Prostituzione minorile, blitz a Bari. Angelillis: «Ragazze allettate dai guadagni facili»
Secondo il procuratore aggiunto «i social network spesso costituiscono una vetrina di questo mercato del sesso»
lunedì 13 maggio 2024
21.34
«La chiave di lettura di questa vicenda è sempre quella della prospettiva di facili guadagni per ragazze che spesso non hanno gli anticorpi per impedire di essere veicolati da amicizie sbagliate all'interno di meccanismi perversi gestiti da persone senza scrupoli». L'ha affermato Ciro Angelillis, procuratore aggiunto di Bari.
L'operazione della Squadra Mobile di Bari che ha fatto luce su una rete di prostituzione minorile ha portato alla esecuzione di dieci misure cautelari. Le tre 16enni coinvolte nel giro di prostituzione minorile sarebbero state «impiegate come segretarie», ha aggiunto il magistrato segnalando che «in questi casi è chiaro che la questione penale si intreccia con quella sociale. Non si può non rilevare come i social network spesso costituiscano una vetrina di questo mercato del sesso».
Gli stessi social che sono «sempre più complicati da controllare da parte di famiglie ed educatori in generale». Sui social sarebbero state contattate le ragazzine che pubblicavano loro scatti. «Il giro d'affari lo possiamo solo intuire, parliamo di prestazioni con tariffe di 100-150 euro» a cui si aggiungono «le percentuali - ha continuato il procuratore aggiunto - che andavano a chi ospitava questo tipo di incontri. Non parliamo di cifre esorbitanti e questo purtroppo è una aggravante».
La prostituzione minorile, anche in Puglia, è «un fenomeno trasversale che riguarda anche dei contesti sociali non particolarmente degradati, ma che riguarda la capacità delle famiglie di controllare certi meccanismi che purtroppo sono affidati in modo incontrollato ai social network», ha concluso il procuratore Angelillis.
L'operazione della Squadra Mobile di Bari che ha fatto luce su una rete di prostituzione minorile ha portato alla esecuzione di dieci misure cautelari. Le tre 16enni coinvolte nel giro di prostituzione minorile sarebbero state «impiegate come segretarie», ha aggiunto il magistrato segnalando che «in questi casi è chiaro che la questione penale si intreccia con quella sociale. Non si può non rilevare come i social network spesso costituiscano una vetrina di questo mercato del sesso».
Gli stessi social che sono «sempre più complicati da controllare da parte di famiglie ed educatori in generale». Sui social sarebbero state contattate le ragazzine che pubblicavano loro scatti. «Il giro d'affari lo possiamo solo intuire, parliamo di prestazioni con tariffe di 100-150 euro» a cui si aggiungono «le percentuali - ha continuato il procuratore aggiunto - che andavano a chi ospitava questo tipo di incontri. Non parliamo di cifre esorbitanti e questo purtroppo è una aggravante».
La prostituzione minorile, anche in Puglia, è «un fenomeno trasversale che riguarda anche dei contesti sociali non particolarmente degradati, ma che riguarda la capacità delle famiglie di controllare certi meccanismi che purtroppo sono affidati in modo incontrollato ai social network», ha concluso il procuratore Angelillis.