Mater Dei a Bari in crisi, Montanaro: «Approfondimenti in corso»

I sindacati denunciano carenza di radiologi, biologi, infermieri, tecnici e ausiliari sia nel pronto soccorso che nei reparti

giovedì 30 gennaio 2020 18.28
Pronto soccorso e reparti della Mater Dei in crisi a causa di carenza di radiologi, biologi, infermieri, tecnici e ausiliari. A denunciare la situazione in III commissione regionale i sindacati di Cisl, Ugl, Usppi, Cisal, Fials e Cimop.

I sindacati hanno denunciato un progressivo abbassamento della qualità delle prestazioni, dovuto alla carenza di radiologi, biologi, infermieri, tecnici e ausiliari e che determina condizioni di lavoro non sostenibili per il poco personale in servizio. Va verificato quindi il rispetto dei criteri stabiliti per l'accreditamento, dal momento che risulta anche un utilizzo di personale diverso da quello previsto nel modello organizzativo. Il direttore Montanaro ha risposto di aver avviato l'attività di controllo così come sollecitato dai sindacati già da luglio scorso e che è di qualche giorno fa la richiesta di ulteriori approfondimenti sulla relazione presentata dal direttore generale della Asl di Bari.

«Ottenuta la trascrizione degli interventi delle rappresentanze sindacali territoriali che oggi in commissione III hanno portato le loro istanze in merito alla situazione della Mater Dei - sottolinea il consigliere pentastellato Conca - provvederò a portarle in Procura e presentare un esposto perché si occupi di una situazione ormai al limite dell'inimmaginabile che stigmatizzo da anni. Sul Pronto Soccorso ho più volte sottolineato che andrebbe definitivamente chiuso ponendo la parola fine a quello che è solo uno spreco di denaro, accordato nel 2013 dalla giunta Vendola, che sarebbe dovuto costare ai pugliesi 500 mila euro al mese, invece, è poi lievitato a circa 20 milioni annui perché per sua natura il pronto soccorso non può avere un tetto di spesa. La carenza di radiologi, biologi, infermieri, tecnici e ausiliari determina condizioni di lavoro non sostenibili per il poco personale in servizio che sovente si licenzia. Va verificato il rispetto dei criteri stabiliti per l'accreditamento, dal momento che risulta anche un utilizzo di personale diverso da quello previsto nel modello organizzativo per quanto affermato da alcune sigle sindacali. Segnalazioni che furono sollevate dalle stesse sigle sindacali anche mesi fa e rimaste inascoltate dall'assessore alla Salute e dal Dipartimento. Non si può continuare ad aspettare mesi in attesa di controlli, va attivato immediatamente il Nucleo Ispettivo Regionale Sanitario».

In commissione si è discusso anche del regolamento regionale sulla rete assistenziale sanitaria e socio sanitaria per i disturbi dello spettro autistico. Le associazioni presenti hanno fornito alla commissione elementi per formulare una proposta alla Giunta regionale di modifica di alcuni aspetti del provvedimento. L'attenzione è stata posta in particolare sull'ammontare delle tariffe per la riabilitazione, ritenuto poco congruo e di molto inferiore alla media nazionale, sulla necessità di una ridefinizione del fabbisogno in un'ottica di equa copertura territoriale, di strutturare e potenziare i CAT con equipe multidisciplinari e specializzate e di stabilire che gli enti, una volta ottenuta l'autorizzazione ad erogare i servizi, debbano entro sei mesi garantirne l'avvio per evitare il "falso raggiungimento" dei posti letto previsti. Si chiede inoltre di dare la possibilità a realtà nate dall'associazionismo delle famiglie di poter ottenere l'accreditamento, sperimentando un percorso di transizione per l'adeguamento alle norme.