terrorismo, operazione 'Bad Teacher', espulso marocchino 40enne

O.M era stretto collaboratore del presidente dell’associazione “Al DAWA” di Foggia, arrestato lo scorso 27 marzo

sabato 5 maggio 2018 11.30
Il nome di O.M era emerso nell'ambito delle indagini coordinate dalla Procura Distrettuale di Bari e condotte dalla Digos della Questura di Bari con l'ausilio di quella di Foggia, che lo scorso 27 marzo avevano portato all'arresto di ABDEL RAHAMA MOY, presidente dell'associazione "Al DAWA" di Foggia, per i reati di associazione terroristica ed apologia del terrorismo. Questo il link del nostro articolo (https://bit.ly/2JUX9nu). A distanza di un mese e mezzo la Polizia di Stato è riuscita a rintracciare anche il marocchino O.M stretto collaboratore dell'arrestato. L'uomo, 40 anni, è stato sottoposto a provvedimento di espulsione, emesso dal Prefetto di Foggia, perchè non in regola sul territorio nazionale; nei confronti dell'uomo è stato anche disposto il divieto di rientro in area SHENGEN per anni 10 in quanto pericoloso per la sicurezza nazionale.
Lo straniero è stato identificato presso lo scalo aereo di Bologna, mentre si apprestava a lasciare il territorio nazionale. Alla sua individuazione si è giunti grazie ad articolati controlli presso gli aeroporti da parte della Polizia di Frontiera ed allo scambio info-investigativo tra le varie articolazioni della Polizia di Stato impegnate nel contrasto e prevenzione del terrorismo internazionale riconducibile all'ISIS, secondo le recenti direttive impartite dalla Direzione Centrale della Polizia di Prevenzione.
In ordine alla carcerazione di ABDEL RAHMAN MOY il Tribunale del Riesame di Bari, confermando l'impianto accusatorio, ha recentemente rigettato l'istanza di scarcerazione che era stata presentata dalla difesa.
Inoltre, a completare il quadro di pericolosità del marocchino espulso le indagini avevano permesso di documentare i suoi collegamenti anche nel web con il terrorista ceceno BOMBATALIEV Eli (tratto in arresto a Foggia il 5 luglio 2017 nell'ambito dell'operazione della DIGOS di Bari e Foggia denominata "Caucaso connection" ed il 23 aprile 2018 condannato per i reati di associazione terroristica e istigazione a commettere attentati alla pena di 5 anni dal Tribunale di Bari), nonché con altri internauti affiliati all'ISIS sui cui profili Facebook erano state riscontrate svariate immagini di armi.