Terzo mandato per i sindaci, Bari esclusa. Decaro: «Peccato, avrei voluto farlo per sempre»

La riforma prevede la possibilità di ricandidarsi solo per i comuni a di sotto dei 15mila abitanti

venerdì 26 gennaio 2024 12.06
A cura di Elga Montani
La questione del terzo mandato per i sindaci continua a tenere banco. Dopo la deliberazione del consiglio dei Ministri, che ha stabilito che tale vincolo non ha ragione di esistere per i Comuni al di sotto dei 15mila abitanti, e ha deciso quindi di innalzare da due a tre mandati il limite di permanenza del sindaco dei Comuni che hanno tra i 5.000 e i 15.000 abitanti ed eliminare ogni limite di mandato per quelli sotto i 5.000 abitanti.

La questione non poteva non avere un riverbero in Puglia, dove Michele Emiliano da tempo parla di un suo terzo mandato, e a Bari, dove l'impasse in vista delle prossime elezioni amministrative, sia a destra che a sinistra, aveva portato in molti a sperare che potesse esserci un terzo mandato per Antonio Decaro.

E proprio Decaro, via social, in serata, ha sottolineato che quanto deciso dal Governo è «una riforma democratica che lascia ai cittadini il diritto di scegliere il proprio sindaco. Una bella notizia per i cittadini e i sindaci di quei Comuni». Il primo cittadino di Bari ha inoltre aggiunto: «Su 7.896 Comuni italiani solo 730, tra cui Bari, sono esclusi da questa riforma, perché sopra i 15.000 abitanti. Peccato, avrei voluto fare il sindaco della mia città per sempre. Sarà per la prossima vita».

Sulla questione è intervenuto anche il presidente Emiliano che ha voluto spiegare: «In Puglia, Emiliano non è l'unico candidato, ne abbiamo diversi e siamo pronti a qualunque eventualità, siamo una squadra e non un uomo solo al comando. Resta il fatto che la Puglia, a prescindere dalla deliberazione sulla questione del terzo mandato, non ha limiti di mandato in quanto non ha mai recepito la normativa nazionale e se lo facessimo il conteggio partirebbe dal momento in cui andremmo a recepire la legge, per cui in teoria ne avrei altri due».

«Il problema però è un problema politico, in quanto resta il fatto che il limite di mandato per sindaci e presidenti di regioni è incostituzionale e limita la sovranità popolare», ha concluso Emiliano.