Ristoratori in protesta: «Regole della Sovrintendenza ci faranno chiudere»
Diversi titolari di locali e ristoranti della città vecchia e non solo presenti alla manifestazione
venerdì 20 settembre 2024
15.20
«La situazione che stiamo vivendo è drammatica». È chiaro Gianni Del Mastro, titolare di un ristorante a Bari Vecchia e portavoce dei ristoratori che si sono dati appuntamento in piazza.
Il problema principale contro il quale stanno lottando è il nuovo regolamento imposto dalla Sovrintendenza che obbliga loro a spostare i dehors dai palazzi, costringendoli a investimenti importanti, e che in questi giorni ha obbligato alcuni di loro a smantellare le strutture e stare chiusi 5 giorni come sanzione perché non in regola.
«Fino all'anno scorso noi ci interfacciavamo direttamente col Comune per i permessi - spiega -, poi improvvisamente la Sovrintendenza ha avocato a sé la responsabilità rispetto alla concessione degli spazi pubblici. Questo è stato, per dirlo in gergo calcistico, un intervento a gamba tesa. Prima di tutto a causa dei tempi "geologici" della Sovrintendenza (c'è chi attende risposta da 12-13 mesi)». Senza dimenticare i problemi legati all'occupazione di suolo pubblico semplificata che impedisce di avere paraventi, ma molti ristoratori non ne erano al corrente.
Poche e semplici le loro richieste, che vorrebbero la Sovrintendenza ascoltasse: «Chiediamo un dialogo. Si parla tanto di democrazia partecipata, e allora perché non coinvolgere nelle decisioni gli attori che operano sul territorio per elaborare insieme un regolamento nuovo? Noi siamo disposti ad un dialogo per mediare, ma non si può accettare in questo momento un provvedimento che chiude tantissime attività e che butta per strada tantissimi ragazzi».
Il problema principale contro il quale stanno lottando è il nuovo regolamento imposto dalla Sovrintendenza che obbliga loro a spostare i dehors dai palazzi, costringendoli a investimenti importanti, e che in questi giorni ha obbligato alcuni di loro a smantellare le strutture e stare chiusi 5 giorni come sanzione perché non in regola.
«Fino all'anno scorso noi ci interfacciavamo direttamente col Comune per i permessi - spiega -, poi improvvisamente la Sovrintendenza ha avocato a sé la responsabilità rispetto alla concessione degli spazi pubblici. Questo è stato, per dirlo in gergo calcistico, un intervento a gamba tesa. Prima di tutto a causa dei tempi "geologici" della Sovrintendenza (c'è chi attende risposta da 12-13 mesi)». Senza dimenticare i problemi legati all'occupazione di suolo pubblico semplificata che impedisce di avere paraventi, ma molti ristoratori non ne erano al corrente.
Poche e semplici le loro richieste, che vorrebbero la Sovrintendenza ascoltasse: «Chiediamo un dialogo. Si parla tanto di democrazia partecipata, e allora perché non coinvolgere nelle decisioni gli attori che operano sul territorio per elaborare insieme un regolamento nuovo? Noi siamo disposti ad un dialogo per mediare, ma non si può accettare in questo momento un provvedimento che chiude tantissime attività e che butta per strada tantissimi ragazzi».