Talento “made in Bari”, domani il nuovo video di Alessandra Valenzano: «Con la musica esprimo verità»

Questa sera il release party a Spazio13: «In passato ero attratta dal rumore; oggi ammiro i silenzi»

venerdì 26 ottobre 2018 0.33
A cura di Riccardo Resta
Cantautrice e studentessa a tempo pieno, Alessandra Valenzano è un astro nascente della scena musicale barese. Giovanissima, classe 1997, si divide fra il corso di laurea in Giurisprudenza presso l'Università di Bari e la carriera nel mondo della musica. Domani, sabato 27 ottobre, pubblicherà il videoclip del suo secondo singolo,'Till Dawn, a due anni dal precedente Ora e Mai. Un traguardo importante per la giovane artista barese, anticipato questa sera, a partire dalle 20:30, dal release party presso il teatro di Spazio13 (via Colonnello de Cristoforis 8), in cui verrà proiettato il video in anteprima, con esibizione dal vivo di Alessandra e dei tanti ospiti della serata. Abbiamo incontrato l'artista alla vigilia dell'uscita del singolo, per fare le carte al suo passato, presente e futuro.

A differenza di quanto accadeva nel video del tuo precedente singolo, Ora e Mai, stavolta tu hai preso parte alle riprese in prima persona. Un giudizio sull'esperienza davanti alla macchina da presa? Cosa aspettarci da questo nuovo video?

Non ho ancora ben capito se quando abbia girato Ora e Mai, la ragione per la quale mi sia nascosta fosse legata al fatto che volessi raccontare una storia o, addirittura, al fatto che fossi insicura di mostrarmi. Forse entrambe. Volevo, magari, pensare solo al video e al fatto che per la prima volta nella mia vita stessi facendo qualcosa che mi avrebbe esposto a più persone. Quindi non volevo troppe responsabilità. Con'Till Dawn mi sono detta che rinunciare, per la timidezza, a una nuova esperienza, quella di essere protagonista di un mio pezzo - che, tra lʼaltro, parla di me e di alcune sensazioni del passato - sarebbe stato davvero un peccato. Il risultato è stato stupendo. Mi sono divertita davvero tantissimo e, rivedendomi, penso non potesse essere più perfetto. È la mia canzone.

Prima Ora e Mai, adesso 'Till Dawn. Quanto pensi che la capacità di passare con disinvoltura dall'inglese all'italiano e viceversa possa essere un valore aggiunto per un cantautore?

Certamente è un valore aggiunto nella misura in cui serva a veicolare quanto un artista voglia dire e dare. Ci sono artisti che non riuscirei a immaginare in un'altra lingua perché, nella propria, riescono a "esaurire" i contenuti. Nel mio caso, credo sarebbe diverso. Sono cresciuta prettamente con la musica straniera e i cantanti italiani che ascolto sono perlopiù legati alla tradizione. La maggior parte dei pezzi che scrivo nascono, inoltre, perlopiù in inglese. Penso che mi si addica di più. Tuttavia, non posso prescindere dall'italiano, lingua che reputo dolce, raffinata e attraverso la quale è possibile esprimere concetti poetici ma che, soprattutto, è la mia!

Quando hai pubblicato il primo singolo eri giovanissima. Con qualche anno in più di esperienza musicale e umana sulle spalle cos'è cambiato nel tuo modo di scrivere e comporre?

La cosa che noto di più rispetto ai miei pezzi passati riguarda la migliore capacità di esprimere verità. Fino a qualche anno fa, credevo che per fare un pezzo bello bisognasse contorcersi, fare e dire cose strane e arzigogolate. A oggi, invece, ho recuperato molta credibilità riducendo questa matassa, sbrogliandola e pettinandola. In passato ero attratta dal rumore; oggi ammiro i silenzi.

A chi volesse approfondire la tua musica che coordinate possiamo dare? Genere e artisti di riferimento?

Bella domanda. A chi si dovesse chiedere: "Chi è Alessandra Valenzano?", risponderei dicendo che è una ragazza con tanti sogni in testa e che la sua musica è uno dei tanti modi con cui realizzarli. La musica che faccio, probabilmente, vi potrebbe ricordare le sonorità di Vance Joy, Becca Stevens, Carmen Consoli, - per l'italiano ci sarebbero, in realtà, innumerevoli nomi di cantanti mezzi sconosciuti da citare. Mi piace la musica di nicchia. Già!

Tu al momento non hai etichetta, procedi in autoproduzione. Quanto è difficile emergere nella scena musicale al di fuori del meccanismo dei talent e del mainstream in generale?

Tanto. Tantissimo. E per me, forse, lo è anche di più perché non mi dedico solo a questo. Amo dividermi tra lo studio e la musica, penso non riuscirei mai a operare una scelta netta sbilanciandomi verso uno dei due poli. Sono parte di me, entrambi allo stesso modo. Tuttavia, il cammino musicale che vorrei esperire sarebbe già difficile a prescindere: fare musica senza passare dalla tv e dai talent richiede tempo e pazienza infinita. La prima, a volte, potrebbe mancarmi. La seconda, compensa per entrambe. Di pazienza e voglia di fare ne ho da vendere. Quindi, chissà: forse ce la farò nonostante abbia scelto la strada meno battuta.

Dopo due singoli dobbiamo aspettarci un lavoro in studio su medio-lunga distanza?

In effetti è proprio questo il mio desiderio più grande. Dopo questo lavoro sul singolo, spero davvero di poter mettere insieme le forze per la pubblicazione di un EP in cui raccogliere tutti i miei pezzi inediti. Che sia con una casa discografica o no, prima o poi arriverà. Certo è che con un'etichetta sarebbe meglio: sogno di non dover fare più tutto da sola.

Fra i tuoi prossimi impegni figura anche una data nel cartellone della storica rassegna barese "Time Zones". Che effetto fa?

Sinceramente? Mi mette i brividi. Ogni volta che ci penso, non mi sembra vero. A volte mi chiedo se sia davvero così brava da meritarmelo. Mi rispondo che forse, più che una brava musicista, sia una brava comunicatrice. Questo perché non sono certamente al livello di molti altri: cʼè gente che potrebbe farmi seriamente nera per come suono la chitarra. Ma cʼè di fatto che la mia musica, in qualche modo, arrivi. Ed è questa la sua finalità, credo, in generale. Questo non toglie che debba migliorare e mai smettere di crescere. Per me, insomma, guardando le orme lasciate addietro nel mio cammino, posso ritenermi fortunata e soddisfatta per una che ha cominciato a esporsi solo due anni fa.

Una chiosa sulla comunicazione: quanto giova alla promozione della musica saper fare buon uso dei social media?

Davvero tanto, soprattutto se, come nel mio caso, devi diventare il tuo personal manager e occuparti anche di come cercare di apparire al meglio agli occhi degli altri. È faticoso e toglie tanto tempo, ma ormai è diventata una fase abitudinaria. Sono solita parlare di tutto quel che riguarda la mia carriera, sia giuridica che musicale, senza alcun timore. Dico sempre che ormai tutti, davvero, lo facciano, pubblicando roba inutile e fine a se stessa. Tutti vogliono essere fashion-bloggers, food-bloggers e così via. Tutti vogliono essere speciali: e questo è un diritto sacrosanto, al giorno d'oggi. I social, se utilizzati bene, possono essere ottimo strumento per raggiungere luoghi e persone distanti, per veicolare argomenti e messaggi interessanti. Dunque, anche io lo faccio per promuovere me stessa e, soprattutto, le idee in cui credo più fermamente.