Spunta l'ipotesi GEP per gli ex OM, presentata una proposta al giudice
L'azienda punta a creare una rete in Puglia, si tratterebbe di produrre energia pulita. Micchetti (FIM Cisl): «Andiamo con i piedi di piombo»
lunedì 30 aprile 2018
15.29
Un'ultima speranza sembra essere giunta per il futuro dei lavoratori della ex Om Carrelli. Lo scorso 26 aprile è arrivata tramite PEC al giudice fallimentare del tribunale di Torino una proposta da parte di una azienda, la GEP (Global Electrification Project). Ad oggi sono presenti sul territorio italiano due sedi dell'azienda, una a Verona e una a Merano, e l'idea dietro la presentazione della proposta per l'ex OM è quella di creare anche una rete di aziende in tutta la Puglia, partendo proprio dallo stabilimento di Modugno.
La proposta presentata non riguarda però il progetto della produzione di auto elettriche, che era della Tua Industries. D'altronde come è possibile leggere sul sito della GEP, l'azienda: «si propone, in particolare: di elaborare e rappresentare progetti relativi all'uso esclusivo delle energie rinnovabili non intermittenti impiegate in vasti programmi di autosufficienza energetica».
«Questa società ha presentato una proposta di concordato fallimentare al giudice designato – ci spiega meglio Gianfranco Micchetti di FIm Cisl – a giorni verrà depositata, dopo di che il giudice dovrà esaminarla e dare il responso in merito. La proposta prevede l'assorbimento di tutti i 175 lavoratori e il pagamento di tutti i creditori, sia deduttivi che privilegiati che chirografari. Ovviamente ad oggi è solo una proposta. A questo punto dobbiamo solo aspettare l'evolversi della situazione e il tribunale di Torino».
«L'azienda in questione, la GEP, si occupa di produzione energetica, di energia elettrica – continua - si tratterebbe, quindi, di un progetto completamente diverso da quanto sviluppato finora, e dal discorso dell'auto elettrica, in quanto anche in Puglia si occuperebbero di produzione di energia. L'azienda non è pugliese, hanno due sedi a Merano e Verona, e vogliono costituire una rete di imprese in Puglia».
«Hanno aspettato tanto a fare la proposta per una questione di strategie imprenditoriali – sottolinea Micchetti – hanno deciso di fare questo investimento in Puglia, ma lo hanno deciso da poco tempo. Inoltre, non hanno avuto la possibilità di visitare l'opificio industriale e questo è il motivo per il quale non hanno allegato alla proposta il piano industriale, ma la proposta è comunque reale ed è stata fatta secondo i criteri che la legge prevede. Non sappiamo i tempi entro cui si potrà sapere qualcosa, in quanto dipende dai tempi del tribunale di Torino».
«La notizia è fresca, i lavoratori lo hanno saputo ieri e ovviamente sperano – conclude – anche se non vogliono illudersi dato che i fallimenti sono stati diversi, andiamo con i piedi di piombo».
La proposta presentata non riguarda però il progetto della produzione di auto elettriche, che era della Tua Industries. D'altronde come è possibile leggere sul sito della GEP, l'azienda: «si propone, in particolare: di elaborare e rappresentare progetti relativi all'uso esclusivo delle energie rinnovabili non intermittenti impiegate in vasti programmi di autosufficienza energetica».
«Questa società ha presentato una proposta di concordato fallimentare al giudice designato – ci spiega meglio Gianfranco Micchetti di FIm Cisl – a giorni verrà depositata, dopo di che il giudice dovrà esaminarla e dare il responso in merito. La proposta prevede l'assorbimento di tutti i 175 lavoratori e il pagamento di tutti i creditori, sia deduttivi che privilegiati che chirografari. Ovviamente ad oggi è solo una proposta. A questo punto dobbiamo solo aspettare l'evolversi della situazione e il tribunale di Torino».
«L'azienda in questione, la GEP, si occupa di produzione energetica, di energia elettrica – continua - si tratterebbe, quindi, di un progetto completamente diverso da quanto sviluppato finora, e dal discorso dell'auto elettrica, in quanto anche in Puglia si occuperebbero di produzione di energia. L'azienda non è pugliese, hanno due sedi a Merano e Verona, e vogliono costituire una rete di imprese in Puglia».
«Hanno aspettato tanto a fare la proposta per una questione di strategie imprenditoriali – sottolinea Micchetti – hanno deciso di fare questo investimento in Puglia, ma lo hanno deciso da poco tempo. Inoltre, non hanno avuto la possibilità di visitare l'opificio industriale e questo è il motivo per il quale non hanno allegato alla proposta il piano industriale, ma la proposta è comunque reale ed è stata fatta secondo i criteri che la legge prevede. Non sappiamo i tempi entro cui si potrà sapere qualcosa, in quanto dipende dai tempi del tribunale di Torino».
«La notizia è fresca, i lavoratori lo hanno saputo ieri e ovviamente sperano – conclude – anche se non vogliono illudersi dato che i fallimenti sono stati diversi, andiamo con i piedi di piombo».