Tentò di uccidere due affiliati a un clan rivale: arrestato 33enne
L'episodio risale al 2015. L'uomo esplose colpi di pistola durante una festa privata in una villa ad Altamura
giovedì 2 dicembre 2021
7.42
I Carabinieri del Comando Provinciale di Bari hanno eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal GIP del Tribunale di Bari su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia del capoluogo pugliese, nei confronti di De Girolamo Fabio, 33enne di Cassano delle Murge, accusato di essere l'autore di un duplice tentato omicidio, con l'aggravante del metodo mafioso, avvenuto ad Altamura nel 2015.
L'attività investigativa, condotta dai militari del Nucleo Investigativo e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, sviluppata mediante attività tecniche e supportata da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha consentito di ricostruire le modalità esecutive di un grave fatto criminoso consumato nella notte tra il 19 e il 20 settembre 2015, nel piazzale antistante a una villa nella quale era in corso una festa da ballo privata. Quella notte, il 33enne, pregiudicato e ritenuto contiguo alla criminalità organizzata operante su Cassano delle Murge, nonostante nella villa fossero presenti diversi ragazzi, anche minorenni, in maniera plateale, con lo scopo di affermare la forza del clan di appartenenza, non esitò a sparare diversi colpi d'arma da fuoco nei confronti di due persone ritenute appartenere a un clan rivale operante su Altamura. Nella circostanza, S.L., 34enne, e A.M., 41enne, quest'ultimo tra l'altro recentemente arrestato dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione Logos per associazione di tipo mafioso, riportarono ferite da arma da fuoco in varie parti del corpo, con una prognosi iniziale, rispettivamente, di 30 e 20 giorni. Sul posto i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bari repertarono tre bossoli di pistola cal. 7.65. All'epoca, tra l'altro, i due, che si recarono autonomamente al pronto soccorso dell'Ospedale della Murgia di Altamura, fornirono una versione dei fatti che, a seguito delle investigazioni, è risultata "reticente e discordante dalla realtà, con la sola finalità", così come si legge nel provvedimento del giudice, "di risolvere la questione in un secondo momento mediante un'azione vendicatoria, seguendo il consolidato modus operandi proprio degli ambienti criminali".
L'uomo, rintracciato dai Carabinieri nell'area di provenienza, è stato sottoposto a perquisizione domiciliare e condotto in caserma a Bari. Al termine delle operazioni, è stato tradotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell'Autorità Giudiziaria e ora dovrà rispondere di lesioni personali aggravate e di porto e detenzione di arma da fuoco, il tutto con l'aggravante del metodo mafioso.
L'attività investigativa, condotta dai militari del Nucleo Investigativo e coordinata dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, sviluppata mediante attività tecniche e supportata da diverse dichiarazioni di collaboratori di giustizia, ha consentito di ricostruire le modalità esecutive di un grave fatto criminoso consumato nella notte tra il 19 e il 20 settembre 2015, nel piazzale antistante a una villa nella quale era in corso una festa da ballo privata. Quella notte, il 33enne, pregiudicato e ritenuto contiguo alla criminalità organizzata operante su Cassano delle Murge, nonostante nella villa fossero presenti diversi ragazzi, anche minorenni, in maniera plateale, con lo scopo di affermare la forza del clan di appartenenza, non esitò a sparare diversi colpi d'arma da fuoco nei confronti di due persone ritenute appartenere a un clan rivale operante su Altamura. Nella circostanza, S.L., 34enne, e A.M., 41enne, quest'ultimo tra l'altro recentemente arrestato dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione Logos per associazione di tipo mafioso, riportarono ferite da arma da fuoco in varie parti del corpo, con una prognosi iniziale, rispettivamente, di 30 e 20 giorni. Sul posto i Carabinieri della Sezione Investigazioni Scientifiche di Bari repertarono tre bossoli di pistola cal. 7.65. All'epoca, tra l'altro, i due, che si recarono autonomamente al pronto soccorso dell'Ospedale della Murgia di Altamura, fornirono una versione dei fatti che, a seguito delle investigazioni, è risultata "reticente e discordante dalla realtà, con la sola finalità", così come si legge nel provvedimento del giudice, "di risolvere la questione in un secondo momento mediante un'azione vendicatoria, seguendo il consolidato modus operandi proprio degli ambienti criminali".
L'uomo, rintracciato dai Carabinieri nell'area di provenienza, è stato sottoposto a perquisizione domiciliare e condotto in caserma a Bari. Al termine delle operazioni, è stato tradotto presso la locale casa circondariale a disposizione dell'Autorità Giudiziaria e ora dovrà rispondere di lesioni personali aggravate e di porto e detenzione di arma da fuoco, il tutto con l'aggravante del metodo mafioso.