«Quattro clan a Bari: Capriati, Strisciuglio, Parisi-Palermiti e Mercante Diomede»

La relazione dell'Antimafia al Parlamento: «Il clan Di Cosola sta vivendo un momento di forti frizioni interne»

martedì 18 giugno 2024 13.44
A cura di Nicola Miccione
«Sotto il profilo criminale, si possono considerare presenti a Bari quattro clan egemoni, per lo più corrispondenti ad altrettante famiglie mafiose storicamente radicate, con ramificazioni in provincia e proiezioni pure in diverse aree della Regione ovvero: i Capriati, gli Strisciuglio, i Parisi-Palermiti e i Mercante Diomede».

È quanto rimarca la relazione della Direzione Investigativa Antimafia relativa al semestre da gennaio a giugno 2023 nel capitolo dedicato al fenomeno criminale delle mafie pugliesi. «Il clan Di Cosola manifesterebbe avvisaglie di possibili tentativi di ricostituzione. Ai menzionati clan egemoni sono subordinati una pluralità di gruppi di minore caratura. E fra questi, si annoverano i gruppi Misceo, Montani, Anemolo, Fiore-Risoli, Di Cosimo-Rafaschieri, Lorusso, Velluto e i Telegrafo».

Il clan Capriati «è attivo storicamente nel borgo antico di Bari nonché, attraverso i propri referenti, nei quartieri Fesca e nella zona di San Cataldo ed in una vasta porzione della terra di Bari e della Bat. Il clan è dedito principalmente al traffico di stupefacenti, alle estorsioni e alla gestione del gioco d'azzardo. Considerato il prolungato stato di detenzione del capo storico del clan, si sono affiancati nel tempo vari reggenti, trai quali l'ultimo, Domenico Capriati, assassinato nel 2018».

Il clan Strisciuglio «(clan della "Luna")è attivo nel borgo antico di Bari nonché, per il tramite delle proprie articolazioni, nei quartieri Libertà, Stanic, San Paolo, San Girolamo, Palese, Santo Spirito, San Pio-Catino, Carbonara, Ceglie del Campo e Madonnella ed è attivo nel traffico di stupefacenti, nelle estorsioni, nell'usura, nel riciclaggio e nella distribuzione delle apparecchiature da gioco e da intrattenimento. Il clan mafioso può considerarsi quello più numeroso e il più aggressivo».

Il clan Parisi-Palermiti «è storicamente radicato nel rione Japigia di Bari ed è in ascesa in tutto il territorio della provincia. Nonostante la lunga detenzione, il suo leader storico è in grado di svolgere le funzioni di garante degli equilibri criminali tra le varie cosche del capoluogo. È attivo nel settore delle estorsioni, dell'usura, nel traffico degli stupefacenti, nel contrabbando di idrocarburi e nel gioco d'azzardo. Il gruppo è operativo nei quartieri San Pasquale, Carrassi e Poggiofranco».

Il clan Diomede-Mercante, federato al clan Capriati, è composto da due famiglie: «i Diomede le cui zone di influenza, soprattutto per quanto riguarda lo spaccio di stupefacenti, sono i rioni Poggiofranco, Picone, Carrassie San Pasquale, sebbene non manchino in queste aree occasioni di frizione con altri clan; i Mercante, famiglia vicina ai Capriati, attivi nel quartiere Libertà, con ramificazioni sul quartiere San Paolo, dove si contende il predominio criminale con altri gruppi rivali».

«Le complesse dinamiche criminali che caratterizzano la Città Metropolitana di Bari si riverberano, inevitabilmente, sui precari equilibri mafiosi della provincia - si legge nella relazione del primo semestre 2023 (da gennaio a giugno) inviata al Parlamento italiano -. Le proiezioni degli interessi criminali nei comuni baresi della provincia alimentano le criticità esistenti nel capoluogo generando una oscillante e perdurante stato di fibrillazione dell'intero contesto criminale provinciale».

Secondo gli inquirenti dell'Antimafia «le maggiori organizzazioni criminali della Città Metropolitana di Bari - è scritto ancora - estendono la loro sfera di influenza nella provincia servendosi di fidati referenti ovvero ricorrendo all'affiliazione di soggetti apicali appartenenti a gruppi delinquenziali di stanza nei singoli comuni».