Rissa nel carcere di Bari, il Sappe: «I quattro detenuti impuniti»

Il sindacato critica la situazione dopo la rivolta del 17 agosto scorso. I protagonisti dei tafferugli indagati e trasferiti

lunedì 2 settembre 2024 13.07
A cura di Nicola Miccione
«Basta violenza sulle forze dell'ordine, basta impunità». A ribadirlo, dopo la rivolta scoppiata nel carcere di Bari, coinvolgendo una sezione occupata da detenuti comuni, è il Sappe secondo cui «quello che sta diventando insopportabile è l'impunità di cui sempre più spesso godrebbero i delinquenti che commettono reati».

Il sindacato autonomo di Polizia Penitenziaria, da mesi, sta denunciando la questione delle carceri pugliesi, «per cui i delinquenti che causano danni permanenti ai poliziotti dopo le aggressioni o mettono a rischio la sicurezza degli istituti godono dell'impunità». L'ultimo caso riguarda i «fatti» accaduti nel carcere Rucci la sera del 17 agosto scorso, quando quattro detenuti (tre italiani e uno straniero) avrebbero «picchiato selvaggiamente un poliziotto e sequestrato un infermiere».

Secondo il Sappe, «invece di essere puniti per quanto commesso, i quattro sono stati semplicemente allontanati da Bari e portati in altre carceri pugliesi (Foggia, Lecce, Taranto e Trani) ove continueranno a creare disordini, a mettere a rischio la sicurezza e l'incolumità dei poliziotti e delle carceri». Un'impunità diffusa che, secondo il sindacato, «porta altri reclusi a commettere azioni simili, considerato che ciò gli permette d'accrescere il prestigio e l'autorità all'interno delle carceri».

I tre detenuti italiani coinvolti nei disordini di Bari, identificati dalla visione delle immagini dei filmati di videosorveglianza, restano indagati a piede libero. Pesanti i reati contestati: violenza, minaccia e resistenza a pubblico ufficiale, con l'aggravante dello sfregio permanente al viso, sequestro di persona e danneggiamento.