Scacco alla banda dei giovani pusher insospettabili: 19 arresti. Sequestrate droga e armi
In 3 sono finiti in carcere, altri 14 ai domiciliari nell'ambito dell'operazione "Holy Drug"
giovedì 13 dicembre 2018
12.11
Maxi operazione dei finanzieri del Gruppo Pronto Impiego Bari, che unitamente alle componenti cinofile dalle prime ore di questa mattina hanno dato esecuzione a 19 ordinanze di custodia cautelare, su disposizione della Procura della Repubblica di Bari, a carico di altrettante persone di nazionalità italiana, indagati per l'illecito traffico di sostanze stupefacenti e detenzione abusiva di armi e munizioni. I provvedimenti sono stati emessi dal G.I.P. del Tribunale barese. L'operazione antidroga condotta anche col ricorso a investigazioni tecniche, ha portato all'esecuzione dei provvedimenti di custodia cautelare in carcere nei confronti di 3 persone: Larizzi Giorgio, Millani Sabino e Bellomo Alessandro. Ai domiciliari sono finiti altri 14 soggetti, mentre gli altri 2 sono stati sottoposti all'obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.
Nell'ambito dell'operazione - denominata "Holy drug", dal soprannome di "Satana" con cui veniva indicato un soggetto di spicco tra gli arrestati - l'Autorità Giudiziaria ha predisposto perquisizioni in ogni luogo riconducibile agli arrestati, nella città di Bari ed in alcune località della provincia quali Triggiano e Noicattaro. Le indagini, dirette dal dott. Francesco Bretone - Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Bari – hanno consentito di scardinare una fiorente rete di giovani criminali emergenti, molti dei quali incensurati e insospettabili, dediti alle attività di spaccio di sostanze stupefacenti operante principalmente nel centro della città capoluogo con ulteriori ramificazioni in alcuni comuni limitrofi. Complessivamente nel corso delle indagini sono state sottoposte a sequestro oltre 2 chilogrammi di sostanze stupefacenti tra cocaina, hashish e marijuana ed una pistola completa del relativo munizionamento.
Nel corso delle stesse indagini, i baschi verdi hanno arrestato 7 responsabili (tra i quali un minorenne) colti nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e hanno denunciato a piede libero all'A.G. competente di 8 soggetti (tra i quali un altro minorenne) autori della medesima violazione, oltre al deferimento alla stessa Autorità Giudiziaria di 1 soggetto per detenzione abusiva di armi e munizionamento. In ultimo, la segnalazione al Prefetto di Bari di 25 assuntori di sostanze stupefacenti di vario tipo.
I metodi del sodalizio criminale
I "pusher" erano soliti operare principalmente dal tardo pomeriggio alle prime ore del mattino, nelle città di Bari, Triggiano e Noicattaro, in "piazze di spaccio" centralissime o note per essere frequentate dalla cosiddetta "Bari bene", dal complesso residenziale "Parchitello" di Noicattaro al centro storico di Triggiano fino ad arrivare al centralissimo e ben noto negli ambienti della movida barese Largo Adua. Proprio qui gli spacciatori, approfittando degli spazi condominiali di un complesso di abitazioni private, avevano allestito un vero e proprio deposito di droga dal quale ritiravano le dosi da vendere proprio nel cuore della Bari "by night".
Tuttavia, è proprio l'età degli assuntori, compresa tra i 16 ed i 40 anni, che ha posto in evidenza forse il dato più allarmante emerso dall'operazione dei baschi verdi, facendo emergere come la vendita degli stupefacenti fosse destinata anche a numerosi ragazzi di minore età. Durante le indagini, i militari hanno potuto documentare e ricostruire centinaia di cessioni di dosi destinate al consumo personale che hanno assicurato agli spacciatori un introito illecito pari a circa 100.000 euro.
Un'altra peculiarità dell'inchiesta "Holy drug" è rappresentata da un denominatore comune alla gran parte dei destinatari delle misure cautelari: oltre alla loro giovane età, il fatto di essere incensurati e contraddistinti da profili di assoluta insospettabilità, dediti all'attività illecita in quanto attratti dalla prospettiva di un facile guadagno. Iscritti ai più diffusi social networks, con fotografie e nickname mutuati da personaggi di una nota serie televisiva ispirata al narcotraffico nazionale ed internazionale. Gli arrestati, infatti, erano conosciuti negli ambienti giovanili del capoluogo con l'appellativo "Quelli di Gomorra".
Le indagini, avviate nell'aprile 2017 e durate circa un anno e mezzo, hanno preso il via da una serie di elementi di interesse investigativo, attentamente acquisiti sul territorio e minuziosamente analizzati dai baschi verdi baresi, durante i continui servizi di pattugliamento svolti senza sosta in tutti i comuni dell'intera provincia e particolarmente orientati verso la prevenzione ed il contrasto dei reati connessi all'illecita commercializzazione di droghe di ogni tipo.
