Giro di scommesse illegali, arrestato a Malta latitante barese vicino alla 'Ndrangheta
Il 43enne è accusato di associazione mafiosa e truffa aggravata ai danni dello Stato. Il suo nome era emerso nell'indagine "Galassi" della Gdf
lunedì 22 aprile 2019
19.46
Finisce in manette a Malta il 43enne barese Antonio Ricci, accusato di collegamenti diretti con la 'Ndrangheta. L'uomo era fuggito a un maxi blitz nel novembre 2018 quando entrò nel vivo l'operazione "Galassia" condotta dalla Guardia di finanza tra Calabria, Sicilia e Puglia, e coordinata dalla Dda di Reggio Calabria, che aveva smantellato una rete di affari sulle scommesse clandestine.
Su Ricci e gli altri 67 destinatari dei provvedimenti di fermo in Calabria pende l'accusa di associazione mafiosa, abusivo esercizio dei giochi e delle scommesse, omessa dichiarazione di ricavi, truffa aggravata ai danni dello Stato per oltre 60 milioni di euro.
Il maxi blitz delle Fiamme gialle aveva visto impegnati ottocento militari in tutta Italia, personale del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, così come del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle di Roma. A coordinare le indagini la Direzione nazionale antimafia della capitale e dalla Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.
L'attività investigativa di Dda e Gdf aveva permesso di sequestrare i profitti dell'organizzazione criminale, oltre a quello di 23 società estere, 15 società italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di "gambling on line". Nel mirino degli inquirenti erano finite anche innumerevoli quote societarie e conti correnti nazionali ed esteri, per sequestri da un valore complessivo di oltre 723 milioni di euro.
Su Ricci e gli altri 67 destinatari dei provvedimenti di fermo in Calabria pende l'accusa di associazione mafiosa, abusivo esercizio dei giochi e delle scommesse, omessa dichiarazione di ricavi, truffa aggravata ai danni dello Stato per oltre 60 milioni di euro.
Il maxi blitz delle Fiamme gialle aveva visto impegnati ottocento militari in tutta Italia, personale del Centro operativo della Direzione investigativa antimafia di Reggio Calabria, così come del Servizio centrale investigazione criminalità organizzata e del Nucleo speciale tutela privacy e frodi tecnologiche delle Fiamme Gialle di Roma. A coordinare le indagini la Direzione nazionale antimafia della capitale e dalla Dda di Reggio Calabria, guidata dal procuratore Giovanni Bombardieri.
L'attività investigativa di Dda e Gdf aveva permesso di sequestrare i profitti dell'organizzazione criminale, oltre a quello di 23 società estere, 15 società italiane operanti nel settore dei giochi e delle scommesse, 24 immobili, 7 automezzi, 33 siti nazionali e internazionali di "gambling on line". Nel mirino degli inquirenti erano finite anche innumerevoli quote societarie e conti correnti nazionali ed esteri, per sequestri da un valore complessivo di oltre 723 milioni di euro.