Servizi falsi per Striscia la Notizia, il Tribunale di Bari condanna l'ex inviato Mingo e la moglie
De Pasquale sono comparsi davanti ai giudici per i reati di truffa, falso e diffamazione. Dovranno risarcire Mediaset
lunedì 14 dicembre 2020
18.23
Il Tribunale di Bari ha condannato alla pena di 1 anno e 2 mesi di reclusione Domenico "Mingo" De Pasquale e la moglie Corinna Martino (amministratore unico della Mec Produzioni Srl, di cui Mingo era socio) per i reati di truffa, falso e diffamazione. Stando all'ipotesi accusatoria, Mingo, ex inviato barese del tg satirico di Canale 5 Striscia la notizia, allontanato nel 2015 dal programma, si sarebbe reso responsabile di una truffa ai danni di Mediaset, con la complicità di sua moglie. Mingo si sarebbe fatto pagare per alcuni servizi relativi a fatti inesistenti, inventati ma spacciati per veri; secondo le indagini, si sarebbe fatto anche rimborsare costi non dovuti per figuranti e attori.
I due imputati sono stati ritenuti dal Tribunale di Bari responsabili di un totale di quattro truffe, relative ad altrettanti falsi servizi realizzati per Striscia e andati in onda tra il 2012 e il 2013. Per altri tre servizi, invece, è stata dichiarata la prescrizione, come per le presunte simulazioni di reato. Per altre tre truffe e una contestazione di calunnia la corte barese ha assolto gli imputati «Perché il fatto non sussiste».
De Pasquale è stato condannato anche per aver diffamato, nel 2015, gli autori di Striscia, accusandoli di essere stati loro a ideare servizi falsi. Alle parti civili, Mediaset, Antonio Ricci e altri nove tra autori e produttori della trasmissione, gli imputati dovranno risarcire i danni.
Per quattro persone, invece, il Tribunale di Bari ha disposto la trasmissione alla Procura dei verbali delle dichiarazioni rese durante il processo, per procedere nei loro confronti con l'accusa di falsa testimonianza.
I due imputati sono stati ritenuti dal Tribunale di Bari responsabili di un totale di quattro truffe, relative ad altrettanti falsi servizi realizzati per Striscia e andati in onda tra il 2012 e il 2013. Per altri tre servizi, invece, è stata dichiarata la prescrizione, come per le presunte simulazioni di reato. Per altre tre truffe e una contestazione di calunnia la corte barese ha assolto gli imputati «Perché il fatto non sussiste».
De Pasquale è stato condannato anche per aver diffamato, nel 2015, gli autori di Striscia, accusandoli di essere stati loro a ideare servizi falsi. Alle parti civili, Mediaset, Antonio Ricci e altri nove tra autori e produttori della trasmissione, gli imputati dovranno risarcire i danni.
Per quattro persone, invece, il Tribunale di Bari ha disposto la trasmissione alla Procura dei verbali delle dichiarazioni rese durante il processo, per procedere nei loro confronti con l'accusa di falsa testimonianza.