Sanità in Puglia, nasce l'azienda regionale dell'emergenza/urgenza. Le associazioni: «Politica ignora il volontariato»
Dura nota delle associazioni che si occupano di primo soccorso: «Una riforma attuata senza che venissimo interpellati»
venerdì 3 agosto 2018
16.21
È scontro aperto fra la politica regionale e le associazioni Anpas, Misericordie e Croce Rossa, tra le più importanti e attive nell'ambito del primo soccorso. Sul tavolo della discussione c'è l'istituzione da parte della Regione Puglia di un nuovo modello organizzativo del sistema dell'emergenza urgenza, che ha portato alla costituzione dell'Azienda regionale dell'Emergenza Urgenza.
L'AREU, dicono dalla Regione, nasce per rappresentare «Un modello che va oltre la dimensione territoriale con l'obiettivo di coniugare l'equità con un ragionevole livello di efficienza. Il Sistema deve garantire non solo la produttività (il numero di soccorsi effettuati in un certo lasso di tempo) ma anche una risposta tempestiva, adeguata e appropriata al cittadino che ha necessità di soccorso».
Soddisfatto il commento del presidente Michele Emiliano, che ha trattenuto per sé la delega alla Sanità: «Abbiamo approvato nuovo modello organizzativo dell'Emergenza Urgenza, un'Azienda regionale di Emergenza Urgenza, l'AREU che speriamo significhi un ulteriore passo verso l'uniformità di trattamento e di cure su tutto il territorio regionale».
Sebbene la Regione Puglia precisi che il nuovo ente nasce «Dopo una lunga e approfondita consultazione con tutti i soggetti interessati», non dello stesso parere sono proprio le associazioni di volontariato che, anzi, sottolineano come la decisione sia stata presa «Senza neanche lontanamente interpellare coloro i quali hanno visto nascere e crescere un sistema che ad oggi, al netto di diverse criticità da poter tranquillamente superare semplicemente discutendone, garantisce un presidio fondamentale per il territorio, un coinvolgimento assoluto delle associazioni di volontariato, una gestione umana, professionale ed attenta alle esigenze del paziente», scrivono i volontari.
Il "casus belli" di una divergenza di opinione ben più sedimentata rispetto al singolo episodio si è avuto in occasione della visita di Papa Francesco a Bari lo scorso 7 luglio, quando le organizzazioni di volontariato pugliesi ed in particolare le Federazioni di Anpas, Misericordie e Croce Rossa, che assieme rappresentano oltre il 90% del movimento delle associazioni di volontariato in Italia ed in regione, protestarono a causa delle «Infondate accuse proferite dal Direttore del Dipartimento della Salute Dott. Giancarlo Ruscitti». Già all'epoca, infatti, le associazioni di volontariato puntarono i piedi contro la riforma del servizio di emergenza/urgenza da parte della Regione, intenzionata a «Internalizzare - non si comprende come - tutto il personale delle Associazioni di Volontariato convenzionate, costituito in minima parte da dipendenti e per la gran parte da volontari», precisano le associazioni coinvolte.
Un momento di alta tensione che indusse le istituzioni regionali innanzitutto a fare pubblica ammenda, per poi convocare un tavolo tecnico per discutere, assieme alle tre organizzazioni, proprio del nuovo sistema di emergenza/urgenza. Incontro svoltosi il 27 luglio scorso a Bari senza, però, la partecipazione della parte politica regionale, ma solo di quella tecnica. «Un tavolo, in sostanza, inutile – spiegano i tre presidenti delle Federazioni pugliesi, Galizia, Decimo e Gilardi. Un tavolo nel quale la Regione ha presentato una proposta a pacchetto chiuso e del quale non si è sostanzialmente potuto discutere».
Il mondo del volontariato, quindi, denuncia il persistente stato di attesa: «Di fatto è ancora in itinere la riapertura del tavolo tecnico da attuarsi con atto dirigenziale – spiegano i tre presidenti - a differenza della parte politica che governa la regione, ormai assente da due anni ma che detiene il potere decisionale. La situazione prospettataci è, in sostanza, la morte del volontariato nel sistema dell'Emergenza Urgenza pugliese con inevitabili conseguenze anche nel settore della Protezione Civile. Le Federazioni si sono rese disponibili ad un confronto pubblico con la parte politica per l'attuazione del Decreto Legislativo 117 del 2017 (Nuovo Codice del Terzo Settore) ma ad ora non hanno ricevuto ancora alcuna risposta».
Ecco, quindi, che le associazioni richiamano l'attenzione della politica regionale su un muro contro muro che potrebbe ancor di più aggravarsi in assenza di un dialogo proficuo e costruttivo. ««Il sistema 118 in Puglia funziona, come dicono i dati – concludono i tre presidenti di Anpas, Misericordie e Croce Rossa – e funziona bene proprio grazie al coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato. Basterebbe ascoltare chi tutti i giorni - da quasi un ventennio - è chiamato ad affrontare le problematiche del sistema dell'emergenza/urgenza 118 per comprendere come migliorarlo, anche estromettendo chi ha poco a che fare col mondo del volontariato. Restiamo pertanto in attesa che il Presidente Emiliano, Assessore alle Politiche della Salute, ci convochi per un sereno confronto sul tema non escludendo la possibilità di altre importanti manifestazioni di protesta nel caso in cui la parte politica dovesse continuare ad esser sorda rispetto alla nostra legittima richiesta di confronto».