Attraverso una lunga serie di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali è stato possibile non solo individuare tutti i soggetti che, a vario titolo, erano coinvolti nell'illecita rete di spaccio ma anche localizzare con precisione i canali di approvvigionamento e di "stoccaggio" dello stupefacente. Ne è emerso un modus operandi utilizzato dai pusher particolarmente efficiente e funzionale caratterizzato da un massiccio utilizzo delle più diffuse applicazioni mobili di messaggistica, così come dalla quasi totale assenza di riferimenti agli illeciti affari durante le rarissime conversazioni telefoniche le quali avevano luogo esclusivamente per concordare e per confermare imminenti e repentini incontri.
Nell'ambito dell'operazione - denominata "Holy drug", dal soprannome di "Satana" con cui veniva indicato un soggetto di spicco tra gli arrestati - l'Autorità Giudiziaria ha predisposto perquisizioni in ogni luogo riconducibile agli arrestati, nella città di Bari ed in alcune località della provincia quali Triggiano e Noicattaro. Le indagini, dirette dal dott. Francesco Bretone - Sostituto Procuratore presso il Tribunale di Bari – hanno consentito di scardinare una fiorente rete di giovani criminali emergenti, molti dei quali incensurati e insospettabili, dediti alle attività di spaccio di sostanze stupefacenti operante principalmente nel centro della città capoluogo con ulteriori ramificazioni in alcuni comuni limitrofi. Complessivamente nel corso delle indagini sono state sottoposte a sequestro oltre 2 chilogrammi di sostanze stupefacenti tra cocaina, hashish e marijuana ed una pistola completa del relativo munizionamento.
Nel corso delle stesse indagini, i baschi verdi hanno arrestato 7 responsabili (tra i quali un minorenne) colti nella flagranza del reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, e hanno denunciato a piede libero all'A.G. competente di 8 soggetti (tra i quali un altro minorenne) autori della medesima violazione, oltre al deferimento alla stessa Autorità Giudiziaria di 1 soggetto per detenzione abusiva di armi e munizionamento. In ultimo, la segnalazione al Prefetto di Bari di 25 assuntori di sostanze stupefacenti di vario tipo.
I metodi del sodalizio criminale
I "pusher" erano soliti operare principalmente dal tardo pomeriggio alle prime ore del mattino, nelle città di Bari, Triggiano e Noicattaro, in "piazze di spaccio" centralissime o note per essere frequentate dalla cosiddetta "Bari bene", dal complesso residenziale "Parchitello" di Noicattaro al centro storico di Triggiano fino ad arrivare al centralissimo e ben noto negli ambienti della movida barese Largo Adua. Proprio qui gli spacciatori, approfittando degli spazi condominiali di un complesso di abitazioni private, avevano allestito un vero e proprio deposito di droga dal quale ritiravano le dosi da vendere proprio nel cuore della Bari "by night".
Tuttavia, è proprio l'età degli assuntori, compresa tra i 16 ed i 40 anni, che ha posto in evidenza forse il dato più allarmante emerso dall'operazione dei baschi verdi, facendo emergere come la vendita degli stupefacenti fosse destinata anche a numerosi ragazzi di minore età. Durante le indagini, i militari hanno potuto documentare e ricostruire centinaia di cessioni di dosi destinate al consumo personale che hanno assicurato agli spacciatori un introito illecito pari a circa 100.000 euro.
Un'altra peculiarità dell'inchiesta "Holy drug" è rappresentata da un denominatore comune alla gran parte dei destinatari delle misure cautelari: oltre alla loro giovane età, il fatto di essere incensurati e contraddistinti da profili di assoluta insospettabilità, dediti all'attività illecita in quanto attratti dalla prospettiva di un facile guadagno. Iscritti ai più diffusi social networks, con fotografie e nickname mutuati da personaggi di una nota serie televisiva ispirata al narcotraffico nazionale ed internazionale. Gli arrestati, infatti, erano conosciuti negli ambienti giovanili del capoluogo con l'appellativo "Quelli di Gomorra".
Le indagini, avviate nell'aprile 2017 e durate circa un anno e mezzo, hanno preso il via da una serie di elementi di interesse investigativo, attentamente acquisiti sul territorio e minuziosamente analizzati dai baschi verdi baresi, durante i continui servizi di pattugliamento svolti senza sosta in tutti i comuni dell'intera provincia e particolarmente orientati verso la prevenzione ed il contrasto dei reati connessi all'illecita commercializzazione di droghe di ogni tipo.
Attraverso una lunga serie di appostamenti, pedinamenti e intercettazioni telefoniche e ambientali è stato possibile non solo individuare tutti i soggetti che, a vario titolo, erano coinvolti nell'illecita rete di spaccio ma anche localizzare con precisione i canali di approvvigionamento e di "stoccaggio" dello stupefacente. Ne è emerso un modus operandi utilizzato dai pusher particolarmente efficiente e funzionale caratterizzato da un massiccio utilizzo delle più diffuse applicazioni mobili di messaggistica, così come dalla quasi totale assenza di riferimenti agli illeciti affari durante le rarissime conversazioni telefoniche le quali avevano luogo esclusivamente per concordare e per confermare imminenti e repentini incontri.