Tensioni nel centrosinistra, Lacarra risponde su Laforgia
La situazione è in stallo, i dem vorrebbero ripartire da zero, ma l'avvocato e i suoi non rinunciano alla candidatura
lunedì 4 dicembre 2023
12.11
Continuano le tensioni all'interno della coalizione di centrosinistra a Bari. Da un lato c'è il Pd che ha chiesto espressamente a tutti gli alleati di ripartire di zero, iniziando dall'azzerare le proprie candidature, dall'altro la Giusta Causa che non rinuncia alla candidatura di Laforgia.
Nei giorni scorsi c'è stato un incontro dei vertici dei dem, al termine del quale, con una note, il segretario regionale Domenico De Santis aveva ribadito: «Il Partito Democratico nella sua interezza ha confermato di voler continuare a lavorare sulla linea decisa dall'assemblea cittadina. Il nostro partito ha sacrificato il metodo delle primarie e ha messo in stand by unitariamente le proprie autorevoli candidature al fine di consentire alla coalizione un lavoro più sereno mettendo al centro l'unità della coalizione». «Nei prossimi giorni - aveva aggiunto De Santis - continueranno le interlocuzioni volte a ricercare assieme una soluzione che tenga insieme tutta la coalizione superando le legittime aspirazioni di tutti i candidati e facendo prevalere le ragioni dello stare insieme. Al Pd interessa continuare a governare la città di Bari dopo straordinari anni di buon governo e di modernizzazione della città»,
Nota a cui dalla Giusta Causa avevano risposto a tono: «La discussione nel centrosinistra a Bari rischia di assumere toni surreali. Come Napoleone ad Austerlitz, alcuni esponenti del principale partito della maggioranza e di liste civiche, scrutano quotidianamente il campo di battaglia per trovare il modo di isolare, azzerare, congelare, mettere nell'angolo o comunque escludere Michele Laforgia. Della destra, nessuno parla più. Il governo della città viene menzionato solo per rivendicarne la guida da parte del proprio partito e la politica resta assente ingiustificata. Gli elettori assistono, attoniti, senza capire cosa sta succedendo, e perché».
«I programmi, le idee, le proposte, vengono evocate in chiave polemica, per deplorare il totonomi, ovvero tutti i nomi e quindi anche quello di Michele Laforgia. Ma di programmi e proposte noi e Laforgia parliamo non da qualche settimana, ma da anni - proseguono dall'associazione -. Per mantenere l'unità del centrosinistra occorre sgomberare il campo da ipocrisie, veti, diktat. Siamo pronti a discutere di tutto e con tutti, come abbiamo fatto sempre. Avanzeremo le nostre proposte e chiediamo ai partiti, ai movimenti, alle associazioni politiche e civiche, ai cittadini, di confrontarsi pubblicamente con noi e con Michele Laforgia. Senza pretendere passi indietro, ma facendo, insieme, un passo in avanti. Il nostro metodo unitario è la discussione, non l'obbedienza».
E su invito alla discussione e ad entrare nel merito della candidatura dell'avvocato barese, nella serata di ieri, dopo giorni di silenzio, è entrato a gamba tesa uno dei candidati "congelati" dal pd, ovvero il deputato ed ex segretario regionale del partito Marco Lacarra, che ha affidato il suo punto di vista ad un post Facebook.
«Nelle ultime settimane sono intervenuto il meno possibile nel dibattito sulle elezioni amministrative a Bari - dichiara Lacarra - e voglio esprimere tutte le mie perplessità sul comunicato de La Giusta Causa. Nella vita non mi sono mai sottratto ad alcun tipo di confronto. Quindi personalmente sono a disposizione in qualsiasi momento per confrontarmi con l'amico Michele Laforgia sul futuro della città, sui pensieri lunghi che dovrebbero animarlo e su qualsiasi altro tema lui vorrà».
«Non sono stato io - aggiunge - a usare la parola "divisiva" per descrivere la candidatura di Laforgia. Detto questo, poiché la richiesta di esplicitare i motivi di questa dichiarazione è secondo me più che legittima dico intanto la mia. C'è sicuramente un tema di consenso: in Puglia da 20 anni il centrosinistra vince quando è unito, quindi non possiamo permetterci di scegliere un candidato Sindaco che non abbia l'appoggio della netta maggioranza della forza elettorale che ci ha portato alla vittoria nel 2019 e nel 2020. Questo problema noi lo avremmo voluto gestire ricorrendo al sistema delle primarie. Ma esiste innanzitutto e soprattutto un tema di radicamento nelle periferie, in quei luoghi in cui il PD è stato sempre in questi anni, grazie agli infaticabili amministratori, agli iscritti, ai militanti. In questi 20 anni, la nostra forza è stata quella di lavorare per non lasciare indietro nessuno, essere presenti con costanza in quei territori di frontiera. Un programma di sinistra radicale, come quello che si sta scrivendo in queste settimane, deve essere interpretato da qualcuno che conosce quei luoghi e può tutelarne fragilità e potenzialità».
