Rider morto durante le consegne, Cgil Bari: «Le istituzioni locali facciano fronte comune»
Il sindacato interviene dopo l'incidente di sabato sera a Poggiofranco costato la vita ad un 19enne al lavoro in sella al suo scooter
lunedì 3 dicembre 2018
16.20
«Abbiamo assistito impotenti a una tragica morte bianca, legata a quella strana e ibrida forma di lavoro precario, nascosto sotto l'etichetta di gig economy, una forma di lavoro non garantita da tutele e da un contratto che ne salvaguardi anche la sicurezza su un posto di lavoro altrettanto precario, che è la corsa in strada per una consegna a domicilio».
Con queste parole Cgil Bari esordisce commentando la tragica notizia di ieri della scomparsa di un giovane 19enne. Vittima della strada ma anche del suo lavoro, in quanto era uno dei tanti "fantasmi" che per pochi euro consegnano pizze e altro per le strade delle nostre città.
«Alberto era uno dei tanti rider - prosegue la nota del sindacato - ed è morto durante il suo turno per pochi euro, era uno dei fantasmi emersi dalle maglie del lavoro nero delle consegne a domicilio e spesso schiacciati, alla meglio, da forme di contratto incomplete e ormai obsolete.
Siamo stanchi di aggiornare l'elenco dei giovani morti di lavoro, come sindacato rivendichiamo la nostra funzione di contrattazione a tutela dei lavoratori: è necessario che le istituzioni locali facciano fronte comune per chiedere un intervento legislativo a livello nazionale, senza il quale sarebbe difficile cambiare concretamente le condizioni di questi giovani lavoratori. Esiste una proposta di legge sulla sharing economy presentata il 27/01/2016 e un contratto nazionale quello del "Merci e Logistica" che riconosce queste nuove forme di lavoro».
«Il peso di Regione e comune di Bari, assieme, può convincere il legislatore che è arrivato il momento di favorire un provvedimento organico su questa materia - concludono - e convincere le piattaforme a sedersi al tavolo del CCNL e concordare le forme migliori di tutela dei lavoratori interessati, la modalità di organizzazione del lavoro, le corrette retribuzioni, le giuste tutele per l'incolumità di chi quotidianamente opera sulle strade delle città, la corretta formazione per la sicurezza, un adeguato investimento sugli strumenti di lavoro, la necessaria tutela sanitaria e professionale».
Con queste parole Cgil Bari esordisce commentando la tragica notizia di ieri della scomparsa di un giovane 19enne. Vittima della strada ma anche del suo lavoro, in quanto era uno dei tanti "fantasmi" che per pochi euro consegnano pizze e altro per le strade delle nostre città.
«Alberto era uno dei tanti rider - prosegue la nota del sindacato - ed è morto durante il suo turno per pochi euro, era uno dei fantasmi emersi dalle maglie del lavoro nero delle consegne a domicilio e spesso schiacciati, alla meglio, da forme di contratto incomplete e ormai obsolete.
Siamo stanchi di aggiornare l'elenco dei giovani morti di lavoro, come sindacato rivendichiamo la nostra funzione di contrattazione a tutela dei lavoratori: è necessario che le istituzioni locali facciano fronte comune per chiedere un intervento legislativo a livello nazionale, senza il quale sarebbe difficile cambiare concretamente le condizioni di questi giovani lavoratori. Esiste una proposta di legge sulla sharing economy presentata il 27/01/2016 e un contratto nazionale quello del "Merci e Logistica" che riconosce queste nuove forme di lavoro».
«Il peso di Regione e comune di Bari, assieme, può convincere il legislatore che è arrivato il momento di favorire un provvedimento organico su questa materia - concludono - e convincere le piattaforme a sedersi al tavolo del CCNL e concordare le forme migliori di tutela dei lavoratori interessati, la modalità di organizzazione del lavoro, le corrette retribuzioni, le giuste tutele per l'incolumità di chi quotidianamente opera sulle strade delle città, la corretta formazione per la sicurezza, un adeguato investimento sugli strumenti di lavoro, la necessaria tutela sanitaria e professionale».