Trasporto ferroviario, «tempi di percorrenza troppo lunghi e carrozze fatiscenti»
La denuncia dei consiglieri del M5S Antonio Trevisi e Grazia Di Bari
giovedì 29 giugno 2017
Linee ferroviarie abbandonate a loro stesse, tempi di percorrenza troppo lunghi e treni fatiscenti. I consiglieri del M5S Antonio Trevisi e Grazia Di Bari tornano a denunciare i problemi del trasporto ferroviario regionale che "non riguardano solo i treni delle Ferrovie Sud Est". "C'è ancora molto da fare - dichiara Trevisi - nel trasporto regionale pugliese gestito da Trenitalia.
Sui treni regionali ci arrivano segnalazioni di continui problemi sugli impianti di condizionamento. Un esempio per tutti quanto è successo domenica, quando alcuni viaggiatori hanno fotografato sul regionale 22301 per Lecce un impianto non funzionante che perdeva acqua facendo letteralmente la doccia ai passeggeri." "I tempi di percorrenza sono in alcuni casi troppo lunghi e i ritardi sono ancora troppo frequenti. Ad esempio il regionale 12497 ci mette oltre un'ora e mezza per arrivare da Monopoli a Lecce, almeno un quarto d'ora in più di tutti gli altri regionali. Il motivo di una percorrenza così lunga? Quel treno nella tratta da S. Vito dei Normanni a Brindisi impiega venti minuti per percorrere meno di dieci chilometri senza fermate intermedie. Ciò avviene perché deve fermarsi per lasciarsi superare da un convoglio Freccia Bianca che viaggia in direzione Lecce. E parliamo - continua - di un treno che parte da Bari alle 14, orario di punta per i pendolari. L'unica cosa da fare per i passeggeri che vogliano accelerare i tempi per arrivare a Lecce è scendere a Fasano e dotarsi di un biglietto Freccia Bianca, pagando circa dieci euro in più. Una spesa che non può permettersi chi quella tratta la deve percorrere tutti i giorni. È chiaro che Trenitalia voglia tutelare i propri interessi che sono focalizzati sul traffico commerciale delle Frecce, ma anche per quelle ci sono forti disparità tra il Mezzogiorno e il Nord Italia. Sulla tratta adriatica, infatti, le Frecce sono poche e con un numero limitato di posti con tariffe scontate, al contrario di quanto avviene per i collegamenti tra Roma a Bologna. Si potrebbe di certo - incalza Trevisi- rivedere gli orari di alcune frecce per evitare troppo soste ai treni regionali anche perché i treni nazionali da o per Lecce andrebbero di certo distribuiti in maniera più razionale mentre adesso sono concentrati solo su alcune fasce orarie."
"Il prossimo 12 luglio ricorre il primo anniversario della tragedia ferroviaria tra Andria e Corato - dichiara Di Bari - e il problema sicurezza su tutte le linee ferroviarie pugliesi, è ancora lungi dall'essere risolto. Oltre alle evidenti problematiche ricordate dal collega Trevisi sulle tratte principali, ci sono linee cosiddette "secondarie", ad esempio alla Barletta - Canosa - Minervino - Spinazzola, praticamente abbandonate a sé stesse senza tenere in alcun conto l'isolamento di cui ormai sono vittime quelle popolazioni. Da un anno continuiamo a denunciare i disagi dei pendolari pugliesi e chiediamo al governo regionale venire in aula a riferire sullo stato di tutte le linee ferroviarie regionali. Per tutta risposta abbiamo ricevuto la promessa di un consiglio monotematico sui trasporti, di cui ancora non si ha notizia. La domanda che rivolgiamo all'assessore Giannini è sempre la stessa: "Quanti anni dovranno ancora passare per poter viaggiare in modo dignitoso sui treni pugliesi?".
Sui treni regionali ci arrivano segnalazioni di continui problemi sugli impianti di condizionamento. Un esempio per tutti quanto è successo domenica, quando alcuni viaggiatori hanno fotografato sul regionale 22301 per Lecce un impianto non funzionante che perdeva acqua facendo letteralmente la doccia ai passeggeri." "I tempi di percorrenza sono in alcuni casi troppo lunghi e i ritardi sono ancora troppo frequenti. Ad esempio il regionale 12497 ci mette oltre un'ora e mezza per arrivare da Monopoli a Lecce, almeno un quarto d'ora in più di tutti gli altri regionali. Il motivo di una percorrenza così lunga? Quel treno nella tratta da S. Vito dei Normanni a Brindisi impiega venti minuti per percorrere meno di dieci chilometri senza fermate intermedie. Ciò avviene perché deve fermarsi per lasciarsi superare da un convoglio Freccia Bianca che viaggia in direzione Lecce. E parliamo - continua - di un treno che parte da Bari alle 14, orario di punta per i pendolari. L'unica cosa da fare per i passeggeri che vogliano accelerare i tempi per arrivare a Lecce è scendere a Fasano e dotarsi di un biglietto Freccia Bianca, pagando circa dieci euro in più. Una spesa che non può permettersi chi quella tratta la deve percorrere tutti i giorni. È chiaro che Trenitalia voglia tutelare i propri interessi che sono focalizzati sul traffico commerciale delle Frecce, ma anche per quelle ci sono forti disparità tra il Mezzogiorno e il Nord Italia. Sulla tratta adriatica, infatti, le Frecce sono poche e con un numero limitato di posti con tariffe scontate, al contrario di quanto avviene per i collegamenti tra Roma a Bologna. Si potrebbe di certo - incalza Trevisi- rivedere gli orari di alcune frecce per evitare troppo soste ai treni regionali anche perché i treni nazionali da o per Lecce andrebbero di certo distribuiti in maniera più razionale mentre adesso sono concentrati solo su alcune fasce orarie."
"Il prossimo 12 luglio ricorre il primo anniversario della tragedia ferroviaria tra Andria e Corato - dichiara Di Bari - e il problema sicurezza su tutte le linee ferroviarie pugliesi, è ancora lungi dall'essere risolto. Oltre alle evidenti problematiche ricordate dal collega Trevisi sulle tratte principali, ci sono linee cosiddette "secondarie", ad esempio alla Barletta - Canosa - Minervino - Spinazzola, praticamente abbandonate a sé stesse senza tenere in alcun conto l'isolamento di cui ormai sono vittime quelle popolazioni. Da un anno continuiamo a denunciare i disagi dei pendolari pugliesi e chiediamo al governo regionale venire in aula a riferire sullo stato di tutte le linee ferroviarie regionali. Per tutta risposta abbiamo ricevuto la promessa di un consiglio monotematico sui trasporti, di cui ancora non si ha notizia. La domanda che rivolgiamo all'assessore Giannini è sempre la stessa: "Quanti anni dovranno ancora passare per poter viaggiare in modo dignitoso sui treni pugliesi?".