Traffico di migranti e documenti falsi, maxi operazione fra Bari e Nord Italia: 19 fermi
Le indagini sono state avviate nel 2018 in seguito a sbarchi sospetti. Il ramo pugliese si serviva della collaborazione di agenti immobiliari
sabato 5 dicembre 2020
12.31
Nella mattina di martedì 1 dicembre a Bari, Milano, Torino e Ventimiglia (IM), su delega della Procura Distrettuale Antimafia di Catania, è stato eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto nei confronti di 19 persone, ritenute responsabili di associazione per delinquere finalizzata al favoreggiamento dell'immigrazione clandestina.
L'attività è stata portata a termine dai poliziotti delle Squadre Mobili di Siracusa, Bari, Imperia, Torino e Milano e del Servizio Centrale Operativo.
Le indagini sono state avviate nel 2018 dall'analisi di 10 sbarchi di migranti nella Provincia di Siracusa, avvenuti tra il 15 aprile ed il 27 agosto 2018, nell'ambito dei quali sono stati identificati complessivamente 580 migranti e arrestati 19 scafisti. L'indagine, avvalorata da attività tecniche, ha consentito di accertare che i migranti provenivano dalla rotta del Mediterraneo Orientale - Turchia o Grecia - ed ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari nei confronti di un sodalizio criminale, composto da curdo-iracheni, afgani ed italiani che, previo compenso in denaro, favoriva l'ingresso illegale di migranti in Italia e, successivamente, in altri Paesi Europei; talvolta veniva inoltre regolarizzata la posizione sul territorio nazionale di numerosi cittadini stranieri privi dei requisiti di legge, falsificando contratti di lavoro ed altra documentazione necessaria ad ottenere il permesso di soggiorno.
[YOUTUBE]
Le risultanze investigative, infatti, hanno consentito di accertare l'operatività di una fitta rete di persone italiane e straniere (quest'ultime per la maggior parte titolari di permesso di soggiorno per protezione internazionale) dedite a favorire l'ingresso, la permanenza e il transito verso il nord Europa di migranti provenienti da Iran, Iraq, Afghanistan e Pakistan.
L'inchiesta ha consentito, inoltre, di disvelare come l'organizzazione criminale, strutturata come vero e proprio network di gruppi indipendenti tra di loro - collegati alla centrale sita in territorio estero - operasse attraverso ramificazioni attive nelle città di Bari, Torino, Milano e Ventimiglia.
In particolare:
- il gruppo operante a Bari si occupava di fornire accoglienza ai migranti presso il domicilio di sodali al gruppo, ovvero presso abitazioni messe a disposizione da titolari di agenzie immobiliari, nonché di fornire ai migranti giunti in Italia documenti giustificativi per il rilascio dei permessi di soggiorno e documenti per il rinnovo di permessi di soggiorno già in possesso di altri stranieri, già presenti sul territorio europeo. Da Bari i migranti venivano indirizzati verso le città di Torino e Milano per essere successivamente inviati a Ventimiglia, ove operava un gruppo più nutrito;
- a Ventimiglia il gruppo criminale, composto totalmente da cittadini stranieri di nazionalità pakistana e afghana, si occupava di raccogliere e trasportare nottetempo i migranti in Francia mediante l'utilizzo di veicoli e, una volta raggiunta la destinazione finale, di segnalare la circostanza per ottenere il pagamento pattuito da parte delle famiglie dei migranti.
Nel corso dell'operazione un'altra persona, strettamente connessa al sodalizio criminale, a carico della quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza, è stata sottoposta a misura restrittiva mentre era in procinto di effettuare un trasporto di migranti, in partenza dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia verso la Francia.
A seguito delle perquisizioni delegate è stato sequestrato ingente materiale, tra cui 17 telefoni cellulari - principale strumento utilizzato dagli indagati per l'espletamento delle attività illecite, 4 computer portatili, documenti vari e circa 25.000 euro in contanti.
L'inchiesta ha smantellato un pericoloso "cartello di facilitatori" considerato un necessario anello di congiunzione con gruppi criminali attivi in Turchia e Grecia che, a loro volta, agevolavano i migranti nel percorso verso le mete privilegiate, Francia e nord Europa, a fronte del pagamento di ingenti somme di denaro (circa 6 mila euro a migrante per l'intero viaggio attraverso l'Afghanistan, il Pakistan, l'Iran, la Turchia, la Grecia e l'Italia).
Il denaro corrisposto dalle famiglie dei migranti veniva accantonato in punti di raccolta in Turchia e poi versato al momento dell'arrivo del migrante nel Paese previsto, attraverso sistemi di money transfer oppure con un meccanismo simile all'hawala, come già emerso nel contrasto alle organizzazioni criminali nigeriane di tipo cultista.
L'intero network criminale aveva ampia disponibilità di denaro utile ad acquistare imbarcazioni - generalmente a vela - rubate o noleggiate e a reclutare skipper in grado di pilotare le imbarcazioni verso la costa della provincia di Siracusa.
