Soldi dai pazienti per le visite, l'oncologo Lorusso patteggia 5 anni
Ex primario dell'istituto di Bari, è finito lo scorso luglio ai domiciliari, prima di essere sospeso e licenziato dall’ospedale
martedì 14 maggio 2024
20.09
Il giudice dell'udienza preliminare del Tribunale di Bari Paola Angela De Santis ha ratificato il patteggiamento a 5 anni di reclusione per l'ex primario dell'istituto tumori Giovanni Paolo II, Vito Lorusso, arrestato nel luglio 2023 per peculato e concussione perché avrebbe chiesto soldi a pazienti malati di cancro per le visite.
Per questa vicenda era ai domiciliari ma poi è tornato in libertà. È stato nuovamente arrestato e posto ai domiciliari il 26 febbraio scorso nell'inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Bari che ha portato a 130 arresti, tra cui la figlia Maria Carmen Lorusso. In quest'ultima indagine Lorusso, per favorire l'elezione della figlia, avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss Savino: in cambio dei voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto.
Il gup ha disposto per Lorusso l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, di contrattare con la pubblica amministrazione, l'interdizione legale per la durata della pena e lo ha pure condannato a pagare le parti civili, fra le quali la Regione Puglia, l'Istituto Oncologico e l'Ordine dei Medici. Per l'accusa, il medico aveva creato una «situazione di sudditanza psicologica» nelle persone che assisteva, denigrando «costantemente il Servizio Sanitario Nazionale e pure i suoi stessi colleghi».
L'obiettivo era quello di spingere i malati di tumore a pagare somme non dovute pur di farsi seguire da lui e di evitare lunghe attese. «Dove si fa la coda io cerco di evitarti tutte quelle rotture», disse, prima di essere arrestato, ad un paziente e alla sua compagna che gli avevano consegnato ben quattro banconote da 50 euro.
Per questa vicenda era ai domiciliari ma poi è tornato in libertà. È stato nuovamente arrestato e posto ai domiciliari il 26 febbraio scorso nell'inchiesta sul voto di scambio politico-mafioso a Bari che ha portato a 130 arresti, tra cui la figlia Maria Carmen Lorusso. In quest'ultima indagine Lorusso, per favorire l'elezione della figlia, avrebbe stretto un accordo con Massimo Parisi, fratello del boss Savino: in cambio dei voti alla figlia avrebbe curato un nipote del capoclan, poi deceduto.
Il gup ha disposto per Lorusso l'interdizione in perpetuo dai pubblici uffici, di contrattare con la pubblica amministrazione, l'interdizione legale per la durata della pena e lo ha pure condannato a pagare le parti civili, fra le quali la Regione Puglia, l'Istituto Oncologico e l'Ordine dei Medici. Per l'accusa, il medico aveva creato una «situazione di sudditanza psicologica» nelle persone che assisteva, denigrando «costantemente il Servizio Sanitario Nazionale e pure i suoi stessi colleghi».
L'obiettivo era quello di spingere i malati di tumore a pagare somme non dovute pur di farsi seguire da lui e di evitare lunghe attese. «Dove si fa la coda io cerco di evitarti tutte quelle rotture», disse, prima di essere arrestato, ad un paziente e alla sua compagna che gli avevano consegnato ben quattro banconote da 50 euro.