Sicurezza low cost a Bari, dilaga la delinquenza
La nota del Sindacato CONSAP circa la presenza in città di migliaia di extracomunitari
mercoledì 26 luglio 2017
12.07
«E' questa l'Italia che vogliamo? E' questo che vogliamo per i nostri figli? Giovani senza lavoro, senza futuro, costretti a lasciare il proprio paese per cercare sopravvivenza all'estero. E intanto continuano a sbarcare migranti». E' quanto scrive in una nota il Segretario Generale Provinciale della Confederazione Sindacale Autonoma Polizia Uccio Persia.
«Non si parla più di immigrazione. Sarebbe meglio parlare di una vera e propria invasione. Ben venga l'accoglienza di chi fugge dalla guerra ma a veder bene mi sembra che chi sta riempendo le nostre città altro non è che una folla di disperati. Ormai è stato detto e ridetto che il business dell'accoglienza arricchisce le tasche di non so chi, ma c'è un problema da non sottovalutare e che già sta producendo effetti devastanti: il problema sicurezza. Come se non bastasse la nostra delinquenza, adesso dobbiamo fronteggiare una delinquenza ancora più insidiosa, quella di decine di migliaia di extracomunitari che riempiono le nostre strade, le panchine delle ville comunali, le stazioni. Gente affamata fuori da ogni centro commerciale o negozio. E la paura di camminare anche in pieno giorno, in pieno centro, senza il rischio di essere aggrediti, violentati, come è successo l'altro ieri al quartiere Madonnella di Bari quando una donna è stata oggetto di attenzioni da parte di un cittadino etiope. Scelte scellerate, assolutamente non condivisibili, che mettono a rischio i cittadini e soprattutto chi deve garantire sicurezza.
Nel richiamare e condividere pienamente la nota diffusa dal Segretario del Sindacato di Polizia SAP, il controllo del territorio, quello concreto, è diventata pura utopia. Le volanti a Bari non riescono a coprire il territorio e nonostante si voglia cercare un coordinamento con le altre forze di Polizia, ormai la coperta è corta. Il personale è esausto, l'età media dell'operatore è quella di quasi 50 anni, le dotazioni sono insufficienti e spesso inadeguate e le leggi a tutela della sicurezza sono alquanto inefficaci: depenalizzazioni, abrogazioni, sconti di pena, mancanza di protocolli di intervento mettono a dura prova il lavoro di chi è per strada. Non si può più lavorare senza mettere in conto di pagarsi un buon avvocato, solo per aver svolto il proprio dovere. A questo si aggiunge e si contesta la totale disorganizzazione nel gestire "emergenze" come quella di alcuni giorni fà, quando, lo sbarco a Bari degli oltre seicento profughi ha messo a dura prova un sistema ormai al collasso. I poliziotti sono pagati per garantire sicurezza non per rischiare di infettarsi. Non voglio sentire parlare di emergenza. L'arrivo dei profughi era stato preannunciato da giorni.
Chi era a conoscenza avrebbe avuto tutto il tempo necessario per garantire un accoglienza decente. E invece? La struttura del Polifunzionale letteralmente invasa da gente senza che si mettessero in atto le dovute precauzioni sanitarie. Qualcuno ha lanciato l'allarme che fra i migranti ci fosse un caso sospetto di meningite e intanto gli operatori di polizia sono entrati in contatto con i migranti senza essere dotati di adeguati equipaggiamenti, basti pensare che le uniche dotazioni presenti erano dei guanti in lattice e semplici mascherine antipolvere. Tutto questo è ridicolo e ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria. Per non parlare poi dei bagni chimici, arrivati in ritardo e comunque insufficienti mentre alcune stanze di lavoro, adibite ad improvvisati dormitori.
