Tartaruga spiaggiata a Capitolo (Bari), ritardi nell'intervento
Problemi per chi l'ha avvistata nel capire chi contattare, in serata sono intervenuti dal Centro WWF di Molfetta
lunedì 12 febbraio 2018
15.03
Tartaruga spiaggiata a Capitolo. L'ennesimo caso di questo tipo sulle nostre spiagge, che sale agli onori della cronaca per la lentezza con cui si è stati capaci di intervenire. Non per demeriti specifici, ma per la mancanza a volte di comunicazione tra i diversi enti preposti ad occuparsene. Ieri un tam tam via social sottolineava come nonostante l'avvistamento e il ritrovamento della tartaruga fosse avvenuto in mattinata, prima della tarda serata il Centro recupero Tartarughe Marine del WWF sito a Molfetta è riuscito ad intervenire.
«Dal momento in cui abbiamo ricevuto la chiamata – ci dice Fabrizio Stagnani – in meno di un'ora siamo intervenuti. Purtroppo, ci sono state incomprensioni, le persone che hanno avvistato e segnalato la presenza della tartaruga hanno chiamato la Capitaneria di Porto che non è potuta intervenire, hanno poi contattato un veterinario che sembra non aver risposto e i vigili che dal canto loro hanno sottolineato di non avere le competenze per intervenire».
«Capisco che la situazione possa sembrare particolare, ma per noi è routine – prosegue – ogni giorno troviamo tartarughe spiaggiate per diversi motivi, primo tra tutti la pesca. Su questa tematica stiamo educando i pescatori, comprendiamo che loro stanno facendo solo il loro lavoro, ma è necessario capiscano di non dover ributtare un mare certi esemplari dopo averli pescati perché hanno dei problemi, se capita di pescarli devono chiamarci, così possiamo provvedere a curarle e rimetterle in acqua».
«I diversi tipi di pesca utilizzati infatti creano problemi diversi – ci spiega ancora Stagnani – quando con le reti le tirano su velocemente si trovano come i sub ad avere problemi di decompressione ed andare in embolia, nel caso in cui finiscano intrappolate nelle reti, non potendo respirare, annegano, nel caso invece in cui vedono lenze con ami finiscono per essere attirate dal cibo e rimanere incagliate. Ovvio che oltre ai pescatori sono altri i problemi che le tartarughe spesso si trovano ad avere, ad esempio le buste di plastica vengono scambiate per meduse e ingoiate e noi ritroviamo gli stomaci di questi animali pieni di plastica, oppure vengono colpite dalle eliche dei motoscafi che gli spaccano il carapace».
«Per quanto riguarda il caso di ieri non ci sentiamo di incolpare nessuno del tempo che ci è voluto per intervenire – conclude – ora stiamo provvedendo a fare tutti gli esami del caso alla tartaruga in modo da riuscire a rimetterla in salute e quindi in acqua. La sua situazione attuale è di ipotermia, stiamo lavorando per farla stare bene, e ci piacerebbe come sempre darle anche un nome».
«Dal momento in cui abbiamo ricevuto la chiamata – ci dice Fabrizio Stagnani – in meno di un'ora siamo intervenuti. Purtroppo, ci sono state incomprensioni, le persone che hanno avvistato e segnalato la presenza della tartaruga hanno chiamato la Capitaneria di Porto che non è potuta intervenire, hanno poi contattato un veterinario che sembra non aver risposto e i vigili che dal canto loro hanno sottolineato di non avere le competenze per intervenire».
«Capisco che la situazione possa sembrare particolare, ma per noi è routine – prosegue – ogni giorno troviamo tartarughe spiaggiate per diversi motivi, primo tra tutti la pesca. Su questa tematica stiamo educando i pescatori, comprendiamo che loro stanno facendo solo il loro lavoro, ma è necessario capiscano di non dover ributtare un mare certi esemplari dopo averli pescati perché hanno dei problemi, se capita di pescarli devono chiamarci, così possiamo provvedere a curarle e rimetterle in acqua».
«I diversi tipi di pesca utilizzati infatti creano problemi diversi – ci spiega ancora Stagnani – quando con le reti le tirano su velocemente si trovano come i sub ad avere problemi di decompressione ed andare in embolia, nel caso in cui finiscano intrappolate nelle reti, non potendo respirare, annegano, nel caso invece in cui vedono lenze con ami finiscono per essere attirate dal cibo e rimanere incagliate. Ovvio che oltre ai pescatori sono altri i problemi che le tartarughe spesso si trovano ad avere, ad esempio le buste di plastica vengono scambiate per meduse e ingoiate e noi ritroviamo gli stomaci di questi animali pieni di plastica, oppure vengono colpite dalle eliche dei motoscafi che gli spaccano il carapace».
«Per quanto riguarda il caso di ieri non ci sentiamo di incolpare nessuno del tempo che ci è voluto per intervenire – conclude – ora stiamo provvedendo a fare tutti gli esami del caso alla tartaruga in modo da riuscire a rimetterla in salute e quindi in acqua. La sua situazione attuale è di ipotermia, stiamo lavorando per farla stare bene, e ci piacerebbe come sempre darle anche un nome».