Gli scafisti venivano remunerati con una somma pari a circa 1000 dollari per ogni traversata. Gli Uffici dei Gip di Imperia e Bari hanno già provveduto ad emettere ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle persone sottoposte a fermo di indiziato di delitto, emessa dalla Procura della Repubblica di Catania.
L'attività è stata portata a termine dai poliziotti delle Squadre Mobili di Siracusa, Bari, Imperia, Torino e Milano e del Servizio Centrale Operativo.
Le indagini sono state avviate nel 2018 dall'analisi di 10 sbarchi di migranti nella Provincia di Siracusa, avvenuti tra il 15 aprile ed il 27 agosto 2018, nell'ambito dei quali sono stati identificati complessivamente 580 migranti e arrestati 19 scafisti. L'indagine, avvalorata da attività tecniche, ha consentito di accertare che i migranti provenivano dalla rotta del Mediterraneo Orientale - Turchia o Grecia - ed ha consentito di raccogliere gravi elementi indiziari nei confronti di un sodalizio criminale, composto da curdo-iracheni, afgani ed italiani che, previo compenso in denaro, favoriva l'ingresso illegale di migranti in Italia e, successivamente, in altri Paesi Europei; talvolta veniva inoltre regolarizzata la posizione sul territorio nazionale di numerosi cittadini stranieri privi dei requisiti di legge, falsificando contratti di lavoro ed altra documentazione necessaria ad ottenere il permesso di soggiorno.
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Le risultanze investigative, infatti, hanno consentito di accertare l'operatività di una fitta rete di persone italiane e straniere (quest'ultime per la maggior parte titolari di permesso di soggiorno per protezione internazionale) dedite a favorire l'ingresso, la permanenza e il transito verso il nord Europa di migranti provenienti da Iran, Iraq, Afghanistan e Pakistan.
L'inchiesta ha consentito, inoltre, di disvelare come l'organizzazione criminale, strutturata come vero e proprio network di gruppi indipendenti tra di loro - collegati alla centrale sita in territorio estero - operasse attraverso ramificazioni attive nelle città di Bari, Torino, Milano e Ventimiglia.
In particolare:
- il gruppo operante a Bari si occupava di fornire accoglienza ai migranti presso il domicilio di sodali al gruppo, ovvero presso abitazioni messe a disposizione da titolari di agenzie immobiliari, nonché di fornire ai migranti giunti in Italia documenti giustificativi per il rilascio dei permessi di soggiorno e documenti per il rinnovo di permessi di soggiorno già in possesso di altri stranieri, già presenti sul territorio europeo. Da Bari i migranti venivano indirizzati verso le città di Torino e Milano per essere successivamente inviati a Ventimiglia, ove operava un gruppo più nutrito;
- a Ventimiglia il gruppo criminale, composto totalmente da cittadini stranieri di nazionalità pakistana e afghana, si occupava di raccogliere e trasportare nottetempo i migranti in Francia mediante l'utilizzo di veicoli e, una volta raggiunta la destinazione finale, di segnalare la circostanza per ottenere il pagamento pattuito da parte delle famiglie dei migranti.
Nel corso dell'operazione un'altra persona, strettamente connessa al sodalizio criminale, a carico della quale sono emersi gravi indizi di colpevolezza, è stata sottoposta a misura restrittiva mentre era in procinto di effettuare un trasporto di migranti, in partenza dalla stazione ferroviaria di Ventimiglia verso la Francia.
A seguito delle perquisizioni delegate è stato sequestrato ingente materiale, tra cui 17 telefoni cellulari - principale strumento utilizzato dagli indagati per l'espletamento delle attività illecite, 4 computer portatili, documenti vari e circa 25.000 euro in contanti.
L'inchiesta ha smantellato un pericoloso "cartello di facilitatori" considerato un necessario anello di congiunzione con gruppi criminali attivi in Turchia e Grecia che, a loro volta, agevolavano i migranti nel percorso verso le mete privilegiate, Francia e nord Europa, a fronte del pagamento di ingenti somme di denaro (circa 6 mila euro a migrante per l'intero viaggio attraverso l'Afghanistan, il Pakistan, l'Iran, la Turchia, la Grecia e l'Italia).
Il denaro corrisposto dalle famiglie dei migranti veniva accantonato in punti di raccolta in Turchia e poi versato al momento dell'arrivo del migrante nel Paese previsto, attraverso sistemi di money transfer oppure con un meccanismo simile all'hawala, come già emerso nel contrasto alle organizzazioni criminali nigeriane di tipo cultista.
L'intero network criminale aveva ampia disponibilità di denaro utile ad acquistare imbarcazioni - generalmente a vela - rubate o noleggiate e a reclutare skipper in grado di pilotare le imbarcazioni verso la costa della provincia di Siracusa.
Gli scafisti venivano remunerati con una somma pari a circa 1000 dollari per ogni traversata. Gli Uffici dei Gip di Imperia e Bari hanno già provveduto ad emettere ordinanza di custodia cautelare nei confronti delle persone sottoposte a fermo di indiziato di delitto, emessa dalla Procura della Repubblica di Catania.