Protesta a metà per gli studenti: Osa in corteo, Udu-Link opta per l'assemblea
A causa della pioggia che da stamattina scende copiosa una delle manifestazioni previste non si è svolta
venerdì 15 novembre 2024
15.53
La pioggia ha scombinato i piani degli studenti pronti a scendere in piazza questa mattina, e dei due cortei previsti se n'è tenuto uno solo. L'altro è stato trasformato in assemblea studentesca nei locali dell'Ateneo.
A scendere in piazza nonostante il temporale sono stati gli studenti di Osa e Cambiare Rotta Bari, con in testa al corteo uno striscione con su scritto: «No Meloni Day - Contro il Governo dei tagli, della guerra e delle riforme all'Università». In contemporanea con la piazza barese, gli studenti sono scesi in campo anche in altre piazze lungo la penisola. «È da anni che assistiamo a Governi, da destra a sinistra, tagliare sull'università e formulare riforme che demoliscono la funzione di emancipazione che originariamente luoghi come questo dovevano garantire; a pari passo la classe politica finanzia guerre in tutto il mondo e spende tutto sul riarmo dando chiara dimostrazione di quali sono loro priorità - scrivevano nella notta che annunciava la protesta -. Come studenti e studentesse siamo costretti a vivere un modello universitario che è il risultato di tutte le controriforme degli ultimi anni, un modello che uccide, che ci costringe all'ipercompetizione, all'isolamento, al disagio mentale, a misurarci con criteri di merito, e che ci porta tutti i giorni a scontrarci con un futuro fatto di lavoro precario dopo gli studi. Da un taglio di mezzo miliardo dal fondo finanziario ordinario che svuota le nostre borse di studio o le nega alla maggior parte di noi, alla riforma dei 60cfu o a quella del preruolo, che ci costringe ad essere schiavi del precariato per la maggior parte della nostra vita lavorativa, l'aumento costante degli affitti, degli abbonamenti dei mezzi, del prezzo dei libri - questo modello universitario non garantisce un reale diritto allo studio. Tutto questo è strettamente legato al reale interesse di questo Governo ovvero investire sul riarmo e su collaborazioni con lo stato criminale di Israele che da un anno sta compiendo in genocidio e compiendo bombardamenti indiscriminati in tutto il medio oriente. I luoghi di cultura in cui studiamo sono stati ridotti a dei meri apparati ideologici di stato in cui aziende private produttrici di armi, come la Leonardo S.P.A., trovano largo spazio per investire e per utilizzare il nostro lavoro mentale per i suoi interessi criminali. Per questo è necessario costruire un alternative a questo sistema universitario che riflette in maniera sempre più evidente le logiche guerrafondaie di questo governo e delle sue false opposizioni».
Il corteo si è trasformato in un'assemblea tra studenti invece per Udu Link, ma anche in questo caso si è levato alto il grido dei ragazzi che chiedono cose ben precise al Governo, ovvero che «edilizia scolastica, sostegno psicologico e servizi per studenti siano rimesse al centro delle discussioni». «La situazione dell'edilizia scolastica a Bari e nel Paese continua a essere inaccettabile - dichiara Antonella Albergo dell'Unione degli Studenti Bari -. Abbiamo aule sovraffollate, riscaldamento insufficiente, infiltrazioni e crolli che minacciano la sicurezza quotidiana degli studenti. I fondi stanziati per la manutenzione ordinaria non sono sufficienti a coprire il deterioramento delle strutture, spesso datate di decenni. Chiediamo un piano di investimenti per garantire a tutti gli studenti scuole sicure e moderne. Non possiamo accettare che gli edifici scolastici diventino un pericolo: ogni giorno che passa, continuiamo a studiare in strutture non a norma, dove perfino il minimo standard di dignità e sicurezza viene meno».
«Vogliamo una città universitaria vera, non uno slogan - dichiara Sahar Locaputo, coordinatrice di UDU Link Bari -. Gli studenti che vengono a studiare a Bari devono affrontare costi elevati per affitti fuori mercato, una mobilità pubblica inadeguata e discontinua, oltre alla mancanza di spazi di studio e aggregazione. La situazione abitativa è insostenibile, e la mancanza di alloggi a prezzi accessibili spinge molti studenti a rinunciare a trasferirsi o a vivere situazioni di disagio economico. Chiediamo che le istituzioni locali investano seriamente in politiche di edilizia residenziale universitaria, con affitti calmierati e un aumento delle residenze per studenti».
