«Sì ai vaccini, sì alla vita», polemica a Bari contro i manifesti novax

Insorge la cittadinanza sulla bacheca del sindaco, l'assessore Romano: «Questa pubblicità non è accettabile»

mercoledì 3 gennaio 2018 19.04
A cura di Elga Montani
Manifesti contro le vaccinazioni compaiono in vari luoghi della città, e si scatena la polemica sulla bacheca Facebook del sindaco Antonio Decaro, al grido dello slogan «Sì ai vaccini, sì alla vita». In tanti si sono aggregati e continuano a scriverlo protestando contro il sindaco e l'amministrazione comunale per aver permesso che tali manifesti venissero affissi, e trovassero posto nello nostra città.

«Gentile Sindaco, le scrivo indignato per aver consentito l'affissione di questo manifesto in giro per la mia Città - scrive un pediatra - Come Medico (ed in particolare come Pediatra) sono da anni in trincea nel tentativo di arginare l'assurda e dilagante campagna antivaccinale portata avanti da sparuti personaggi, ignoranti in materia, che stanno mettendo a repentaglio la salute pubblica. Le ricordo che proprio nel tentativo di arginare questo pericolo, lo Stato italiano (di cui Lei fa parte) ha emanato l'obbligo di vaccinazione per tutti i bambini. Questa campagna diffamatoria adesso è sulle strade di Bari e contribuisce ancora di più a creare confusione nella popolazione e a vanificare gli sforzi di tutti noi medici, pediatri ed igienisti in primis, che svolgiamo ogni giorno con passione e convinzione la nostra professione a sostegno della salute pubblica. Ritengo opportuno un Suo intervento affinchè vengano immediatamente rimossi questi manifesti che vanno contro quello che è l'orientamento del nostro Stato, ovvero promozione dei vaccini a tutela della salute dell'intera comunità ed, in particolare, di bambini e anziani».

Immediata è giunta la risposta dell'assessore Paola Romano, che dice: «Questa estate con il Sindaco Decaro abbiamo attuato l'obbligo vaccinale, provando anche a semplificare la vita di istituzioni (le scuole in primis) e cittadini. Questa pubblicità non è accettabile. Inoltre, non dà dati veri, in quanto le percentuali di incidenza degli effetti collaterali (che sono molto diversi e sui quali è importante fare dei distinguo) non sono di 1 ogni 11 persone. Non conosco la normativa che regola l'affissione, ma mi informo e sono con voi nella campagna di informazione».