Strada Annunziata, proseguono i lavori con la supervisione archeologica
Dopo il ritrovamento a luglio di una sepoltura medievale, diversi i reperti ritrovati con la prosecuzione degli scavi
giovedì 14 dicembre 2017
18.14
Questa mattina l'assessore ai Lavori Pubblici Giuseppe Galasso, accompagnato dalla presidente del primo Municipio Micaela Paparella e dall'archeologa Francesca Radina, ha effettuato un sopralluogo sul cantiere per il rifacimento della rete di fogna bianca, fogna nera e idrica in strada Annunziata, all'interno dei locali di proprietà comunale a ridosso della Muraglia, dove a luglio è stata rinvenuta una sepoltura di età medievale. Oltre ai 18 scheletri rinvenuti quest'estate, la prosecuzione degli scavi ha permesso di riportare alla luce diversi reperti archeologici del passato e una porzione di muro antico.
«Sollevata la pavimentazione moderna - spiega Francesca Radina - sono affiorate le prime sepolture per cui, d'intesa con il Comune, abbiamo predisposto l'assistenza archeologica al cantiere già la scorsa estate. Proseguendo con gli studi si è accertata l'esistenza di una necropoli databile tra il periodo tardo antico e l'alto medioevo. Nonostante tutte le difficoltà, dovute alle ristrettezze degli spazi, siamo andati avanti e abbiamo trovato altri elementi che indiziavano la presenza di una stratificazione archeologica più antica, alla pari di tutta la città vecchia. Qui, abbiamo ritrovato, infatti, elementi riconducibili all'età romana, periodo di cui abbiamo scarsissimi documenti e quindi poche notizie su cui ricostruire la storia della città a quell'epoca. Questo ci ha obbligati ad andare avanti con gli scavi e ci ha permesso di trovare, con nostra grande sorpresa, un vero e proprio ambiente, delimitato da due frammenti di muro che si incrociano con due diverse fasi di occupazione. La prima fase è databile all'età imperiale, circa il IV secolo, con un piano di calpestio che ha rivelato un intonaco con la presenza di marmette, riconducibili a quel periodo di cui abbiamo ritrovato oggetti, ceramiche da mensa e materiali di vario genere che ci aiuteranno a capire di che tipo di ambiente si trattava. Scendendo ulteriormente, si è capito che questo ambiente era ancora più antico, risaliva all'età tardo repubblicana, primo secolo avanti cristo. Sempre in questo strato abbiamo ritrovato almeno tre anfore che facevano parte dell'arredo con altre ceramiche e altri materiali. Ora lo studio dei materiali ci renderà più chiaro il periodo di origine».
«Nel periodo delle festività - precisa Giuseppe Galasso - la Soprintendenza ci restituirà il cantiere in modo da dare mandato all'impresa aggiudicataria dell'appalto di ripartire con i lavori per la realizzazione della fogna bianca e nera, oltre alla rete dell'acquedotto, per riprendere gli interventi degli scavi che ci permetteranno di arrivare in strada Annunziata. Questo è un ulteriore passo in avanti per un'opera che i cittadini di Bari vecchia attendono da anni. Purtroppo questo blocco è stato necessario vista l'importanza dei ritrovamenti che, adeguatamente valorizzati, diventeranno una risorsa preziosa per l'attività turistica di Bari vecchia e per il patrimonio archeologico di tutta la città».
«Sollevata la pavimentazione moderna - spiega Francesca Radina - sono affiorate le prime sepolture per cui, d'intesa con il Comune, abbiamo predisposto l'assistenza archeologica al cantiere già la scorsa estate. Proseguendo con gli studi si è accertata l'esistenza di una necropoli databile tra il periodo tardo antico e l'alto medioevo. Nonostante tutte le difficoltà, dovute alle ristrettezze degli spazi, siamo andati avanti e abbiamo trovato altri elementi che indiziavano la presenza di una stratificazione archeologica più antica, alla pari di tutta la città vecchia. Qui, abbiamo ritrovato, infatti, elementi riconducibili all'età romana, periodo di cui abbiamo scarsissimi documenti e quindi poche notizie su cui ricostruire la storia della città a quell'epoca. Questo ci ha obbligati ad andare avanti con gli scavi e ci ha permesso di trovare, con nostra grande sorpresa, un vero e proprio ambiente, delimitato da due frammenti di muro che si incrociano con due diverse fasi di occupazione. La prima fase è databile all'età imperiale, circa il IV secolo, con un piano di calpestio che ha rivelato un intonaco con la presenza di marmette, riconducibili a quel periodo di cui abbiamo ritrovato oggetti, ceramiche da mensa e materiali di vario genere che ci aiuteranno a capire di che tipo di ambiente si trattava. Scendendo ulteriormente, si è capito che questo ambiente era ancora più antico, risaliva all'età tardo repubblicana, primo secolo avanti cristo. Sempre in questo strato abbiamo ritrovato almeno tre anfore che facevano parte dell'arredo con altre ceramiche e altri materiali. Ora lo studio dei materiali ci renderà più chiaro il periodo di origine».
«Nel periodo delle festività - precisa Giuseppe Galasso - la Soprintendenza ci restituirà il cantiere in modo da dare mandato all'impresa aggiudicataria dell'appalto di ripartire con i lavori per la realizzazione della fogna bianca e nera, oltre alla rete dell'acquedotto, per riprendere gli interventi degli scavi che ci permetteranno di arrivare in strada Annunziata. Questo è un ulteriore passo in avanti per un'opera che i cittadini di Bari vecchia attendono da anni. Purtroppo questo blocco è stato necessario vista l'importanza dei ritrovamenti che, adeguatamente valorizzati, diventeranno una risorsa preziosa per l'attività turistica di Bari vecchia e per il patrimonio archeologico di tutta la città».