residuo, così portando il meno possibile in discarica. Oggi più che mai in Puglia è fondamentale realizzare impianti seri e pubblici per il trattamento dell'organico, delle frazioni secche, dei RAEE, dei pannolini, del fine vite delle rinnovabili.
«La realizzazione degli impianti deve essere rapida e veloce con la collaborazione dei territori, perché se vogliamo subito chiudere le discariche dobbiamo avere ora i nuovi impianti necessari all'Economia Circolare pugliese. – continua Ronzulli - Torniamo nuovamente a chiedere all'assessora regionale all'Ambiente, Anna Grazia Maraschio, l'istituzione dell'Osservatorio Regionale che possa realmente verificare l'attuazione del piano stesso con il supporto e contributo prezioso anche delle associazioni ambientaliste che da anni seguono e apportano il proprio contributo per la vera realizzazione dell'Economia Circolare in Puglia».