Tifosa del Bari mostra il sedere in curva: «Un atto di libertà, il mio corpo nudo vale come quello degli uomini»

Coyote Cute, la 21enne diventata virale sui social: «Posto contenuti hard su Onlyfans, guadagno 5mila dollari al mese e pago le tasse»

giovedì 8 settembre 2022 1.32
A cura di Riccardo Resta
Ha 21 anni, un diploma scientifico al liceo Arcangelo Scacchi di Bari, e intravede il traguardo della laurea in Comunicazione digitale all'Università di Urbino. Sembrerebbe l'identikit di una ragazza qualsiasi, che studia, lavora e tifa la sua squadra del cuore, il Bari: insomma, la classica "ragazza della porta accanto". E, tutto sommato, lo è; non fosse che negli ultimi giorni è diventata una vera e propria celebrità del web, quasi per caso.

Su Instagram la si trova come "Coyote cute Sgh" (lì dove "Sgh" sta per "suicide girl hopeful"), ed è la ragazza che sabato scorso ha posato in curva nord dello stadio San Nicola con il sedere scoperto dopo la partita Bari-Spal, terminata 2-2. Una foto che, ovviamente, si è trasformata in un vero e proprio tormentone della rete; in tanti hanno apprezzato, commentato e ricondiviso, e almeno altrettanti hanno ritenuto lo scatto scandaloso e inopportuno.

Ma dietro una foto di spalle con il "lato B" in bella vista e la sciarpa del Bari si nasconde una ragazza normale, che di lavoro fa la creatrice di contenuti per adulti. Un settore ai più ignoto, anche a causa di quel velo di moralismo (conscio e inconscio) che aleggia sui nostri comportamenti, e in particolar modo su quelli delle donne. D'altra parte, sempre per rimanere all'interno del perimetro degli stadi, le molteplici immagini di calciatori che si tolgono la maglia dopo un goal, o di tifosi uomini a petto nudo nelle curve di tutto il mondo non destano né scalpore né indignazione. Perché, quindi, dovrebbe farlo il "nudo" femminile? Abbiamo intercettato Coyote cute per farcelo spiegare direttamente da lei.

Com'è nata l'idea di questa foto?


Sono una sex worker, il mio profilo Instagram è improntato sul mio aspetto fisico. Volevo una foto allo stadio a tema con i miei social, e dal momento che lo stadio tutto rifatto è veramente bello, ho chiesto a chi era venuto insieme a me al San Nicola di farmi una foto da postare. Non immaginavo, però, che sarebbe finita così in giro. È come quando ti fai una foto al mare di spalle (utilizza un altro termine, Ndr) e la posti: io la volevo fare allo stadio con la sciarpa, visto che sono tifosa del Bari.

Segui da molto tempo il Bari?


Mi sono approcciata al Bari e al mondo dello stadio tra il 2017 e il 2018; me l'ha fatto scoprire il mio ragazzo (anche se all'epoca eravamo solo amici). Poi siamo stati chiusi in casa per il Covid, io sono andata fuori a studiare, ma adesso che mi sono ritrasferita a Bari per prima cosa ho fatto l'abbonamento.

Sei una creatrice di contenuti per adulti, in cosa consiste questo lavoro?


Al Sud non se ne parla molto, ma in realtà al Nord Italia è diventato un lavoro molto comune soprattutto tra le influencer. Io creo contenuti pornografici, soft porn e di vario genere comunque legati alla sfera erotica, e li vendo su una piattaforma indipendente che si chiama Onlyfans. Non sono pagata da produzioni pornografiche, ma faccio tutto da sola: registro, edito e gestisco i social. Non mi reputo una pornostar, non sono famosa e non sono promossa da case di produzione pornografiche; sono una lavoratrice indipendente del settore sessuale.

Questo lavoro quanto frutta?


Dipende, non basta aprire un Onlyfans per guadagnare. Lavorando come faccio io, sono arrivata a guadagnare tra i 4 e i 5mila dollari al mese, a seconda dei casi. Si parla di cifre al lordo, perché ho una partita Iva e dai guadagni vanno scalate le tasse.

Appartieni alla community delle Suicide girls, di cosa si tratta?


Di recente un fotografo di Suicide girls mi ha chiesto di fare un set, tra un paio di settimane uscirà sulla loro piattaforma. Le suicide girls sono state l'inizio del soft porn "alternativo"; una rivista che si è aperta al mondo del web, proponendo modelle "alternative", quindi non per forza alte e magre, ma anche con tatuaggi e capelli colorati. Quando è stato creato questo sito si dava alle ragazze "alternative" l'opportunità di fare le modelle di nudo, alla maniera di Playboy, ma adesso la cosa si è estesa anche a ragazze non "alternative". Io, per esempio, non ho tatuaggi né piercing; questo fotografo mi ha detto che la piattaforma ha bisogno di modelle "alternative" anche in questo senso, visto che adesso tutte hanno un tatuaggio, si tingono i capelli e hanno i piercing. Trovare una ragazza "acqua e sapone" di questi tempi è diventato difficile, quindi mi sto lanciando anche su questa piattaforma.

Molte donne hanno criticato aspramente la tua fotografia allo stadio, dicendo che hai sminuito la figura femminile in un contesto - come quello del calcio - fortemente dominato dagli uomini. Cosa rispondi?


Tutti i più grandi stadi fanno vedere bellezze oggettive e stereotipate, che hanno mostrato il sedere e il seno. Io non ho fatto nulla di diverso da queste donne, fiere del proprio corpo e di quello che fanno. Dico che da donna mi sento libera di mostrare il mio corpo come e quando voglio, non mi sento di sminuire nessuno nel farlo; è una mia scelta consapevole di donna. Credo che alimentare questi pensieri possa portare a forme di maschilismo che vedono la donna sessualizzata; una donna che non si deve mostrare, che non deve andare in giro vestita in una certa maniera. Questo ragionamento significherebbe legittimare le persone a fare violenza su questo tipo di contenuti, invece dobbiamo incentivare la promozione della parità dei sessi: il mio corpo nudo deve essere uguale a quello di un uomo. O, perlomeno, non deve creare tutto questo scalpore.

Un parere sulla squadra. Che aspettative hai sul Bari quest'anno?


Per quanto le partite in casa non siano andate come speravamo, io ci credo. Siamo partiti a bomba, possiamo sempre migliorare, ma è ancora presto per parlare. Dopo gennaio dirò cosa penso effettivamente della squadra, per ora spero che diano il meglio e di concentrarsi, soprattutto nei secondi tempi. Partono subito forte, ma poi un po' si perdono.