Rivoluzione digitale nella Sanità pugliese: a Bari il congresso di ANDMO
Si è conclusa ieri la due giorni sulla “Sanità digitale possibile – Conoscere il presente per costruire il futuro”
lunedì 9 ottobre 2023
17.18
Presente e futuro della Sanità. Questo è il tema del Congresso Regionale ANDMO Puglia "La Sanità digitale possibile – Conoscere il presente per costruire il futuro", una due giorni di approfondimento e discussioni per il Mondo dei Medici delle Direzioni Ospedaliere Pugliesi riuniti al Nicolaus Hotel di Bari.
Ricco il programma delle due giornate del 5 e 6 ottobre, che ha visto nelle diverse sessioni discutere sulle opportunità offerte dalla Sanità Smart e i vantaggi per Operatori Sanitari e Pazienti nell'integrazione ospedale-territorio con l'ausilio delle nuove tecnologie.
Un evento inaugurato da una tavola rotonda che ha visto la partecipazione dei Direttori Generali delle ASL pugliesi e che ha coinvolto universitari e professionisti del territorio, avvalendosi tra gli altri del prezioso contributo fornito dal Prof. Capolongo del Politecnico di Milano, dall'Architetto Carabillò, progettista di fama mondiale di Strutture Sanitarie, e dai Dott. Marco Foracchia e Gianluca Prati, delle Aziende Sanitarie Di Reggio Emilia e Romagna.
«Si sente spesso parlare di Sanità Digitale – ha dichiarato il dottor Rocco Guerra, Presidente ANMDO Puglia Dirigente Medico ASL BA e Responsabile Scientifico dell'evento - ma spesso è solo un modo per etichettare un nuovo modello che non deve prescindere da un cambio di paradigma, di passo, nei professionisti e nella gestione del paziente, perché una Sanità digitale possibile è anche una Sanità vicina al paziente». «Alle direzioni mediche, che devono essere i principali attori di questo cambiamento – ha proseguito Guerra – va l'arduo compito di organizzare e ottimizzare i percorsi del paziente, che deve essere accompagnato dal primo accesso in ospedale fino all'atto delle dimissioni e, ancora, durante tutto il follow-up». «La tecnologia – ha concluso il dottor Guerra – deve quindi servirci per migliorare l'intesa tra ospedale e territorio, migliorare il percorso del paziente, e qualificare il rapporto tra medico e paziente conoscendo ed esaltando quelli che sono i vantaggi. Al tempo stesso, tuttavia, siamo consapevoli dei rischi, motivo per il quale è necessario valutarli bene».
Della stessa opinione è la dottoressa Anna Mundo, responsabile scientifico ANMDO Puglia e Dirigente Responsabile P.O. "Don Tonino Bello" di Molfetta. «Questo evento – ha commentato – assume un'importanza rilevante, fondamentale e prioritaria in questo periodo storico che stiamo vivendo. Sebbene si parli spesso di Sanità digitale, in pochi sono formati per utilizzare questa modalità di lavoro. Proprio per questo l'evento sta riscuotendo un successo importante da parte di moltissimi operatori della Sanità che si occupano quotidianamente di attività sanitarie e di questo siamo molto soddisfatti perché non immaginavamo una tale risposta così interessata e discussa».
Sull'importanza della digitalizzazione della Sanità pugliese si è espresso anche il dottor Vito Gregorio Colacicco, Direttore Generale dell'ASL Taranto: «La Puglia rientra tra le prime regioni ad aver avviato una sperimentazione. Si tratta di un processo necessario, indispensabile soprattutto per quanto riguarda quella che è la storia di ogni cittadino, che potrà essere curato ovunque si trovi grazie alla sua storia». «Anche per i 723 posti letto del "San Cataldo" di Taranto, di cui siamo alla fase finale, tutto è previsto digitalizzato: a cominciare dal carrello dei farmaci, alla presa in carico del paziente, fino alle dimissioni, passando per il setting assistenziale».
Riguardo alle nuove strutture sanitarie, Margherita Carabillò, architetto esperta in progettazione sanitaria e socioassistenziale, ha sottolineato come la digitalizzazione stia modificando anche gli spazi da progettare. «Cambiando i processi, cambiano anche gli spazi fisici. Se il Nord Europa e gli USA stanno passando a un altro livello di Sanità, da noi, nonostante si voglia, la programmazione è più difficile a causa dei budget limitati». «Sebbene la nostra Sanità – ha aggiunto la Carabillò - sia stata riconosciuta da tutti come eccellente, ad oggi si verifica una contingenza particolare che non mi è mai capitato di vedere: c'è una crisi economica che non ci consente di portare a termine i cantieri. A questa criticità bisogna aggiungere una carenza di personale e di professionisti».