Non se ne può più. La misura è colma... E non dimentichiamo il CARA di Bari. La struttura continua ad essere una bomba ad orologeria con una presenza di migranti due volte superiore a quella prevista. Prima che succeda l'irreparabile, chi deve fare è ora che faccia. E dopo quello che è successo nei giorni scorsi, ci auguriamo soprattutto che quello che si fa, venga fatto bene, siamo pagati per servire, non per morire» conclude il segretario Persia.
«Non si parla più di immigrazione. Sarebbe meglio parlare di una vera e propria invasione. Ben venga l'accoglienza di chi fugge dalla guerra ma a veder bene mi sembra che chi sta riempendo le nostre città altro non è che una folla di disperati. Ormai è stato detto e ridetto che il business dell'accoglienza arricchisce le tasche di non so chi, ma c'è un problema da non sottovalutare e che già sta producendo effetti devastanti: il problema sicurezza. Come se non bastasse la nostra delinquenza, adesso dobbiamo fronteggiare una delinquenza ancora più insidiosa, quella di decine di migliaia di extracomunitari che riempiono le nostre strade, le panchine delle ville comunali, le stazioni. Gente affamata fuori da ogni centro commerciale o negozio. E la paura di camminare anche in pieno giorno, in pieno centro, senza il rischio di essere aggrediti, violentati, come è successo l'altro ieri al quartiere Madonnella di Bari quando una donna è stata oggetto di attenzioni da parte di un cittadino etiope. Scelte scellerate, assolutamente non condivisibili, che mettono a rischio i cittadini e soprattutto chi deve garantire sicurezza.
Nel richiamare e condividere pienamente la nota diffusa dal Segretario del Sindacato di Polizia SAP, il controllo del territorio, quello concreto, è diventata pura utopia. Le volanti a Bari non riescono a coprire il territorio e nonostante si voglia cercare un coordinamento con le altre forze di Polizia, ormai la coperta è corta. Il personale è esausto, l'età media dell'operatore è quella di quasi 50 anni, le dotazioni sono insufficienti e spesso inadeguate e le leggi a tutela della sicurezza sono alquanto inefficaci: depenalizzazioni, abrogazioni, sconti di pena, mancanza di protocolli di intervento mettono a dura prova il lavoro di chi è per strada. Non si può più lavorare senza mettere in conto di pagarsi un buon avvocato, solo per aver svolto il proprio dovere. A questo si aggiunge e si contesta la totale disorganizzazione nel gestire "emergenze" come quella di alcuni giorni fà, quando, lo sbarco a Bari degli oltre seicento profughi ha messo a dura prova un sistema ormai al collasso. I poliziotti sono pagati per garantire sicurezza non per rischiare di infettarsi. Non voglio sentire parlare di emergenza. L'arrivo dei profughi era stato preannunciato da giorni.
Chi era a conoscenza avrebbe avuto tutto il tempo necessario per garantire un accoglienza decente. E invece? La struttura del Polifunzionale letteralmente invasa da gente senza che si mettessero in atto le dovute precauzioni sanitarie. Qualcuno ha lanciato l'allarme che fra i migranti ci fosse un caso sospetto di meningite e intanto gli operatori di polizia sono entrati in contatto con i migranti senza essere dotati di adeguati equipaggiamenti, basti pensare che le uniche dotazioni presenti erano dei guanti in lattice e semplici mascherine antipolvere. Tutto questo è ridicolo e ci sarebbe da ridere se non fosse una cosa seria. Per non parlare poi dei bagni chimici, arrivati in ritardo e comunque insufficienti mentre alcune stanze di lavoro, adibite ad improvvisati dormitori.
Non se ne può più. La misura è colma... E non dimentichiamo il CARA di Bari. La struttura continua ad essere una bomba ad orologeria con una presenza di migranti due volte superiore a quella prevista. Prima che succeda l'irreparabile, chi deve fare è ora che faccia. E dopo quello che è successo nei giorni scorsi, ci auguriamo soprattutto che quello che si fa, venga fatto bene, siamo pagati per servire, non per morire» conclude il segretario Persia.