Spaccio di droga fra i turisti a Bari vecchia, 5 arresti. I NOMI
Operazione dei Carabinieri: gli indagati rispondono di spaccio in concorso nelle strade della movida del capoluogo
giovedì 5 dicembre 2024
11.08
Nel borgo antico di Bari, insieme ad orecchiette, B&B e turisti, la droga scorre a fiumi. È quanto emerge dall'ultima operazione messa a segno all'alba di oggi dai Carabinieri del capoluogo pugliese che hanno arrestato 5 persone attive nella piazza di spaccio di strada San Benedetto, «l'oasi della droga» al centro della città.
In carcere, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Valeria Isabella Valenzi, sono finiti Antonio De Lellis, di 27 anni, Antonio Cannito, di 26 anni, Domenico De Tullio, di 26 anni, Francesco e Luigi Martiradonna, di 24 e di 42 anni. Due le persone indagate a piede libero: sono Saverio e Antonio Manzari, padre e figlio, di 62 e di 37 anni. Sono tutti accusati, in concorso, di spaccio di sostanze stupefacenti nel borgo antico.
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Bari Centro, coordinata dall'Antimafia e che ha portato al sequestro di 4,5 chilogrammi di marijuana e 500 grammi di hashish, è iniziata nel 2021 e si è conclusa nel 2022. «Centro nevralgico delle attività di spaccio è risultata essere» strada San Benedetto. Ed è proprio lì che gli indagati «hanno gestito una piazza di spaccio, organizzata con dei sistemi di vedetta, turni, predisposizione di nascondigli su strada per il prelievo delle dosi».
Nella città vecchia, da tempo ormai, hanno ricostruito gli inquirenti, «si sono create piazze di spaccio di stupefacenti localizzate nelle zone circostanti strada del Carmine, strada Santa Maria del Buon Consiglio e strada San Benedetto», gestite da «soggetti legati ai clan Capriati e Strisciuglio, operanti in questo territorio». Un borgo, «consistente in dedali comunicanti tra loro, ha reso difficile un'azione delle forze dell'ordine», rendendo più agevole la radicalizzazione del fenomeno.
Tre le fasi dell'indagine. Nella prima gli investigatori hanno individuato «la cosiddetta piazza di spaccio». La seconda fase «si è invece concretata nell'esecuzione di operazioni di videoripresa sull'area di spaccio», a poca distanza dalla Stazione di Bari San Nicola, «nella quale sono state effettuate cessioni di stupefacenti». Almeno sino al 13 febbraio di quell'anno, quando, dopo il sequestro di 3 chilogrammi di marijuana, le telecamere sono state manomesse dagli stessi indagati.
«Analoga sorte - hanno aggiunto gli inquirenti - hanno subito le telecamere successivamente installate». Per i cinque indagati portati in carcere la gip Valenzi ha ritenuto sussistente «il pericolo di inquinamento probatorio, anche in ragione dei vari rapporti di contiguità tra gli indagati e della sinergia operativa dimostrata».
In carcere, su ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Valeria Isabella Valenzi, sono finiti Antonio De Lellis, di 27 anni, Antonio Cannito, di 26 anni, Domenico De Tullio, di 26 anni, Francesco e Luigi Martiradonna, di 24 e di 42 anni. Due le persone indagate a piede libero: sono Saverio e Antonio Manzari, padre e figlio, di 62 e di 37 anni. Sono tutti accusati, in concorso, di spaccio di sostanze stupefacenti nel borgo antico.
L'indagine dei Carabinieri della Compagnia di Bari Centro, coordinata dall'Antimafia e che ha portato al sequestro di 4,5 chilogrammi di marijuana e 500 grammi di hashish, è iniziata nel 2021 e si è conclusa nel 2022. «Centro nevralgico delle attività di spaccio è risultata essere» strada San Benedetto. Ed è proprio lì che gli indagati «hanno gestito una piazza di spaccio, organizzata con dei sistemi di vedetta, turni, predisposizione di nascondigli su strada per il prelievo delle dosi».
Nella città vecchia, da tempo ormai, hanno ricostruito gli inquirenti, «si sono create piazze di spaccio di stupefacenti localizzate nelle zone circostanti strada del Carmine, strada Santa Maria del Buon Consiglio e strada San Benedetto», gestite da «soggetti legati ai clan Capriati e Strisciuglio, operanti in questo territorio». Un borgo, «consistente in dedali comunicanti tra loro, ha reso difficile un'azione delle forze dell'ordine», rendendo più agevole la radicalizzazione del fenomeno.
Tre le fasi dell'indagine. Nella prima gli investigatori hanno individuato «la cosiddetta piazza di spaccio». La seconda fase «si è invece concretata nell'esecuzione di operazioni di videoripresa sull'area di spaccio», a poca distanza dalla Stazione di Bari San Nicola, «nella quale sono state effettuate cessioni di stupefacenti». Almeno sino al 13 febbraio di quell'anno, quando, dopo il sequestro di 3 chilogrammi di marijuana, le telecamere sono state manomesse dagli stessi indagati.
«Analoga sorte - hanno aggiunto gli inquirenti - hanno subito le telecamere successivamente installate». Per i cinque indagati portati in carcere la gip Valenzi ha ritenuto sussistente «il pericolo di inquinamento probatorio, anche in ragione dei vari rapporti di contiguità tra gli indagati e della sinergia operativa dimostrata».
I NOMI
In carcere:
- Cannito Nicola, alias «Pisello», nato a Bari il 01/03/1998, ivi residente;
- De Lellis Antonio, nato a Bari il 16/06/1997, ivi residente;
- De Tullio Domenico, nato a Bari il 16/03/1998, ivi residente;
- Martiradonna Luigi, nato a Bari il 07/07/1982, ivi residente;
- Martiradonna Francesco, nato a Bari il 08/10/2000, ivi residente.