Spaccio di droga e ricettazione di armi, 11 arresti nelle province di Bari, Bat e Pavia
Sottoposte a sequestro due piantagioni coltivate in serre e composte da oltre 8 mila piante di marijuana,
mercoledì 8 giugno 2022
8.52
La Direzione investigativa antimafia di Bari, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia del capoluogo pugliese, ha eseguito alle prime luci dell'alba di mercoledì 11 ordinanze di custodia cautelare nei confronti di altrettante persone gravemente indiziate delle accuse, a vario titolo, di produzione e cessione di sostanze stupefacenti ma anche detenzione e ricettazione di armi.
Il provvedimento cautelare è stato emesso nell'ambito dell'operazione "Zemra", a seguito di indagini – effettuate tra ottobre 2018 e ottobre 2019 – che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), a carico di 5 italiani e 6 albanesi alcuni dei quali – a seguito dell'attività repressiva "a mare" effettuata nell'ambito delle operazioni Shefi e Kulmi – avevano spostato la produzione dello stupefacente dall'Albania al territorio fra il barese e il foggiano, dove sono state sottoposte a sequestro, tra l'altro, due piantagioni coltivate in serre e composte da oltre 8 mila piante di marijuana, per un peso di oltre una tonnellata e mezza, dalle quali sarebbe stato possibile ricavare oltre 10 mila dosi di stupefacente da immettere sul mercato.
Nel corso dell'attività investigativa, sviluppata sull'asse Cerignola-Bisceglie-Bari-Oria (Brindisi), sono stati monitorati dalla Dia, relativamente agli ingentissimi quantitativi di sostanza stupefacente, l'approvvigionamento (avvenuto sia nel foggiano che nel brindisino), il trasporto (avvenuto sempre "via terra" utilizzando veicoli appositamente equipaggiati), la custodia (avvenuta, in alcuni casi, presso un immobile di Conversano), il trasporto sull'asse "Puglia-Basilicata-Sicilia" (effettuato "via terra" da corrieri albanesi, supportati da un secondo veicolo con funzione di "staffetta"), i destinatari (identificati, in alcuni casi, in soggetti domiciliati anche in Basilicata e Sicilia).
Complessivamente sono stati riconosciuti dal Giudice per le indagini preliminari, a vario titolo, gravi indizi di colpevolezza (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) nei confronti degli indagati, la cui condotta è stata definita "professionale", per eventi circoscritti in 32 capi d'imputazione relativi al sequestro di due piantagioni, a diverse cessioni relative ad un totale di 140 kg. di hashish, mezzo chilo di cocaina pura, 113 chili di marjuana nonché in relazione alla detenzione e ricettazione di due pistole calibro 9, sottoposte a sequestro, con matricola abrasa.
In tal senso si citano le operazioni Shefi, Kulmi e Shpirti, sempre condotte in Italia ed in Albania nell'ambito della Squadra Investigativa Comune, rispettivamente concluse – nel 2018, 2020 e 2021 – dalla DIA di Bari con l'esecuzione complessiva di 118 misure cautelari e sequestri patrimoniali per un valore di diversi milioni di euro, nel cui ambito sono state sequestrate circa sei tonnellate di droga tra marijuana, cocaina ed hashish nonché sono stati eseguiti provvedimenti cautelari emessi direttamente dall'Autorità Giudiziaria Albanese, con il contributo di quattro collaboratori di giustizia italiani, per reati di corruzione, abuso d'ufficio, riciclaggio e traffico internazionale di ingentissimi quantitativi di sostanze stupefacenti.
I provvedimenti cautelari eseguiti in queste ore sono stati eseguiti, ad eccezione di un soggetto allo stato irreperibile, nelle province di Bari, Bat e Pavia. Le dieci persone coinvolte sono state poste agli arresti domiciliari.
