Trapianto di rene incrociato al Policlinico, Emiliano: «Eccellenze della sanità pugliese»
L'operazione permetterà di allungare la vita di quattro persone ed è stata eseguita per la prima volta nella nostra regione dall'equipe del prof. Battaglia
venerdì 10 agosto 2018
17.58
Al Policlinico di Bari è stato eseguito un trapianto di rene incrociato (modalità cross-over) che permetterà di allungare la vita di quattro persone, evitando loro la dialisi, con l'utilizzo di un solo organo da donatore deceduto. Il programma seguito, che si chiama 'Deck' (DECeased-Kidney) e prevede l'uso di organi da donatore deceduto, ha innescato una catena di trapianti tra coppie immunologicamente incompatibili. Un aiuto importante per implementare i trapianti di rene da donatore vivente tra persone che, anche se legate affettivamente, sono spesso incompatibili tra loro.
«Oggi parliamo delle eccellenze della sanità pugliese - ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - Il sistema dei trapianti nella nostra regione sta facendo passi da gigante grazie al coordinamento del prof. Gesualdo e grazie al sacrificio e alla disponibilità e alle capacità professionali di decine di medici, non solo pugliesi ma di tutta Italia, che consentono il migliore utilizzo degli organi disponibili. Ultimamente il nostro sistema ha potuto partecipare, grazie all'eccellenza che ha raggiunto, ad un processo di scambi incrociati di organi che consente di procedere all'implementazione dell'organo anche in casi di incompatibilità. Si tratta di un sistema che attraverso un algoritmo consente, anche in caso di incompatibilità, di allocare l'organo giusto sul paziente giusto anche a distanza di moltissimi chilometri l'uno dall'altro e tra famiglie diverse, data la disponibilità dei consanguinei alla donazione. Questo procedimento prevede una eccellenza straordinaria non solo nella qualità dell'espianto e del reimpianto, ma anche nella velocità di esecuzione dell'operazione, perché tutto deve avvenire in pochi minuti. C'è un filmato bellissimo del prof. Gesualdo che riceve dalla Polizia stradale il frigorifero portatile con l'organo che proveniva da Padova, e vederlo è stata una emozione fortissima. Onestamente ho avuto le lacrime agli occhi, perché so cosa significa far giungere l'organo in tempi utili, e questo grazie a tutta la macchina della Repubblica che ha partecipato alla buona riuscita dell'operazione. Questa è l'Italia che ci piace ricordare qui in questi giorni caldissimi di Ferragosto nei quali però sono tutti al lavoro al Policlinico di Bari».
«Stiamo vivendo una bella storia di emozioni fatta di uomini e donne, realizzata per la prima volta a Bari - ha detto il prof. Gesualdo - Siamo entrati in una catena di donatori non consanguinei, che hanno messo a disposizione il proprio rene, e abbiamo così trapiantato quattro vite umane. La disponibilità di un donatore da cadavere di Genova ha permesso l'innesco della catena con trapianto di un ricevente di Padova la cui moglie, di 47 anni, ha messo ieri a disposizione il suo rene per una donna ricevente pugliese il cui marito, l'11 settembre, donerà a sua volta ad un'altra coppia incompatibile padovana. Il rene della coppia padovana sarà donato ad un ricevente in lista d'attesa da cadavere, che chiuderà la catena».
La dottoressa Lucrezia Furian, della unità di Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas dell'ospedale padovano, spiega che l'eccezionalità del caso consiste nel fatto che «si è innescata una catena di trapianti tra coppie immunologicamente incompatibili» grazie al fatto che «un paziente ha potuto ricevere un organo da un soggetto deceduto e in questo caso la donatrice che voleva donare, ma il cui organo non era compatibile, ha donato ad un altro soggetto che a sua volta aveva un donatore con lui incompatibile».
Ad eseguire per la prima volta in Puglia questo tipo di intervento è stata l'equipe del professor Michele Battaglia, direttore del Centro trapianti di rene del Policlinico. L'organo per il trapianto è arrivato a bordo di una auto della polizia stradale di Padova ed è stato trapiantato a Bari martedì pomeriggio.
«Oggi parliamo delle eccellenze della sanità pugliese - ha dichiarato il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano - Il sistema dei trapianti nella nostra regione sta facendo passi da gigante grazie al coordinamento del prof. Gesualdo e grazie al sacrificio e alla disponibilità e alle capacità professionali di decine di medici, non solo pugliesi ma di tutta Italia, che consentono il migliore utilizzo degli organi disponibili. Ultimamente il nostro sistema ha potuto partecipare, grazie all'eccellenza che ha raggiunto, ad un processo di scambi incrociati di organi che consente di procedere all'implementazione dell'organo anche in casi di incompatibilità. Si tratta di un sistema che attraverso un algoritmo consente, anche in caso di incompatibilità, di allocare l'organo giusto sul paziente giusto anche a distanza di moltissimi chilometri l'uno dall'altro e tra famiglie diverse, data la disponibilità dei consanguinei alla donazione. Questo procedimento prevede una eccellenza straordinaria non solo nella qualità dell'espianto e del reimpianto, ma anche nella velocità di esecuzione dell'operazione, perché tutto deve avvenire in pochi minuti. C'è un filmato bellissimo del prof. Gesualdo che riceve dalla Polizia stradale il frigorifero portatile con l'organo che proveniva da Padova, e vederlo è stata una emozione fortissima. Onestamente ho avuto le lacrime agli occhi, perché so cosa significa far giungere l'organo in tempi utili, e questo grazie a tutta la macchina della Repubblica che ha partecipato alla buona riuscita dell'operazione. Questa è l'Italia che ci piace ricordare qui in questi giorni caldissimi di Ferragosto nei quali però sono tutti al lavoro al Policlinico di Bari».
«Stiamo vivendo una bella storia di emozioni fatta di uomini e donne, realizzata per la prima volta a Bari - ha detto il prof. Gesualdo - Siamo entrati in una catena di donatori non consanguinei, che hanno messo a disposizione il proprio rene, e abbiamo così trapiantato quattro vite umane. La disponibilità di un donatore da cadavere di Genova ha permesso l'innesco della catena con trapianto di un ricevente di Padova la cui moglie, di 47 anni, ha messo ieri a disposizione il suo rene per una donna ricevente pugliese il cui marito, l'11 settembre, donerà a sua volta ad un'altra coppia incompatibile padovana. Il rene della coppia padovana sarà donato ad un ricevente in lista d'attesa da cadavere, che chiuderà la catena».
La dottoressa Lucrezia Furian, della unità di Chirurgia dei trapianti di rene e pancreas dell'ospedale padovano, spiega che l'eccezionalità del caso consiste nel fatto che «si è innescata una catena di trapianti tra coppie immunologicamente incompatibili» grazie al fatto che «un paziente ha potuto ricevere un organo da un soggetto deceduto e in questo caso la donatrice che voleva donare, ma il cui organo non era compatibile, ha donato ad un altro soggetto che a sua volta aveva un donatore con lui incompatibile».
Ad eseguire per la prima volta in Puglia questo tipo di intervento è stata l'equipe del professor Michele Battaglia, direttore del Centro trapianti di rene del Policlinico. L'organo per il trapianto è arrivato a bordo di una auto della polizia stradale di Padova ed è stato trapiantato a Bari martedì pomeriggio.