Strage di Erba: la iena Monteleone incontra gli studenti, l’avvocato: «Chiederemo revisione»
I nuovi elementi raccolti potrebbero aprire ad una revisione del processo
mercoledì 19 febbraio 2020
14.30
Nell'ormai lontano 2006 l'Italia conosceva la "Strage di Erba". Fu subito ribattezzato così l'omicidio plurimo che costò la vita a Paola Galli e sua figlia Raffaella Castagna, al piccolo Youssef e a Valeria Cherubini. Bastò poco tempo perché giornali e tv si riempissero dei volti di Rosa Bazzi e Olindo Romano. I coniugi, a primo acchito sprovveduti, sarebbero stati condannati in via definitiva all'ergastolo per aver commesso il fatto.
Se ne è discusso nel pomeriggio di ieri, in un incontro organizzato dall'associazione studentesca "Studenti Per", presso il dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Bari con l'avvocato difensore dei coniugi, Fabio Schembri e il giornalista Antonino Monteleone, il cui lavoro di inchiesta sulla ricostruzione dei fatti e sulla colpevolezza di Rosa e Olindo per il programma tv Le Iene, ha riacceso i riflettori dell'opinione pubblica su uno dei casi giudiziari più singolari della storia italiana.
La confessione di Rosa Bazzi e Olindo Romano, la testimonianza dell'unico superstite di quel pomeriggio comasco dell'11 dicembre 2006 e la macchia di sangue rinvenuta sul battitacco dell'auto di Olindo. Questi i capisaldi di una condanna che potrebbe essere messa in discussione. I nuovi elementi raccolti, infatti, potrebbero aprire ad una revisione del processo, sulla quale è al lavoro la difesa dei Romano che, nonostante la distruzione di alcuni dei reperti rinvenuti sul luogo della strage, attende il via libera per l'analisi dei rimanenti.
Se ne è discusso nel pomeriggio di ieri, in un incontro organizzato dall'associazione studentesca "Studenti Per", presso il dipartimento di Giurisprudenza dell'Università di Bari con l'avvocato difensore dei coniugi, Fabio Schembri e il giornalista Antonino Monteleone, il cui lavoro di inchiesta sulla ricostruzione dei fatti e sulla colpevolezza di Rosa e Olindo per il programma tv Le Iene, ha riacceso i riflettori dell'opinione pubblica su uno dei casi giudiziari più singolari della storia italiana.
La confessione di Rosa Bazzi e Olindo Romano, la testimonianza dell'unico superstite di quel pomeriggio comasco dell'11 dicembre 2006 e la macchia di sangue rinvenuta sul battitacco dell'auto di Olindo. Questi i capisaldi di una condanna che potrebbe essere messa in discussione. I nuovi elementi raccolti, infatti, potrebbero aprire ad una revisione del processo, sulla quale è al lavoro la difesa dei Romano che, nonostante la distruzione di alcuni dei reperti rinvenuti sul luogo della strage, attende il via libera per l'analisi dei rimanenti.