Fa eco alla collega anche Stefano Capolongo, architetto esperto di Sanità Pubblica: «Alla luce dei grandi scenari di cambiamento da un punto di vista epidemiologico, sociale, geopolitico, ambientale e anche nell'era della digitalizzazione, oggi occorre ripensare gli ospedali affinché sappiano traguardare il futuro della Sanità pubblica. Quindi, le parole più importanti sono: flessibilità, resilienza e rapidità nella realizzazione delle nuove strutture e accelerazione di tutta una serie di processi che già conoscevamo ma che oggi devono essere attuati con grande emergenza. La digitalizzazione sicuramente aiuterà non solo a migliorare il servizio assistenziale delle nostre strutture sul nostro territorio, ma arriverà a portare la Sanità più capillare, più vicina ai cittadini e arriverà anche a ridurre la spesa pubblica».
Non solo progettazione strutturale, durante il Congresso si è discusso anche di arredamento e progettazione e gestione degli spazi determinanti per migliorare la performance e la qualità della vita degli operatori e dei pazienti. «Gli ospedali – ha dichiarato la dottoressa in psicologia Anna Mosca - sono luoghi di cura, posti di cui è importante occuparsi. Proprio per questo è necessario che le strutture dispongano di tutte le caratteristiche che permettono non solo al paziente, ma anche all'operatore sanitario, di vivere in condizioni di benessere.
Sulla transizione tra presente e futuro, il dottor Filippo Anelli, Presidente FNOMCEO, ha così commentato: «Stiamo passando dall'epoca analogica a un mondo completamente nuovo, che si evolve rapidamente attraverso lo sviluppo di tecnologie che cambieranno radicalmente l'esercizio della professione rispetto ad oggi. Questa condizione particolare ci permette di accedere 24 ore su 24 a delle risposte. Tuttavia, nonostante gli algoritmi possano essere un valido aiuto per il medico per svolgere al meglio il suo lavoro, noi, in quanto professionisti della sanità, abbiamo il dover di informare il paziente sulla propria condizione di salute, permettendogli poi di scegliere deliberatamente. Questo può avvenire solo se un medico spiega – interpretando il disagio del paziente – a cosa va incontro, qual è la sua malattia e quali potrebbero essere le soluzioni. Quelle più comuni probabilmente ce le dirà il computer, ma per tutto il resto è fondamentale che ci sia un rapporto diretto di fiducia tra medico e cittadino. Il medico del futuro, dunque, è il medico del cittadino, della persona».
Un medico del futuro che sarà – anche – reso possibile grazie ai fondi stanziati dall'Europa nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che per la Sanità ha previsto un investimento di 16 miliardi per i quali occorre investire in progettualità come ha dischiarato l'Ing. Marco Foracchia della AUSL di Reggio Emilia:
«Il percorso di AUSL di Reggio, ai vertici per digitalizzazione in Italia, ha sicuramente beneficiato di una visione strategica, organica e ordinata dello sviluppo delle tecnologie digitali. Sia sul fronte tecnologico che su quello di governance e cultura digitale. La disponibilità di piattaforme flessibili e pervasive diventa non fattore di efficientamento, ma anche abilitante per nuovi processi e nuove modalità di erogazione».
Sul Congresso si è così espresso Yanko Tedeschi, il Direttore Amministrativo dell'ASL Lecce: «È stato indubbiamente un interessante confronto con realtà ed esperienze di altre regioni per fare il punto sullo stato dell'arte del percorso di digitalizzazione del SSN. Numerosi sono stati gli spunti anche per un più efficace utilizzo delle risorse PNRR stanziate per l'ammodernamento tecnologico ai fini della compiuta realizzazione in Puglia di una Sanità Digitale, unica strada possibile per consentire realmente la tanto auspicata integrazione ospedale-territorio».
In conclusione, il Congresso Regionale ANDMO Puglia – coadiuvato da AIMS Eventi - ha messo in luce l'entusiasmo e l'impegno della comunità medica e degli operatori sanitari pugliesi nel cogliere le sfide della rivoluzione digitale nella sanità. L'integrazione ospedale-territorio, sostenuta dalle nuove tecnologie e dall'impegno della comunità sanitaria, sta aprendo nuovi orizzonti per una sanità più efficiente, vicina al paziente e orientata al futuro. Con il sostegno dei fondi europei e l'impegno della comunità medica, la sanità digitale sta tracciando un percorso che cambierà radicalmente il modo in cui medici e pazienti interagiscono, mantenendo al centro di ogni cura la fiducia e l'empatia tra medico e cittadino, fondamentali per costruire un futuro sanitario più luminoso e sostenibile per tutti.
