Tappa a Bari per "Com’era vestita? Non è l’abito che fa la violenza"

Appuntamento stamani al Liceo Scacchi, la nostra intervista a Annarita Gianniello (segretaria pari opportunità UIL Puglia)

venerdì 22 novembre 2024 16.57
A cura di Anna Verzicco
"Com'era vestita?": un progetto che ha fatto tappa in cinque diverse province pugliesi per parlare di violenza di genere. Arrivando anche a Bari nella giornata di oggi 22 novembre, presso il liceo scientifico Arcangelo Scacchi. Si tratta di un progetto nato molto tempo fa che impianta le sue radici nella storia di Mary Simmerling, la quale dopo aver subito uno stupro scrisse una poesia "What I was wearing" diventata un simbolo per tutte le donne che hanno subito violenza. Così l'associazione LiberSinergie ha cominciato a mettere in mostra gli abiti indossati dalle donne nel momento della violenza, rifacendosi alla poesia della Simmerling.

All'incontro hanno preso parte: Gianna Ricci (segretario generale UIL Puglia) e la prof.ssa Chiara Conte (dirigente scolastico LSS "A.Scacchi") per i saluti. Hanno fatto seguito: Elisabetta Vaccarella (assessore alla giustizia, benessere sociale e diritti civili del comune di Bari), Serena Triggiani (assessore politiche del territorio e politiche di genere della regione Puglia), Vittorio Di Lalla (dirigente divisione anticrimine della questura di Bari), Annarita Gianniello (segretaria pari opportunità UIL Puglia), Vera Guelfi (responsabile territoriale sportello UIL mobbing e stalking), Fabiana Perosce (coordinatrice centro anti violenza del comune di Bari). Ha moderato Barbara Facchini (ufficio comunicazione UIL Puglia).

Abbiamo chiesto ad Annarita Gianniello di parlarci dell'evento.

Come é nato questo evento e soprattutto a chi è rivolto?
"Questo evento e nato sicuramente per il fatto che in quest'ultimo anno abbiamo avuto tantissimi altri femminicidi e tantissimi stupri, perciò abbiamo deciso con tutta la UIL Puglia di dedicare questo tema, queste giornate a tanti ragazzi e sensibilizzarli sul tema di ciò che sta accadendo: pensiamo al caso di Giulia Cecchetin, il caso di Aurora, di amore possessivi. Perciò noi riteniamo che sia necessario sensibilizzare molto i ragazzi a soffermarsi e a non guardare tutto con leggerezza perché dietro una violenza, dietro un femminicidio, dietro a uno stupro, c'é sempre tanto dolore".

Di cosa tratterà l'evento in modo particolare?
"Noi avremo una testimonianza video di una donna stuprata e oggi avremo anche una testimonianza di una donna maltrattata nell'ambito casalingo. Perciò noi vogliamo dare questo forte impatto ai ragazzi per capire che è vita reale: non solo quello che sentiamo nei telegiornali".

Qual è l'obiettivo dei vestiti posti all'ingresso?
"L'obiettivo é quello di far capire che quegli abiti appartengono a gente comune, a gente che può essere nostra sorella, nostra madre, la nostra fidanzata: gente comune che è stata violentata e che ancora oggi purtroppo vive il dramma di quelle vicende".

Cosa spera che alla fine i ragazzi possano imparare da questo incontro?
"Fino ad oggi abbiamo incontrato all'incirca 500 ragazzi dove loro sono stati partecipi. Perché io ritengo che non dobbiamo parlare ai ragazzi ma dobbiamo parlare con i ragazzi. E loro in questo dibattito sono stati partecipi con delle domande, hanno recitato poesie, hanno ballato tramite un flashmob, si sono sentiti coinvolti; perché il mio obiettivo era soprattutto quello, parlarne e non solo fermarla nella giornata l'evento, ma parlarne prima – proprio per renderli partecipi – e sicuramente sarà anche dibattito dei prossimi giorni nelle aule. È questo l'obiettivo, parlarne il più possibile"
Comeri vestita
Comeri vestita
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Comeri vestita
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Comeri vestita
Comeri vestita
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