Riapertura scuole a settembre, Decaro pungola il Governo: «Servono misure urgenti»
Il presidente Anci: «Noi non ci tireremo indietro, ma c'è bisogno di sbloccare assunzioni, interventi di edilizia e organizzazione di mense e trasporti»
venerdì 5 giugno 2020
11.13
«La riapertura delle scuole a settembre comporterà molte criticità, ma è indispensabile e noi non ci tiriamo indietro». Lo ha detto il presidente dell'Anci e sindaco di Bari, Antonio Decaro, rivolgendosi presidente del Consiglio Conte e ai ministri Azzolina e De Micheli al termine dell'incontro tra Governo, enti locali e parti sociali sulla ripresa della scuola. «Abbiamo fatto presente al Governo una serie di necessità urgenti: sblocco dell'assunzione di personale, certezze su risorse per interventi rapidi di edilizia scolastica, riorganizzazione dei servizi di mensa e trasporto, un vero piano dei tempi che consenta di evitare gli spostamenti si concentrino nelle ore di punta».
Le scuole dell'infanzia comunali - ha sottolineato il presidente Anci parlando con l'esecutivo - vengono fuori da una situazione di carenza di organico, per effetto della riduzione del turn over, già precedente all'emergenza. «Solo attraverso norme e risorse mirate – spiega Decaro – potremo continuare a garantire il servizio che richiede più personale e spazi diversi per mantenere il distanziamento sociale».
Alcune misure urgenti sintetizzate dal presidente dell'Anci sono: deroghe ai limiti di assunzione a tempo determinato, proroga delle graduatorie in scadenza a settembre 2020, possibilità di affidare incarichi temporanei annuali agli educatori per i servizi educativi per l'infanzia e relative risorse per sopperire alla carenza di organico che sarà acuita dalle norme per contenere i rischi di contagio; riorganizzazione dei servizi di refezione (che significa intervenire sia sulla preparazione sia sull'erogazione) e sul trasporto scolastico, servizi che accresceranno i costi a carico dei Comuni; chiarezza sulla disponibilità finanziaria per gli interventi leggeri nelle scuole indispensabili ad assicurare il distanziamento.
«Rispetto agli interventi di edilizia scolastica, le risorse attualmente disponibili per gli enti locali – ha continuato Decaro – ammontano a 360 milioni: non sono sufficienti. Per questo abbiamo già predisposto un emendamento al dl rilancio in corso di conversione: considerando un costo medio di ventimila euro, eseguire questi interventi leggeri nei 28 mila edifici tra scuole dell'infanzia e primarie, indispensabili per far ripartire l'attività scolastica in presenza, richiede 620 milioni complessivi».
Le scuole dell'infanzia comunali - ha sottolineato il presidente Anci parlando con l'esecutivo - vengono fuori da una situazione di carenza di organico, per effetto della riduzione del turn over, già precedente all'emergenza. «Solo attraverso norme e risorse mirate – spiega Decaro – potremo continuare a garantire il servizio che richiede più personale e spazi diversi per mantenere il distanziamento sociale».
Alcune misure urgenti sintetizzate dal presidente dell'Anci sono: deroghe ai limiti di assunzione a tempo determinato, proroga delle graduatorie in scadenza a settembre 2020, possibilità di affidare incarichi temporanei annuali agli educatori per i servizi educativi per l'infanzia e relative risorse per sopperire alla carenza di organico che sarà acuita dalle norme per contenere i rischi di contagio; riorganizzazione dei servizi di refezione (che significa intervenire sia sulla preparazione sia sull'erogazione) e sul trasporto scolastico, servizi che accresceranno i costi a carico dei Comuni; chiarezza sulla disponibilità finanziaria per gli interventi leggeri nelle scuole indispensabili ad assicurare il distanziamento.
«Rispetto agli interventi di edilizia scolastica, le risorse attualmente disponibili per gli enti locali – ha continuato Decaro – ammontano a 360 milioni: non sono sufficienti. Per questo abbiamo già predisposto un emendamento al dl rilancio in corso di conversione: considerando un costo medio di ventimila euro, eseguire questi interventi leggeri nei 28 mila edifici tra scuole dell'infanzia e primarie, indispensabili per far ripartire l'attività scolastica in presenza, richiede 620 milioni complessivi».