Solidarietà alla popolazione di Afrin, presidio in piazza Ferrarese

Appuntamento questa sera alle 18 in segno di supporto alla popolazione curda, in seguito agli attacchi della Turchia

venerdì 26 gennaio 2018
Questa sera, alle ore 18:00, in Piazza del Ferrarese a Bari si terrà un presidio di solidarietà con la popolazione di Afrin. La sera del 20 gennaio aerei militari turchi hanno cominciato ad attaccare il cantone di Afrin, sotto controllo delle forze curde di Unità di Protezione Popolare (YPG) e Unità di Protezione delle Donne (YPJ). Dallo scoppio del conflitto siriano, la Turchia ha sostenuto tutti i gruppi salafiti, tra cui Al-Qaeda e l'ISIS. La Turchia ha usato questi gruppi per colpire i curdi. Ha organizzato l'attacco dell'ISIS contro Kobane nel 2014. Dove ha subito la sua prima sconfitta. I curdi sono diventati parte della Coalizione Internazionale contro l'ISIS. Attualmente le più sicure, più stabili e più democratiche regioni della Siria sono quelle amministrate dai curdi e dai loro alleati.

Una di queste regioni è il cantone di Afrin. Afrin è riuscita a rimanere un'isola di stabilità e sicurezza dallo scoppio del conflitto. Per questo motivo la città ha accolto almeno 300 mila rifugiati. Né Afrin, né alcun'altra regione della Siria settentrionale controllata dalle FDS (SDF) ha attaccato o minacciato la Turchia. La Turchia sta attaccando Afrin e il Rojava perché è una regione curda che sta portando avanti la propria condizione di entità stabile e democratica. La Turchia non è riuscita ad accettare la sconfitta dell'ISIS, e dal 20 gennaio sta attaccando Afrin con tutta la propria forza. I suoi aerei da caccia e i suoi carri armati stanno deliberatamente attaccando aree abitate da civili. Decine di civili sono stati uccisi, di cui la maggior parte donne e bambini, e centinaia sono stati feriti. L'esercito turco sta commettendo crimini di guerra secondo il diritto internazionale; e crimi umanitari secondo la morale universale.

Il nord della Siria è stato ampiamente ripulito dall'ISIS e da altri gruppi salafiti. La minaccia salafita, tuttavia, esiste ancora. Gli attacchi della Turchia stanno sia destabilizzando la regione sia compromettendo la lotta contro l'ISIS. Sebbene tutti questi sviluppi siano davanti agli occhi di chiunque, le reazioni della Russia, degli Stati Uniti, dei paesi europei, dell'UE e dell'ONU contro gli attacchi della Turchiasono state deludenti. Chiunque abbia parlato, ha prima di tutto "riconosciuto il diritto della Turchia di proteggere i propri confini e le legittime preoccupazioni relative alla sicurezza. Il Consiglio di Sicurezza dell'ONU si è riunito il 22 gennaio 2018, ma non è neanche riuscito a condannare l'offensiva turca.

In questo contesto il popolo di Afrin sta fronteggiando un genocidio. La situazione è delicata e urgente. Facciamo appello a tutta la gente che ha una coscienza affinché sostenga Afrin e mostri la propria solidarietà. Facciamo appello alle summenzionate potenze affinché si rendano conto della realtà sul campo e assumano una posizione chiara contro gli attacchi dello stato turco. Il Rojava e la Siria del Nord, compresa Afrin, devono essere dichiarate no-fly zone. La minaccia dell'ISIS non è terminata nella regione. Tutte le forze devono volgere la propria attenzione all'ISIS e gruppi similari. Ieri abbiamo salvato insieme Kobane, oggi salveremo Afrin.

La manifestazione è organizzata dall'Ex Caserma Liberata e dal Collettivo Athena.