Ricchezza di provenienza illecita, sequestrata l'impresa Di Cosimo a Madonnella
Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell’interessato e della sua famiglia è stimato in quasi un milione di euro
mercoledì 30 marzo 2022
10.00
Questa mattina i carabinieri del nucleo investigativo del comando provinciale di Bari hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro di prevenzione, finalizzato alla confisca, emesso dal tribunale di Bari su richiesta della Procura della Repubblica di Bari - Direzione Distrettuale Antimafia a carico di DI COSIMO Giuseppe, 66enne, già gravato da numerose condanne per associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, contrabbando di T.L.E., furto e ricettazione.
Secondo l'impostazione accusatoria, DI COSIMO Giuseppe, considerata figura di spicco nel panorama criminale del quartiere Madonnella, sarebbe riuscito nel tempo ad accumulare un ingente patrimonio, mobiliare e immobiliare, in parte "reinvestito" nel centralissimo "Garage Carulli", formalmente intestato alla figlia, ma che, di fatto, sarebbe gestito in prima persona dal proposto. Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell'interessato e della sua famiglia è stimato in quasi un milione di euro, composto, oltre che dall'autorimessa "Carulli", da diversi rapporti finanziari, autoveicoli e da una villa ubicata a Torre a Mare.
L'odierno provvedimento, emesso dalla Sezione Specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Bari, accoglie la proposta della DDA della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Reparto Operativo di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell'intero nucleo familiare. I militari, infatti, hanno posto al vaglio dell'Autorità Giudiziaria un corposo quadro indiziario in ordine all'illecita provenienza della ricchezza di DI COSIMO Giuseppe, accumulata nel corso di oltre un ventennio e che costituirebbe il compendio dei suoi traffici illeciti.
La stessa villa di Torre a Mare, che da sola ha un valore stimato di circa 300mila euro, è risultata formalmente intestata a un soggetto che sarebbe stato, in passato, affiliato all'associazione per delinquere capeggiata proprio dal DI COSIMO, deceduto nel 2013. Poi, dopo la morte dell'uomo, era comparso un testamento olografo con il quale l'immobile veniva donato alla figlia del proposto.
La lotta alle mafie, e più in generale ad ogni forma di criminalità organizzata, va condotta su più fronti. Alle tradizionali azioni di contrasto devono necessariamente affiancarsi qualificate attività di analisi dei flussi economici che alimentano questi sodalizi. Risultati come quello odierno dimostrano quanto grande sia l'attenzione che la magistratura barese e l'Arma dei Carabinieri stanno dedicando al particolare e delicato settore delle investigazioni patrimoniali.
Secondo l'impostazione accusatoria, DI COSIMO Giuseppe, considerata figura di spicco nel panorama criminale del quartiere Madonnella, sarebbe riuscito nel tempo ad accumulare un ingente patrimonio, mobiliare e immobiliare, in parte "reinvestito" nel centralissimo "Garage Carulli", formalmente intestato alla figlia, ma che, di fatto, sarebbe gestito in prima persona dal proposto. Il valore del patrimonio sottratto alla disponibilità dell'interessato e della sua famiglia è stimato in quasi un milione di euro, composto, oltre che dall'autorimessa "Carulli", da diversi rapporti finanziari, autoveicoli e da una villa ubicata a Torre a Mare.
L'odierno provvedimento, emesso dalla Sezione Specializzata in misure di prevenzione del Tribunale di Bari, accoglie la proposta della DDA della Procura della Repubblica di Bari, formulata sulla base degli accertamenti patrimoniali effettuati dalla Sezione specializzata del Reparto Operativo di Bari (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) che hanno ricostruito sia la carriera criminale del proposto sia gli introiti dell'intero nucleo familiare. I militari, infatti, hanno posto al vaglio dell'Autorità Giudiziaria un corposo quadro indiziario in ordine all'illecita provenienza della ricchezza di DI COSIMO Giuseppe, accumulata nel corso di oltre un ventennio e che costituirebbe il compendio dei suoi traffici illeciti.
La stessa villa di Torre a Mare, che da sola ha un valore stimato di circa 300mila euro, è risultata formalmente intestata a un soggetto che sarebbe stato, in passato, affiliato all'associazione per delinquere capeggiata proprio dal DI COSIMO, deceduto nel 2013. Poi, dopo la morte dell'uomo, era comparso un testamento olografo con il quale l'immobile veniva donato alla figlia del proposto.
La lotta alle mafie, e più in generale ad ogni forma di criminalità organizzata, va condotta su più fronti. Alle tradizionali azioni di contrasto devono necessariamente affiancarsi qualificate attività di analisi dei flussi economici che alimentano questi sodalizi. Risultati come quello odierno dimostrano quanto grande sia l'attenzione che la magistratura barese e l'Arma dei Carabinieri stanno dedicando al particolare e delicato settore delle investigazioni patrimoniali.