Sgombero Palagiustizia, Volpe: «Non posso essere io a chiedere la proroga»

Dure parole del procuratore. Risponde Decaro: «Comune pronto a sostituirsi a tutti e ad assumere le decisioni necessarie»

lunedì 27 agosto 2018 15.15
A cura di La Redazione
«Senza proroga saremmo presto degli homeless», con queste dure parole si è espresso sulla vicenda Palagiustizia il procuratore capo di Bari, Giuseppe Volpe. Questa mattina, a margine di una conferenza stampa, Volpe ha tenuto a sottolineare di nuovo la situazione di emergenza, a solo pochi giorni dalla scadenza fissata per lo sgombero degli uffici di via Nazariantz che ha data 31 agosto. «Se in questi ultimi giorni di agosto il sindaco di Bari, Antonio Decaro, dovesse dare una proroga noi continueremmo a lavorare in condizioni quasi normali - aggiunge Volpe - Non sono io a poter fare richiesta in quanto destinataria della ordinanza di sgombero era la proprietà dell'immobile».

E mentre prosegue il trasloco nei locali in via Brigata Regina, si fa sempre piu prepotente l'ipotesi di un'ulteriore proroga della giustizia, bloccata ora per decreto fino al 30 settembre.
«Le parole allarmate del procuratore Volpe sul futuro del palazzo di giustizia non sono per noi una sorpresa - dichiara il sindaco di Bari Antonio Decaro -. Abbiamo ascoltato in questi mesi il grido d'allarme giunto da magistrati e avvocati, a conferma di quanto noi abbiamo sostenuto sin dall'inizio. È necessario che l'Inail, proprietario dell'immobile, o il Ministero, che quell'immobile lo occupa, attestino la necessità di ulteriore tempo per lo sgombero. A quel punto sarà il Comune di Bari ad assumersi la responsabilità, prescritte eventuali misure cautelative, di valutare di concedere ulteriore tempo necessario allo sgombero».

«Se non dovesse arrivare una richiesta di proroga entro stasera chiederò al Prefetto di convocare una riunione - sottolinea il sindaco - e sarà il Comune a sostituirsi a tutti e ad assumere le decisioni necessarie. Noi sindaci siamo abituati a prenderci le nostre responsabilità e se serve al bene della comunità anche ad assumere iniziative che non ci competono. L' assenza di una richiesta esplicita da parte di uno dei due soggetti sembrerebbe dire che non ci sono necessità. Invece, questo contrasta con la presenza all'interno di quel palazzo di magistrati, personale di segreteria, fascicoli dei processi e strumenti di lavoro che il Ministero non sa nemmeno dove collocare».

«È incomprensibile - conclude Decaro - pretendere dai tecnici di un Comune una proroga di termini per lo sgombero di un immobile che era e resta inagibile, senza che nessuno lo chieda manifestandone la necessita».