Il provvedimento cautelare è stato emesso nell'ambito dell'operazione "Zemra", a seguito di indagini – effettuate tra ottobre 2018 e ottobre 2019 – che hanno consentito di raccogliere gravi indizi di colpevolezza (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa), a carico di 5 italiani e 6 albanesi alcuni dei quali – a seguito dell'attività repressiva "a mare" effettuata nell'ambito delle operazioni Shefi e Kulmi – avevano spostato la produzione dello stupefacente dall'Albania al territorio fra il barese e il foggiano, dove sono state sottoposte a sequestro, tra l'altro, due piantagioni coltivate in serre e composte da oltre 8 mila piante di marijuana, per un peso di oltre una tonnellata e mezza, dalle quali sarebbe stato possibile ricavare oltre 10 mila dosi di stupefacente da immettere sul mercato.
Nel corso dell'attività investigativa, sviluppata sull'asse Cerignola-Bisceglie-Bari-Oria (Brindisi), sono stati monitorati dalla Dia, relativamente agli ingentissimi quantitativi di sostanza stupefacente, l'approvvigionamento (avvenuto sia nel foggiano che nel brindisino), il trasporto (avvenuto sempre "via terra" utilizzando veicoli appositamente equipaggiati), la custodia (avvenuta, in alcuni casi, presso un immobile di Conversano), il trasporto sull'asse "Puglia-Basilicata-Sicilia" (effettuato "via terra" da corrieri albanesi, supportati da un secondo veicolo con funzione di "staffetta"), i destinatari (identificati, in alcuni casi, in soggetti domiciliati anche in Basilicata e Sicilia).
Complessivamente sono stati riconosciuti dal Giudice per le indagini preliminari, a vario titolo, gravi indizi di colpevolezza (fatta salva la valutazione nelle fasi successive con il contributo della difesa) nei confronti degli indagati, la cui condotta è stata definita "professionale", per eventi circoscritti in 32 capi d'imputazione relativi al sequestro di due piantagioni, a diverse cessioni relative ad un totale di 140 kg. di hashish, mezzo chilo di cocaina pura, 113 chili di marjuana nonché in relazione alla detenzione e ricettazione di due pistole calibro 9, sottoposte a sequestro, con matricola abrasa.
Le indagini
L'esecuzione dell'operazione "Zemra" costituisce, in realtà, una appendice del più ampio progetto investigativo della Direzione distrettuale antimafia e della Dia di Bari relativo al contrasto internazionale al fenomeno del traffico di sostanze stupefacenti dall'Albania alla Puglia, nel cui ambito è operativa, a decorrere dal 2017, una Squadra investigativa comune. Tale strumento di cooperazione giudiziaria, istituito tra la Dda di Bari, la Procura speciale anticorruzione e criminalità organizzata di Tirana ed Eurojust (organismo che sostiene la cooperazione giudiziaria nella lotta contro le forme gravi di criminalità transnazionale), consente al personale della Dia di Bari ed alle autorità albanesi di effettuare approfondimenti investigativi congiunti, avvalendosi del fondamentale ruolo di coordinamento assicurato dalla Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo.In tal senso si citano le operazioni Shefi, Kulmi e Shpirti, sempre condotte in Italia ed in Albania nell'ambito della Squadra Investigativa Comune, rispettivamente concluse – nel 2018, 2020 e 2021 – dalla DIA di Bari con l'esecuzione complessiva di 118 misure cautelari e sequestri patrimoniali per un valore di diversi milioni di euro, nel cui ambito sono state sequestrate circa sei tonnellate di droga tra marijuana, cocaina ed hashish nonché sono stati eseguiti provvedimenti cautelari emessi direttamente dall'Autorità Giudiziaria Albanese, con il contributo di quattro collaboratori di giustizia italiani, per reati di corruzione, abuso d'ufficio, riciclaggio e traffico internazionale di ingentissimi quantitativi di sostanze stupefacenti.
I provvedimenti cautelari eseguiti in queste ore sono stati eseguiti, ad eccezione di un soggetto allo stato irreperibile, nelle province di Bari, Bat e Pavia. Le dieci persone coinvolte sono state poste agli arresti domiciliari.