Stop alle visite per i genitori non collocatari, lo decide il Tribunale di Bari
La sentenza è stata espressa in relazione a una causa di separazione: precedenza alla salute del minore
mercoledì 1 aprile 2020
11.32
La legge pone a principio cardine del diritto di famiglia il diritto alla bigenitorialità del minore. Che cosa significa? Significa che, in caso di separazione dei genitori (coppia di fatto o coniugi, non fa alcuna differenza) non è tanto il genitore ad avere diritto a stare col proprio figlio quanto quest'ultimo ad avere nella propria vita ambedue le figure, a essere cresciuto da ambedue le figure, a sviluppare la propria personalità grazie alla vicinanza e alla condivisione con entrambi i genitori.
Premesso questo, tante sono le domande che arrivano in questi giorni a proposito di come organizzare il diritto di visita del genitore non collocatario del minore. Più semplicemente: il padre e/o la madre che non vive con il bambino ha diritto a vederlo, magari a spostarsi da un Comune all'altro, pur essendo vigenti le normative restrittive a causa del Coronavirus?
La prima interpretazione è stata questa: sì, il diritto di visita rientra in quel motivo di necessità che giustifica l'uscita di casa per andare a trascorrere tempo con il proprio figlio. Ma sembrerebbe ancora una interpretazione figlia della garanzia più del diritto del genitore che del bambino, soprattutto se si fanno considerazioni circa la salute e l'evitare di stare a contatto con quante più persone possibili così da non agevolare il contagio.
A porre un punto fondamentale sul tema è giunta nelle scorse ore il Tribunale di Bari. Il giudice ha deciso che le visite sono "sospese fino a quando non sarà cessata l'emergenza epidemiologica in atto, coincidente con il momento in cui sarà consentito al padre di potersi muovere liberamente per raggiungere i figli senza pericoli per la loro salute".
Per il giudice di Bari a prevalere è il diritto alla salute del minore. Come poter comunque essere a contatto con il proprio figlio? Nel provvedimento in esame il Tribunale di Bare ordine alla madre "di favorire i contatti audio-video anche plurigiornalieri tra il padre e i suoi figli attraverso l'utilizzo di tutti gli strumenti tecnologici disponibili".
Premesso questo, tante sono le domande che arrivano in questi giorni a proposito di come organizzare il diritto di visita del genitore non collocatario del minore. Più semplicemente: il padre e/o la madre che non vive con il bambino ha diritto a vederlo, magari a spostarsi da un Comune all'altro, pur essendo vigenti le normative restrittive a causa del Coronavirus?
La prima interpretazione è stata questa: sì, il diritto di visita rientra in quel motivo di necessità che giustifica l'uscita di casa per andare a trascorrere tempo con il proprio figlio. Ma sembrerebbe ancora una interpretazione figlia della garanzia più del diritto del genitore che del bambino, soprattutto se si fanno considerazioni circa la salute e l'evitare di stare a contatto con quante più persone possibili così da non agevolare il contagio.
A porre un punto fondamentale sul tema è giunta nelle scorse ore il Tribunale di Bari. Il giudice ha deciso che le visite sono "sospese fino a quando non sarà cessata l'emergenza epidemiologica in atto, coincidente con il momento in cui sarà consentito al padre di potersi muovere liberamente per raggiungere i figli senza pericoli per la loro salute".
Per il giudice di Bari a prevalere è il diritto alla salute del minore. Come poter comunque essere a contatto con il proprio figlio? Nel provvedimento in esame il Tribunale di Bare ordine alla madre "di favorire i contatti audio-video anche plurigiornalieri tra il padre e i suoi figli attraverso l'utilizzo di tutti gli strumenti tecnologici disponibili".