Spaccio di droga a Japigia, pene definitive per 21 imputati

I narcotrafficanti avevano base operativa nella palazzina L di via Caldarola. Processo d'appello da rifare per cinque imputati

sabato 15 marzo 2025 13.25
Arriva l'atto finale - anche se la Cassazione ha annullato con rinvio cinque condanne - sull'operazione "Astra", l'associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti diretta dalla famiglia Martiradonna che aveva come centrale un condominio di Japigia, in via Caldarola, e come succursale Mola di Bari.

Ieri i giudici hanno respinto o dichiarato inammissibili i ricorsi di 21 imputati - condannati a pene comprese tra i 14 anni e 6 mesi ed i 10 mesi -, tra cui Giuseppe Martiradonna, condannato alla pena più severa. La sentenza è stata annullata, con rinvio degli atti ad una altra sezione della Corte di Appello di Bari, per Matteo Bellantuono, Angelo Martiradonna, Eugenio Lovergine, Edoardo Caizzi e Paolo Lovreglio difesi dagli avvocati Libio Spadaro, Giuseppe Giulitto e Marcello Belsito.

Rigettati o dichiarati inammissibili, invece gli altri ricorsi e confermate le pene a carico di Michele Abbaticchio (6 anni, 2 mesi e 20 giorni), Aldo Ahhenti (3 anni e 8 mesi), Mauro Balacco (1 anno e 4 mesi), Michele Bellantuono (11 anni e 8 mesi), Nicola Botta (3 anni), Vito Ivan Bottalico (5 anni, 8 mesi e 20 giorni), Andrea Carrassi (7 anni e 8 mesi), Giacomo Cassano (5 anni e 8 mesi), Nicola Ciliberti e Alessandro De Zio (10 mesi e 20 giorni) e di Gianmarco Florio (3 anni e 4 mesi).

Gli ermellini hanno inoltre lasciato inalterato il verdetto di secondo grado a carico di Giovanni Genco (5 anni e 10 mesi), Francesco Loprino (4 anni), Emanuel Martiradonna (7 anni), Filippo Martiradonna (4 anni e 4 mesi), Michele Martiradonna (5 anni e 8 mesi), Fatjon Nina (3 anni, 4 mesi e 20 giorni), Simone Schingaro (4 anni) e Alessandro Vaccarelli (5 anni, 8 mesi e 20 giorni). In quest'indagine, nel maggio 2021, furono arrestate 36 persone e sequestrate armi, droga e denaro.

Nell'inchiesta dei Carabinieri, diretta dai pubblici ministeri antimafia Fabio Buquicchio, Ettore Cardinali e Federico Perrone Capano, sono stati documentati oltre 25mila casi di spaccio di droga. A turno, 24 ore su 24, hanno accertato le indagini, i pusher vendevano a centinaia di clienti ogni tipo di sostanza stupefacente. Tra i condannati ci sono numerosi pregiudicati ritenuti vicini al clan Palermiti di Bari, ritenuto il principale fornitore del gruppo retto dalla famiglia Martiradonna.

Nel bazar di Japigia la droga veniva nascosta nel vano ascensore, nelle intercapedini, nei tombini e sotto il terreno. Il giro d'affari stimato è stato di oltre 1 milione di euro, con stipendi a corrieri e pusher tra i 300 euro a settimana ed i 500 euro a trasporto. Nei 4 anni di indagini sono state arrestate in flagranza 15 persone.