Qualità della Vita, Bari 103ma nella classifica di Italia Oggi. Il centrodestra: «Disastro amministrativo»
I consiglieri Carrieri, Melchiorre e Picaro attaccano: «Devastanti i risultati di molti indicatori»
giovedì 22 novembre 2018
Bari e l'intera area metropolitana scendono alla posizione 103 (su 110) della classifica relativa alla qualità della vita stilata dal magazine Italia Oggi, tenendo conto di quasi un centinaio di indicatori di massima. Passo indietro per la nostra città rispetto al 2017, quando nella stessa graduatoria si era piazzata sette posizioni più su.
I consiglieri di centrodestra Giuseppe Carrieri, Filippo Melchiorre e Michele Picaro commentano così alcuni dei parametri emersi dalle rilevazioni di Italia Oggi in merito alla qualità della vita a Bari: «Devastanti alcuni indicatori - dicono. La spesa mensile pro capite si riduce a 839 euro (92 posto, meno 5 posizioni rispetto lo 2017). Il tasso di disoccupazione giovanile passa al 56% (109 posto, meno 12 posizioni rispetto il 2017). L'indice di emigrazione si incrementa al 17,68 ogni mille abitanti (perdendo ancora una posizione rispetto al 2017). Il rapporto giovani/anziani peggiora ancora, poiché gli over 65 diventano il 25% della popolazione barese. Aumenta la mortalità delle imprese al 7,7 ogni 100 attive (meno 24 posizioni rispetto il 2017)».
Per Caradonna, Carrieri e Picaro, quindi, si tratta di una «Città piú povera, senza lavoro, con meno imprese, con piú anziani e con le giovani generazioni che se ne vanno. Un disastro amministrativo, poiché nessuna efficace politica è stata in questi anni messa in campo per contrastare questi trend. Del tutto improduttiva, per esempio, è ormai da ritenersi l'operazione Porta Futuro che al di là dei costi di realizzazione evidentemente nulla ha poi prodotto. Noi abbiamo proposto altro con più atti amministrativi. La vendita dell'Amgas srl e il reinvestimento dei circa 80 milioni di euro ricavabili, in sgravi fiscali per chi viene a vivere a Bari oppure apre una nuova impresa a Bari assumendo disoccupati baresi; sostegni alla natalità. Abbiamo proposto l'immediato insediamento e sostegno comunale delle ZES nella zona portuale. Abbiamo proposto infine di sostenere fortemente le imprese che si riconvertono alla green economy, in modo da far diventare Bari hub del Mediterraneo in tale comparto industriale. Il comparto che tutte le analisi economiche individuano come volano di sviluppo del futuro».
I consiglieri di centrodestra Giuseppe Carrieri, Filippo Melchiorre e Michele Picaro commentano così alcuni dei parametri emersi dalle rilevazioni di Italia Oggi in merito alla qualità della vita a Bari: «Devastanti alcuni indicatori - dicono. La spesa mensile pro capite si riduce a 839 euro (92 posto, meno 5 posizioni rispetto lo 2017). Il tasso di disoccupazione giovanile passa al 56% (109 posto, meno 12 posizioni rispetto il 2017). L'indice di emigrazione si incrementa al 17,68 ogni mille abitanti (perdendo ancora una posizione rispetto al 2017). Il rapporto giovani/anziani peggiora ancora, poiché gli over 65 diventano il 25% della popolazione barese. Aumenta la mortalità delle imprese al 7,7 ogni 100 attive (meno 24 posizioni rispetto il 2017)».
Per Caradonna, Carrieri e Picaro, quindi, si tratta di una «Città piú povera, senza lavoro, con meno imprese, con piú anziani e con le giovani generazioni che se ne vanno. Un disastro amministrativo, poiché nessuna efficace politica è stata in questi anni messa in campo per contrastare questi trend. Del tutto improduttiva, per esempio, è ormai da ritenersi l'operazione Porta Futuro che al di là dei costi di realizzazione evidentemente nulla ha poi prodotto. Noi abbiamo proposto altro con più atti amministrativi. La vendita dell'Amgas srl e il reinvestimento dei circa 80 milioni di euro ricavabili, in sgravi fiscali per chi viene a vivere a Bari oppure apre una nuova impresa a Bari assumendo disoccupati baresi; sostegni alla natalità. Abbiamo proposto l'immediato insediamento e sostegno comunale delle ZES nella zona portuale. Abbiamo proposto infine di sostenere fortemente le imprese che si riconvertono alla green economy, in modo da far diventare Bari hub del Mediterraneo in tale comparto industriale. Il comparto che tutte le analisi economiche individuano come volano di sviluppo del futuro».