«Le Organizzazioni scese oggi in piazza chiedono che questi temi diventino prioritari nelle politiche pubbliche locali e nazionali, con un piano di sviluppo concreto e lungimirante per Bari e per tutto il sistema scolastico e universitario. Centrali nelle nostre rivendicazioni sono inoltre i temi della pace e dell'ambiente: è necessario, a maggior ragione visti gli esiti della COP29, un piano di sviluppo che integri sostenibilità e giustizia climatica per garantire un futuro sostenibile ed inclusivo per tutti e tutte, a partire dalle nuove generazioni, dando così prospettive reali agli studenti. È fondamentale un cambiamento radicale - conclude Gennaro Cifinelli di Zona Franka -, che includa al suo interno anche i piani di edilizia scolastica e universitaria. Un esempio concreto è infatti la previsione di ristrutturazioni e la costruzione di nuovi edifici, progettati per ridurre l'impatto ambientale e offrire spazi inclusivi e sicuri per tutte e tutti. Oltre a questo, fondamentale è avere dei servizi efficienti come una mobilità pubblica accessibile e puntuale, che siano coniugati necessariamente alla tutela ambientale e ai diritti sociali. Vogliamo che Bari non sia solo una città di passaggio per gli studenti e cittadini, ma un luogo in cui possano sentirsi accolti, sostenuti e in grado di costruire il proprio futuro su fondamenta di pace e sostenibilità. Solo così potremo combattere lo spopolamento e far crescere la nostra città, trasformando sfide globali in opportunità locali»
A scendere in piazza nonostante il temporale sono stati gli studenti di Osa e Cambiare Rotta Bari, con in testa al corteo uno striscione con su scritto: «No Meloni Day - Contro il Governo dei tagli, della guerra e delle riforme all'Università». In contemporanea con la piazza barese, gli studenti sono scesi in campo anche in altre piazze lungo la penisola. «È da anni che assistiamo a Governi, da destra a sinistra, tagliare sull'università e formulare riforme che demoliscono la funzione di emancipazione che originariamente luoghi come questo dovevano garantire; a pari passo la classe politica finanzia guerre in tutto il mondo e spende tutto sul riarmo dando chiara dimostrazione di quali sono loro priorità - scrivevano nella notta che annunciava la protesta -. Come studenti e studentesse siamo costretti a vivere un modello universitario che è il risultato di tutte le controriforme degli ultimi anni, un modello che uccide, che ci costringe all'ipercompetizione, all'isolamento, al disagio mentale, a misurarci con criteri di merito, e che ci porta tutti i giorni a scontrarci con un futuro fatto di lavoro precario dopo gli studi. Da un taglio di mezzo miliardo dal fondo finanziario ordinario che svuota le nostre borse di studio o le nega alla maggior parte di noi, alla riforma dei 60cfu o a quella del preruolo, che ci costringe ad essere schiavi del precariato per la maggior parte della nostra vita lavorativa, l'aumento costante degli affitti, degli abbonamenti dei mezzi, del prezzo dei libri - questo modello universitario non garantisce un reale diritto allo studio. Tutto questo è strettamente legato al reale interesse di questo Governo ovvero investire sul riarmo e su collaborazioni con lo stato criminale di Israele che da un anno sta compiendo in genocidio e compiendo bombardamenti indiscriminati in tutto il medio oriente. I luoghi di cultura in cui studiamo sono stati ridotti a dei meri apparati ideologici di stato in cui aziende private produttrici di armi, come la Leonardo S.P.A., trovano largo spazio per investire e per utilizzare il nostro lavoro mentale per i suoi interessi criminali. Per questo è necessario costruire un alternative a questo sistema universitario che riflette in maniera sempre più evidente le logiche guerrafondaie di questo governo e delle sue false opposizioni».
Il corteo si è trasformato in un'assemblea tra studenti invece per Udu Link, ma anche in questo caso si è levato alto il grido dei ragazzi che chiedono cose ben precise al Governo, ovvero che «edilizia scolastica, sostegno psicologico e servizi per studenti siano rimesse al centro delle discussioni». «La situazione dell'edilizia scolastica a Bari e nel Paese continua a essere inaccettabile - dichiara Antonella Albergo dell'Unione degli Studenti Bari -. Abbiamo aule sovraffollate, riscaldamento insufficiente, infiltrazioni e crolli che minacciano la sicurezza quotidiana degli studenti. I fondi stanziati per la manutenzione ordinaria non sono sufficienti a coprire il deterioramento delle strutture, spesso datate di decenni. Chiediamo un piano di investimenti per garantire a tutti gli studenti scuole sicure e moderne. Non possiamo accettare che gli edifici scolastici diventino un pericolo: ogni giorno che passa, continuiamo a studiare in strutture non a norma, dove perfino il minimo standard di dignità e sicurezza viene meno».
«Vogliamo una città universitaria vera, non uno slogan - dichiara Sahar Locaputo, coordinatrice di UDU Link Bari -. Gli studenti che vengono a studiare a Bari devono affrontare costi elevati per affitti fuori mercato, una mobilità pubblica inadeguata e discontinua, oltre alla mancanza di spazi di studio e aggregazione. La situazione abitativa è insostenibile, e la mancanza di alloggi a prezzi accessibili spinge molti studenti a rinunciare a trasferirsi o a vivere situazioni di disagio economico. Chiediamo che le istituzioni locali investano seriamente in politiche di edilizia residenziale universitaria, con affitti calmierati e un aumento delle residenze per studenti».
«Le Organizzazioni scese oggi in piazza chiedono che questi temi diventino prioritari nelle politiche pubbliche locali e nazionali, con un piano di sviluppo concreto e lungimirante per Bari e per tutto il sistema scolastico e universitario. Centrali nelle nostre rivendicazioni sono inoltre i temi della pace e dell'ambiente: è necessario, a maggior ragione visti gli esiti della COP29, un piano di sviluppo che integri sostenibilità e giustizia climatica per garantire un futuro sostenibile ed inclusivo per tutti e tutte, a partire dalle nuove generazioni, dando così prospettive reali agli studenti. È fondamentale un cambiamento radicale - conclude Gennaro Cifinelli di Zona Franka -, che includa al suo interno anche i piani di edilizia scolastica e universitaria. Un esempio concreto è infatti la previsione di ristrutturazioni e la costruzione di nuovi edifici, progettati per ridurre l'impatto ambientale e offrire spazi inclusivi e sicuri per tutte e tutti. Oltre a questo, fondamentale è avere dei servizi efficienti come una mobilità pubblica accessibile e puntuale, che siano coniugati necessariamente alla tutela ambientale e ai diritti sociali. Vogliamo che Bari non sia solo una città di passaggio per gli studenti e cittadini, ma un luogo in cui possano sentirsi accolti, sostenuti e in grado di costruire il proprio futuro su fondamenta di pace e sostenibilità. Solo così potremo combattere lo spopolamento e far crescere la nostra città, trasformando sfide globali in opportunità locali»