Nei giorni scorsi c'è stato un incontro dei vertici dei dem, al termine del quale, con una note, il segretario regionale Domenico De Santis aveva ribadito: «Il Partito Democratico nella sua interezza ha confermato di voler continuare a lavorare sulla linea decisa dall'assemblea cittadina. Il nostro partito ha sacrificato il metodo delle primarie e ha messo in stand by unitariamente le proprie autorevoli candidature al fine di consentire alla coalizione un lavoro più sereno mettendo al centro l'unità della coalizione». «Nei prossimi giorni - aveva aggiunto De Santis - continueranno le interlocuzioni volte a ricercare assieme una soluzione che tenga insieme tutta la coalizione superando le legittime aspirazioni di tutti i candidati e facendo prevalere le ragioni dello stare insieme. Al Pd interessa continuare a governare la città di Bari dopo straordinari anni di buon governo e di modernizzazione della città»,
Nota a cui dalla Giusta Causa avevano risposto a tono: «La discussione nel centrosinistra a Bari rischia di assumere toni surreali. Come Napoleone ad Austerlitz, alcuni esponenti del principale partito della maggioranza e di liste civiche, scrutano quotidianamente il campo di battaglia per trovare il modo di isolare, azzerare, congelare, mettere nell'angolo o comunque escludere Michele Laforgia. Della destra, nessuno parla più. Il governo della città viene menzionato solo per rivendicarne la guida da parte del proprio partito e la politica resta assente ingiustificata. Gli elettori assistono, attoniti, senza capire cosa sta succedendo, e perché».
«I programmi, le idee, le proposte, vengono evocate in chiave polemica, per deplorare il totonomi, ovvero tutti i nomi e quindi anche quello di Michele Laforgia. Ma di programmi e proposte noi e Laforgia parliamo non da qualche settimana, ma da anni - proseguono dall'associazione -. Per mantenere l'unità del centrosinistra occorre sgomberare il campo da ipocrisie, veti, diktat. Siamo pronti a discutere di tutto e con tutti, come abbiamo fatto sempre. Avanzeremo le nostre proposte e chiediamo ai partiti, ai movimenti, alle associazioni politiche e civiche, ai cittadini, di confrontarsi pubblicamente con noi e con Michele Laforgia. Senza pretendere passi indietro, ma facendo, insieme, un passo in avanti. Il nostro metodo unitario è la discussione, non l'obbedienza».
E su invito alla discussione e ad entrare nel merito della candidatura dell'avvocato barese, nella serata di ieri, dopo giorni di silenzio, è entrato a gamba tesa uno dei candidati "congelati" dal pd, ovvero il deputato ed ex segretario regionale del partito Marco Lacarra, che ha affidato il suo punto di vista ad un post Facebook.
«Nelle ultime settimane sono intervenuto il meno possibile nel dibattito sulle elezioni amministrative a Bari - dichiara Lacarra - e voglio esprimere tutte le mie perplessità sul comunicato de La Giusta Causa. Nella vita non mi sono mai sottratto ad alcun tipo di confronto. Quindi personalmente sono a disposizione in qualsiasi momento per confrontarmi con l'amico Michele Laforgia sul futuro della città, sui pensieri lunghi che dovrebbero animarlo e su qualsiasi altro tema lui vorrà».
«Non sono stato io - aggiunge - a usare la parola "divisiva" per descrivere la candidatura di Laforgia. Detto questo, poiché la richiesta di esplicitare i motivi di questa dichiarazione è secondo me più che legittima dico intanto la mia. C'è sicuramente un tema di consenso: in Puglia da 20 anni il centrosinistra vince quando è unito, quindi non possiamo permetterci di scegliere un candidato Sindaco che non abbia l'appoggio della netta maggioranza della forza elettorale che ci ha portato alla vittoria nel 2019 e nel 2020. Questo problema noi lo avremmo voluto gestire ricorrendo al sistema delle primarie. Ma esiste innanzitutto e soprattutto un tema di radicamento nelle periferie, in quei luoghi in cui il PD è stato sempre in questi anni, grazie agli infaticabili amministratori, agli iscritti, ai militanti. In questi 20 anni, la nostra forza è stata quella di lavorare per non lasciare indietro nessuno, essere presenti con costanza in quei territori di frontiera. Un programma di sinistra radicale, come quello che si sta scrivendo in queste settimane, deve essere interpretato da qualcuno che conosce quei luoghi e può tutelarne fragilità e potenzialità».