Provincia di Bari, interdittiva antimafia per imprenditore caseario
I due soci dell'azienda, sembrerebbe legati al clan Parisi, avrebbero anche minacciato di ritorsioni fisiche un rivenditore di prodotti caseari
lunedì 28 dicembre 2020
15.32
I carabinieri del nucleo informativo del comando provinciale di Bari hanno dato esecuzione ad un decreto di informazione antimafia, emesso dalla Prefettura di Bari, nei confronti di S.P., 46 enne, rappresentante legale di una società avente ad oggetto la produzione di prodotti caseari.
Il provvedimento scaturisce da una complessa attività d'indagine, svolta dai carabinieri sulla società in questione, che ha consentito di riscontrare la presenza di due soci del quadro aziendale i quali, oltre ad avere le frequentazioni con elementi di spicco del clan "Parisi" di Bari, uno è stato condannato definitivamente per i reati di estorsione, rapina, e truffa, mentre l'altro socio inquisito, unitamente al citato associato, risultano indagati in un altro procedimento penale in corso ed in attesa di giudizio.
Nella complessa attività investigativa sono state dettagliatamente ricostruite le modalità operative attraverso le quali i due soci aziendali in questione, evocando l'esistenza del sodalizio criminoso con il c.d. clan "Parisi", avrebbero costretto, con minacce di ritorsioni fisiche, un rivenditore di prodotti caseari a ricevere quantitativi inferiori a quanto dichiarato e a corrispondere del denaro di cui era debitore.
La società in questione è stata già destinataria di analogo provvedimento interdittivo notificato nel 2016, il quale è stato impugnato al TAR Puglia e tuttora è in fase di definizione.
Il provvedimento scaturisce da una complessa attività d'indagine, svolta dai carabinieri sulla società in questione, che ha consentito di riscontrare la presenza di due soci del quadro aziendale i quali, oltre ad avere le frequentazioni con elementi di spicco del clan "Parisi" di Bari, uno è stato condannato definitivamente per i reati di estorsione, rapina, e truffa, mentre l'altro socio inquisito, unitamente al citato associato, risultano indagati in un altro procedimento penale in corso ed in attesa di giudizio.
Nella complessa attività investigativa sono state dettagliatamente ricostruite le modalità operative attraverso le quali i due soci aziendali in questione, evocando l'esistenza del sodalizio criminoso con il c.d. clan "Parisi", avrebbero costretto, con minacce di ritorsioni fisiche, un rivenditore di prodotti caseari a ricevere quantitativi inferiori a quanto dichiarato e a corrispondere del denaro di cui era debitore.
La società in questione è stata già destinataria di analogo provvedimento interdittivo notificato nel 2016, il quale è stato impugnato al TAR Puglia e tuttora è in fase di definizione.