Ricco il programma delle due giornate del 5 e 6 ottobre, che ha visto nelle diverse sessioni discutere sulle opportunità offerte dalla Sanità Smart e i vantaggi per Operatori Sanitari e Pazienti nell'integrazione ospedale-territorio con l'ausilio delle nuove tecnologie.
Un evento inaugurato da una tavola rotonda che ha visto la partecipazione dei Direttori Generali delle ASL pugliesi e che ha coinvolto universitari e professionisti del territorio, avvalendosi tra gli altri del prezioso contributo fornito dal Prof. Capolongo del Politecnico di Milano, dall'Architetto Carabillò, progettista di fama mondiale di Strutture Sanitarie, e dai Dott. Marco Foracchia e Gianluca Prati, delle Aziende Sanitarie Di Reggio Emilia e Romagna.
«Si sente spesso parlare di Sanità Digitale – ha dichiarato il dottor Rocco Guerra, Presidente ANMDO Puglia Dirigente Medico ASL BA e Responsabile Scientifico dell'evento - ma spesso è solo un modo per etichettare un nuovo modello che non deve prescindere da un cambio di paradigma, di passo, nei professionisti e nella gestione del paziente, perché una Sanità digitale possibile è anche una Sanità vicina al paziente». «Alle direzioni mediche, che devono essere i principali attori di questo cambiamento – ha proseguito Guerra – va l'arduo compito di organizzare e ottimizzare i percorsi del paziente, che deve essere accompagnato dal primo accesso in ospedale fino all'atto delle dimissioni e, ancora, durante tutto il follow-up». «La tecnologia – ha concluso il dottor Guerra – deve quindi servirci per migliorare l'intesa tra ospedale e territorio, migliorare il percorso del paziente, e qualificare il rapporto tra medico e paziente conoscendo ed esaltando quelli che sono i vantaggi. Al tempo stesso, tuttavia, siamo consapevoli dei rischi, motivo per il quale è necessario valutarli bene».
Della stessa opinione è la dottoressa Anna Mundo, responsabile scientifico ANMDO Puglia e Dirigente Responsabile P.O. "Don Tonino Bello" di Molfetta. «Questo evento – ha commentato – assume un'importanza rilevante, fondamentale e prioritaria in questo periodo storico che stiamo vivendo. Sebbene si parli spesso di Sanità digitale, in pochi sono formati per utilizzare questa modalità di lavoro. Proprio per questo l'evento sta riscuotendo un successo importante da parte di moltissimi operatori della Sanità che si occupano quotidianamente di attività sanitarie e di questo siamo molto soddisfatti perché non immaginavamo una tale risposta così interessata e discussa».
Sull'importanza della digitalizzazione della Sanità pugliese si è espresso anche il dottor Vito Gregorio Colacicco, Direttore Generale dell'ASL Taranto: «La Puglia rientra tra le prime regioni ad aver avviato una sperimentazione. Si tratta di un processo necessario, indispensabile soprattutto per quanto riguarda quella che è la storia di ogni cittadino, che potrà essere curato ovunque si trovi grazie alla sua storia». «Anche per i 723 posti letto del "San Cataldo" di Taranto, di cui siamo alla fase finale, tutto è previsto digitalizzato: a cominciare dal carrello dei farmaci, alla presa in carico del paziente, fino alle dimissioni, passando per il setting assistenziale».
Riguardo alle nuove strutture sanitarie, Margherita Carabillò, architetto esperta in progettazione sanitaria e socioassistenziale, ha sottolineato come la digitalizzazione stia modificando anche gli spazi da progettare. «Cambiando i processi, cambiano anche gli spazi fisici. Se il Nord Europa e gli USA stanno passando a un altro livello di Sanità, da noi, nonostante si voglia, la programmazione è più difficile a causa dei budget limitati». «Sebbene la nostra Sanità – ha aggiunto la Carabillò - sia stata riconosciuta da tutti come eccellente, ad oggi si verifica una contingenza particolare che non mi è mai capitato di vedere: c'è una crisi economica che non ci consente di portare a termine i cantieri. A questa criticità bisogna aggiungere una carenza di personale e di professionisti».