L'AREU, dicono dalla Regione, nasce per rappresentare «Un modello che va oltre la dimensione territoriale con l'obiettivo di coniugare l'equità con un ragionevole livello di efficienza. Il Sistema deve garantire non solo la produttività (il numero di soccorsi effettuati in un certo lasso di tempo) ma anche una risposta tempestiva, adeguata e appropriata al cittadino che ha necessità di soccorso».
Soddisfatto il commento del presidente Michele Emiliano, che ha trattenuto per sé la delega alla Sanità: «Abbiamo approvato nuovo modello organizzativo dell'Emergenza Urgenza, un'Azienda regionale di Emergenza Urgenza, l'AREU che speriamo significhi un ulteriore passo verso l'uniformità di trattamento e di cure su tutto il territorio regionale».
Sebbene la Regione Puglia precisi che il nuovo ente nasce «Dopo una lunga e approfondita consultazione con tutti i soggetti interessati», non dello stesso parere sono proprio le associazioni di volontariato che, anzi, sottolineano come la decisione sia stata presa «Senza neanche lontanamente interpellare coloro i quali hanno visto nascere e crescere un sistema che ad oggi, al netto di diverse criticità da poter tranquillamente superare semplicemente discutendone, garantisce un presidio fondamentale per il territorio, un coinvolgimento assoluto delle associazioni di volontariato, una gestione umana, professionale ed attenta alle esigenze del paziente», scrivono i volontari.
Il "casus belli" di una divergenza di opinione ben più sedimentata rispetto al singolo episodio si è avuto in occasione della visita di Papa Francesco a Bari lo scorso 7 luglio, quando le organizzazioni di volontariato pugliesi ed in particolare le Federazioni di Anpas, Misericordie e Croce Rossa, che assieme rappresentano oltre il 90% del movimento delle associazioni di volontariato in Italia ed in regione, protestarono a causa delle «Infondate accuse proferite dal Direttore del Dipartimento della Salute Dott. Giancarlo Ruscitti». Già all'epoca, infatti, le associazioni di volontariato puntarono i piedi contro la riforma del servizio di emergenza/urgenza da parte della Regione, intenzionata a «Internalizzare - non si comprende come - tutto il personale delle Associazioni di Volontariato convenzionate, costituito in minima parte da dipendenti e per la gran parte da volontari», precisano le associazioni coinvolte.
Un momento di alta tensione che indusse le istituzioni regionali innanzitutto a fare pubblica ammenda, per poi convocare un tavolo tecnico per discutere, assieme alle tre organizzazioni, proprio del nuovo sistema di emergenza/urgenza. Incontro svoltosi il 27 luglio scorso a Bari senza, però, la partecipazione della parte politica regionale, ma solo di quella tecnica. «Un tavolo, in sostanza, inutile – spiegano i tre presidenti delle Federazioni pugliesi, Galizia, Decimo e Gilardi. Un tavolo nel quale la Regione ha presentato una proposta a pacchetto chiuso e del quale non si è sostanzialmente potuto discutere».
Il mondo del volontariato, quindi, denuncia il persistente stato di attesa: «Di fatto è ancora in itinere la riapertura del tavolo tecnico da attuarsi con atto dirigenziale – spiegano i tre presidenti - a differenza della parte politica che governa la regione, ormai assente da due anni ma che detiene il potere decisionale. La situazione prospettataci è, in sostanza, la morte del volontariato nel sistema dell'Emergenza Urgenza pugliese con inevitabili conseguenze anche nel settore della Protezione Civile. Le Federazioni si sono rese disponibili ad un confronto pubblico con la parte politica per l'attuazione del Decreto Legislativo 117 del 2017 (Nuovo Codice del Terzo Settore) ma ad ora non hanno ricevuto ancora alcuna risposta».
Ecco, quindi, che le associazioni richiamano l'attenzione della politica regionale su un muro contro muro che potrebbe ancor di più aggravarsi in assenza di un dialogo proficuo e costruttivo. ««Il sistema 118 in Puglia funziona, come dicono i dati – concludono i tre presidenti di Anpas, Misericordie e Croce Rossa – e funziona bene proprio grazie al coinvolgimento delle organizzazioni di volontariato. Basterebbe ascoltare chi tutti i giorni - da quasi un ventennio - è chiamato ad affrontare le problematiche del sistema dell'emergenza/urgenza 118 per comprendere come migliorarlo, anche estromettendo chi ha poco a che fare col mondo del volontariato. Restiamo pertanto in attesa che il Presidente Emiliano, Assessore alle Politiche della Salute, ci convochi per un sereno confronto sul tema non escludendo la possibilità di altre importanti manifestazioni di protesta nel caso in cui la parte politica dovesse continuare ad esser sorda rispetto alla nostra legittima richiesta di confronto».