«Sua figlia ha causato un incidente», le spillano 12mila euro. Arrestati truffatori

Le indagini della Squadra Mobile hanno portato all'identificazione di due napoletani. L'episodio il 25 gennaio scorso

venerdì 31 maggio 2024 18.43
A cura di Nicola Miccione
La truffa è sempre la stessa, ovvero quella dell'incidente ad un familiare che genera necessità immediata di denaro. Ma uno dei tanti episodi, architettati stavolta dal 51enne Pasquale Monetti e dalla 40enne Anna Cafiero, entrambi di Napoli e ora relegati ai domiciliari, sono stati prontamente bloccati dalla Polizia di Stato.

I due, il 16 maggio scorso, sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare emessa dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Bari, Antonella Cafagna, per il reato di truffa aggravata in concorso. Secondo le indagini, infatti, avrebbero indotto un'anziana 83enne di Bari «a consegnare loro denaro e gioielli (per un valore all'incirca di 12mila euro), dopo averle prospettato che la figlia aveva cagionato un sinistro stradale e che la dazione serviva ad evitarne l'arresto».

I fatti risalgono al 25 gennaio scorso, quando un uomo «in una telefonata sull'utenza fissa» dell'anziana barese «si era presentato come il comandante dell'Arma dei Carabinieri e le aveva rappresentato il coinvolgimento della figlia in un incidente che aveva causato lesioni ad un pedone». Di qui la necessità di versare circa 7.500 euro, per uscire dai guai giudiziari che il sinistro poteva causare, aggiungendo pure che sarebbe passato da casa una persona fidata per ritirare il dovuto.

E così è avvenuto: alla porta si è presentato un individuo, «apparentemente 30enne, di corporatura robusta», che avrebbe riscosso quanto la donna, preoccupata, era stata capace di accumulare, ovvero 850 euro in contanti e alcuni preziosi del valore di circa 12mila euro. Ottenuto il bottino, l'uomo si è allontanato facendo perdere le tracce. E solo a distanza di alcune ore l'anziana ha preso consapevolezza dell'inganno subìto, denunciando il fatto agli agenti della Questura di Bari.

La Squadra Mobile, coordinata dal pubblico ministero Larissa Catella e diretta dal primo dirigente Filippo Portoghese, dopo aver raccolto la testimonianza della vittima, ha individuato la auto dei truffatori, una Renault Clio, «documentando», con la videosorveglianza, «come, al lato passeggero, sedesse una donna». Il resto l'hanno fatto le dichiarazioni spontanee del 51enne napoletano, che ha ammesso di «aver perpetrato la truffa con la complicità di una amica, Anna», la 40enne.

I due - Monetti e Cafiero, quest'ultima già gravata da precedenti della stessa indole - sono ai domiciliari in quanto «sussiste un pericolo concreto e attuale che gli indagati reiterino condotte illecite analoghe». La dinamica della truffa ha evidenziato «scaltrezza, disinvoltura e abilità, oltre che una notevole spregiudicatezza».