Fa eco alla collega anche Stefano Capolongo, architetto esperto di Sanità Pubblica: «Alla luce dei grandi scenari di cambiamento da un punto di vista epidemiologico, sociale, geopolitico, ambientale e anche nell'era della digitalizzazione, oggi occorre ripensare gli ospedali affinché sappiano traguardare il futuro della Sanità pubblica. Quindi, le parole più importanti sono: flessibilità, resilienza e rapidità nella realizzazione delle nuove strutture e accelerazione di tutta una serie di processi che già conoscevamo ma che oggi devono essere attuati con grande emergenza. La digitalizzazione sicuramente aiuterà non solo a migliorare il servizio assistenziale delle nostre strutture sul nostro territorio, ma arriverà a portare la Sanità più capillare, più vicina ai cittadini e arriverà anche a ridurre la spesa pubblica».
Non solo progettazione strutturale, durante il Congresso si è discusso anche di arredamento e progettazione e gestione degli spazi determinanti per migliorare la performance e la qualità della vita degli operatori e dei pazienti. «Gli ospedali – ha dichiarato la dottoressa in psicologia Anna Mosca - sono luoghi di cura, posti di cui è importante occuparsi. Proprio per questo è necessario che le strutture dispongano di tutte le caratteristiche che permettono non solo al paziente, ma anche all'operatore sanitario, di vivere in condizioni di benessere.
Sulla transizione tra presente e futuro, il dottor Filippo Anelli, Presidente FNOMCEO, ha così commentato: «Stiamo passando dall'epoca analogica a un mondo completamente nuovo, che si evolve rapidamente attraverso lo sviluppo di tecnologie che cambieranno radicalmente l'esercizio della professione rispetto ad oggi. Questa condizione particolare ci permette di accedere 24 ore su 24 a delle risposte. Tuttavia, nonostante gli algoritmi possano essere un valido aiuto per il medico per svolgere al meglio il suo lavoro, noi, in quanto professionisti della sanità, abbiamo il dover di informare il paziente sulla propria condizione di salute, permettendogli poi di scegliere deliberatamente. Questo può avvenire solo se un medico spiega – interpretando il disagio del paziente – a cosa va incontro, qual è la sua malattia e quali potrebbero essere le soluzioni. Quelle più comuni probabilmente ce le dirà il computer, ma per tutto il resto è fondamentale che ci sia un rapporto diretto di fiducia tra medico e cittadino. Il medico del futuro, dunque, è il medico del cittadino, della persona».
Un medico del futuro che sarà – anche – reso possibile grazie ai fondi stanziati dall'Europa nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), che per la Sanità ha previsto un investimento di 16 miliardi per i quali occorre investire in progettualità come ha dischiarato l'Ing. Marco Foracchia della AUSL di Reggio Emilia:
«Il percorso di AUSL di Reggio, ai vertici per digitalizzazione in Italia, ha sicuramente beneficiato di una visione strategica, organica e ordinata dello sviluppo delle tecnologie digitali. Sia sul fronte tecnologico che su quello di governance e cultura digitale. La disponibilità di piattaforme flessibili e pervasive diventa non fattore di efficientamento, ma anche abilitante per nuovi processi e nuove modalità di erogazione».
Sul Congresso si è così espresso Yanko Tedeschi, il Direttore Amministrativo dell'ASL Lecce: «È stato indubbiamente un interessante confronto con realtà ed esperienze di altre regioni per fare il punto sullo stato dell'arte del percorso di digitalizzazione del SSN. Numerosi sono stati gli spunti anche per un più efficace utilizzo delle risorse PNRR stanziate per l'ammodernamento tecnologico ai fini della compiuta realizzazione in Puglia di una Sanità Digitale, unica strada possibile per consentire realmente la tanto auspicata integrazione ospedale-territorio».
In conclusione, il Congresso Regionale ANDMO Puglia – coadiuvato da AIMS Eventi - ha messo in luce l'entusiasmo e l'impegno della comunità medica e degli operatori sanitari pugliesi nel cogliere le sfide della rivoluzione digitale nella sanità. L'integrazione ospedale-territorio, sostenuta dalle nuove tecnologie e dall'impegno della comunità sanitaria, sta aprendo nuovi orizzonti per una sanità più efficiente, vicina al paziente e orientata al futuro. Con il sostegno dei fondi europei e l'impegno della comunità medica, la sanità digitale sta tracciando un percorso che cambierà radicalmente il modo in cui medici e pazienti interagiscono, mantenendo al centro di ogni cura la fiducia e l'empatia tra medico e cittadino, fondamentali per costruire un futuro sanitario più luminoso e sostenibile per tutti.